A inizio 2025 i primi incontri tra governo e sindacati per la revisione della Lord. Tra le ipotesi l’introduzione di meritocrazia e scatti parziali
Un incontro interlocutorio, poche novità e qualche chiarimento puntuale su sanità e scuola. Non ci sono stati i fuochi d’artificio durante il colloquio di questa mattina tra Consiglio di Stato e i sindacati Ocst, Vpod e Sit. Ma potrebbero esserci presto. Governo e rappresentanti dei lavoratori si troveranno, già nei primi mesi del prossimo anno, per dare il via a un grande cantiere: la revisione della Lord, la Legge sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti. Tema delicato, soprattutto se l’Esecutivo seguirà quanto fatto recentemente dalla Confederazione e da altri Cantoni mettendo sul tavolo una serie di proposte di cambiamento: l’introduzione del concetto di meritocrazia, la possibilità di scatti salariali parziali e la messa in discussione della ‘sacralità’ della nomina. Per ora, in ogni caso, siamo nel campo delle ipotesi. Da parte loro i sindacati potrebbero tornare alla carica con la richiesta delle cinque settimane di vacanze e con la settimana lavorativa da quaranta ore. L’iter, questo invece è un dato certo, si annuncia molto lungo.
Tornando all’incontro di oggi, il segretario cantonale della Vpod Raoul Ghisletta è critico. «Al di là delle vittorie puntuali – rileva riferendosi alla bocciatura del Gran Consiglio del taglio di 2 milioni di franchi alla pedagogia speciale e delle misure di risparmio sugli insegnanti di educazione musicale, di educazione fisica e sui docenti di appoggio nelle scuole comunali –, il contesto è globalmente preoccupante». Ad allarmare il sindacalista «le prospettive di peggioramento» a tutto campo: «Nel contesto di un Preventivo catastrofico sotto il profilo numerico non vediamo una luce in fondo al tunnel. Ci sono prospettive di peggioramento – illustra dunque – sul servizio pubblico, dal sociosanitario, alla scuola».
In una risposta del governo alle domande dei sindacati datata il 4 dicembre scorso si legge che “per il settore ospedaliero è prevista una riduzione lineare dell’1,5% sul contributo globale per il periodo 2024-2027, senza ulteriori aggiustamenti dei parametri tra le misure di rientro dello Stato”. Un problema per Ghisletta: «È un taglio annunciato fino al 2027. Insomma, tutto il settore continuerà a soffrine. Si continua a parlare di cure forti, ma si prosegue con i tagli, non solo il prossimo anno, ma anche nel 2026 e nel 2027. Arriveremo così a un punto critico». Ghisletta si dice però parzialmente speranzoso pensando «all’iniziativa per cure di qualità depositata dalla Vpod due anni fa. Nel 2025 – valuta il segretario della Vpod – arriveremo probabilmente a una votazione sul tema. La popolazione potrà perlomeno esprimersi in merito».
Sulla scuola, oltre al sollievo rispetto alla pedagogia speciale e ai docenti delle scuole comunali, Ghisletta rimarca come si stia «continuando a grattare il fondo del barile. Siamo preoccupati per le condizioni di lavoro dei supplenti come pure dai tagli sui fondi che vanno a inficiare la qualità della scuola». La misura è colma e «lo si vedrà anche venerdì», in occasione dell’iniziativa di protesta degli insegnanti del cantone. Una giornata che, scrivono i promotori, “intende sottolineare il carattere problematico della scelta governativa di chiudere le scuole per due giorni supplementari (il 20 dicembre e il 7 gennaio, ndr), quale compensazione per il mancato riconoscimento del rincaro ai dipendenti pubblici, e quindi anche ai docenti”. Rispetto alla scuola, sancisce Ghisletta, «converrebbe coordinarsi meglio, focalizzandosi su proposte per migliorarla, con il coinvolgimento, come è stato il caso della pedagogia speciale, di associazioni e organizzazioni». Anche il futuro della scuola di polizia 2026 appare tra l’altro incerto con una possibile non sostituzione di chi andrà in pensione.
«Anche quest’anno lo chiudiamo con un certo senso di insoddisfazione», commenta il segretario cantonale dei Sindacati indipendenti ticinesi (Sit) Mattia Bosco. «Ancora una volta il rincaro non è stato riconosciuto integralmente». Come noto, ai dipendenti verrà corrisposto lo 0,5% invece dello 0,7%. «È positivo che almeno quest’anno la misura toccherà anche i lavoratori attivi negli enti esterni, nel parastato, che quest’anno non hanno ricevuto i 400 franchi e due giorni aggiuntivi di ferie». Insomma, «bene ma non benissimo». Anche perché, rimarca Bosco, «il mancato riconoscimento completo del carovita si somma a quello dello scorso anno. La conseguenza è una perdita strutturale che il lavoratore subirà negli anni».
«Siamo parzialmente soddisfatti», afferma Davina Fitas dell’Ocst. «Per quanto riguarda la scuola sono arrivate delle notizie positive nelle ultime settimane, grazie a una serie di emendamenti al Preventivo 2025 approvati dal Gran Consiglio. Il taglio al contributo destinato ai Comuni per i docenti di educazione fisica e musicale è stato tolto, come pure il taglio alla pedagogia speciale». Ci sono poi le note dolenti… «Il carovita a fine novembre è del 0,7%. L’adeguamento sarà invece solo dello 0,5%. Questo senza dimenticare che un riconoscimento strutturale del rincaro non è stato proprio dato. Il personale – continua Fitas – porterà avanti la sua carriera con questo ‘gap’». Non si è parlato, durante l’incontro tra sindacati e governo, di quello che potrebbe succedere nel 2026. «Siamo stati rassicurati che, dove possibile, si cercherà di ridurre al minimo i risparmi nel settore della sanità e della socialità».