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Legge dipendenti pubblici, il grande cantiere sta per partire

A inizio 2025 i primi incontri tra governo e sindacati per la revisione della Lord. Tra le ipotesi l’introduzione di meritocrazia e scatti parziali

Le discussioni non mancheranno
(Ti-Press)
18 dicembre 2024
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Un incontro interlocutorio, poche novità e qualche chiarimento puntuale su sanità e scuola. Non ci sono stati i fuochi d’artificio durante il colloquio di questa mattina tra Consiglio di Stato e i sindacati Ocst, Vpod e Sit. Ma potrebbero esserci presto. Governo e rappresentanti dei lavoratori si troveranno, già nei primi mesi del prossimo anno, per dare il via a un grande cantiere: la revisione della Lord, la Legge sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti. Tema delicato, soprattutto se l’Esecutivo seguirà quanto fatto recentemente dalla Confederazione e da altri Cantoni mettendo sul tavolo una serie di proposte di cambiamento: l’introduzione del concetto di meritocrazia, la possibilità di scatti salariali parziali e la messa in discussione della ‘sacralità’ della nomina. Per ora, in ogni caso, siamo nel campo delle ipotesi. Da parte loro i sindacati potrebbero tornare alla carica con la richiesta delle cinque settimane di vacanze e con la settimana lavorativa da quaranta ore. L’iter, questo invece è un dato certo, si annuncia molto lungo.

Ghisletta (Vpod): ‘Non vediamo la luce in fondo al tunnel’

Tornando all’incontro di oggi, il segretario cantonale della Vpod Raoul Ghisletta è critico. «Al di là delle vittorie puntuali – rileva riferendosi alla bocciatura del Gran Consiglio del taglio di 2 milioni di franchi alla pedagogia speciale e delle misure di risparmio sugli insegnanti di educazione musicale, di educazione fisica e sui docenti di appoggio nelle scuole comunali –, il contesto è globalmente preoccupante». Ad allarmare il sindacalista «le prospettive di peggioramento» a tutto campo: «Nel contesto di un Preventivo catastrofico sotto il profilo numerico non vediamo una luce in fondo al tunnel. Ci sono prospettive di peggioramento – illustra dunque – sul servizio pubblico, dal sociosanitario, alla scuola».

In una risposta del governo alle domande dei sindacati datata il 4 dicembre scorso si legge che “per il settore ospedaliero è prevista una riduzione lineare dell’1,5% sul contributo globale per il periodo 2024-2027, senza ulteriori aggiustamenti dei parametri tra le misure di rientro dello Stato”. Un problema per Ghisletta: «È un taglio annunciato fino al 2027. Insomma, tutto il settore continuerà a soffrine. Si continua a parlare di cure forti, ma si prosegue con i tagli, non solo il prossimo anno, ma anche nel 2026 e nel 2027. Arriveremo così a un punto critico». Ghisletta si dice però parzialmente speranzoso pensando «all’iniziativa per cure di qualità depositata dalla Vpod due anni fa. Nel 2025 – valuta il segretario della Vpod – arriveremo probabilmente a una votazione sul tema. La popolazione potrà perlomeno esprimersi in merito».

Sulla scuola, oltre al sollievo rispetto alla pedagogia speciale e ai docenti delle scuole comunali, Ghisletta rimarca come si stia «continuando a grattare il fondo del barile. Siamo preoccupati per le condizioni di lavoro dei supplenti come pure dai tagli sui fondi che vanno a inficiare la qualità della scuola». La misura è colma e «lo si vedrà anche venerdì», in occasione dell’iniziativa di protesta degli insegnanti del cantone. Una giornata che, scrivono i promotori, “intende sottolineare il carattere problematico della scelta governativa di chiudere le scuole per due giorni supplementari (il 20 dicembre e il 7 gennaio, ndr), quale compensazione per il mancato riconoscimento del rincaro ai dipendenti pubblici, e quindi anche ai docenti”. Rispetto alla scuola, sancisce Ghisletta, «converrebbe coordinarsi meglio, focalizzandosi su proposte per migliorarla, con il coinvolgimento, come è stato il caso della pedagogia speciale, di associazioni e organizzazioni». Anche il futuro della scuola di polizia 2026 appare tra l’altro incerto con una possibile non sostituzione di chi andrà in pensione.

Bosco (Sit): ‘Bene, ma non benissimo’

«Anche quest’anno lo chiudiamo con un certo senso di insoddisfazione», commenta il segretario cantonale dei Sindacati indipendenti ticinesi (Sit) Mattia Bosco. «Ancora una volta il rincaro non è stato riconosciuto integralmente». Come noto, ai dipendenti verrà corrisposto lo 0,5% invece dello 0,7%. «È positivo che almeno quest’anno la misura toccherà anche i lavoratori attivi negli enti esterni, nel parastato, che quest’anno non hanno ricevuto i 400 franchi e due giorni aggiuntivi di ferie». Insomma, «bene ma non benissimo». Anche perché, rimarca Bosco, «il mancato riconoscimento completo del carovita si somma a quello dello scorso anno. La conseguenza è una perdita strutturale che il lavoratore subirà negli anni».

Fitas (Ocst): ‘Almeno sulla scuola ci sono buone notizie’

«Siamo parzialmente soddisfatti», afferma Davina Fitas dell’Ocst. «Per quanto riguarda la scuola sono arrivate delle notizie positive nelle ultime settimane, grazie a una serie di emendamenti al Preventivo 2025 approvati dal Gran Consiglio. Il taglio al contributo destinato ai Comuni per i docenti di educazione fisica e musicale è stato tolto, come pure il taglio alla pedagogia speciale». Ci sono poi le note dolenti… «Il carovita a fine novembre è del 0,7%. L’adeguamento sarà invece solo dello 0,5%. Questo senza dimenticare che un riconoscimento strutturale del rincaro non è stato proprio dato. Il personale – continua Fitas – porterà avanti la sua carriera con questo ‘gap’». Non si è parlato, durante l’incontro tra sindacati e governo, di quello che potrebbe succedere nel 2026. «Siamo stati rassicurati che, dove possibile, si cercherà di ridurre al minimo i risparmi nel settore della sanità e della socialità».

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