Il presidente della ‘Giustizia e diritti’ commenta la decisione del Consiglio della magistratura: ‘Lunedì in audizione chiederemo tutte le informazioni’
Mancano pochi minuti all'inizio della seduta di Gran Consiglio quando il presidente della commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ Fiorenzo Dadò viene a sapere dalla stampa della decisione del Consiglio della magistratura di destituire i giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti. Giudici che, tramite il loro avvocato Marco Broggini, hanno già deciso di impugnare la decisione. E un pomeriggio che si dipanava tranquillo è stato invece all'insegna di riunioni, telefonate, capannelli, un incontro con il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi assieme alle due vicepresidenti della commissione Cristina Maderni (Plr) e Sabrina Aldi (Lega), altre telefonate, un'ultima riunione dei vertici commissionali.
Davanti alla stampa il volto di Dadò è serio, perché la situazione è grave ed è inutile girarci attorno: «Evidentemente di fronte a una decisione di questo genere si resta scioccati, e c’è da chiedersi davvero a che punto siamo arrivati», comincia davanti a taccuini, registratori e telecamere. Ecco, a che punto siamo arrivati? E quando si parla di clima di tensione, ha contribuito anche la commissione? «A questo clima di tensione hanno contribuito tutti, compresi gli organi di stampa – risponde Dadò –, sul caso specifico non entriamo in materia perché non abbiamo gli elementi e anche per rispetto delle persone coinvolte, ci sono aspetti umani non indifferenti».
Epperò le riunioni, dicevamo, si sono susseguite una dietro l'altra, compresa quella con Gobbi. L'allerta è alta. Dadò riferisce che «abbiamo discusso in una riunione straordinaria della commissione, parlato con il consigliere di Stato e lunedì come commissione avremo in audizione il Consiglio della magistratura al quale chiederemo evidentemente informazioni supplementari». Per il presidente della ‘Giustizia e diritti’, «la grossa preoccupazione che abbiamo ora è che il Tribunale penale cantonale possa funzionare bene, ci sono processi, detenuti, persone che aspettano di essere giudicate o le sentenze. La nostra preoccupazione – riprende Dadò – è che tutta la magistratura possa funzionare bene. Ci aspettavamo questa decisione ed è un bene che sia arrivata».
Nel comunicato si fa riferimento anche alla procedura che coinvolge il presidente del Tpc, Mauro Ermani. Non c’è due senza tre? «Non sono assolutamente in grado di dirlo, attenderemo la decisione del Consiglio della magistratura nelle prossime settimane». Alla fine, però, di tutto quello che da alcuni è stato chiamato anche “Caso Ermani” a pagare sono gli altri due giudici, per il momento. In commissione non si è parlato anche della loro situazione? «Le discussioni commissionali sono interne e non da riportare pubblicamente, certo che abbiamo parlato di questi aspetti. Ricordo che sul “Caso Ermani” si trattava di immagini che circolavano, che ho ricevuto pure io, che non sono state assolutamente gradite».