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Natalità, ‘il governo prenda atto dell’interesse del tema’

Il Consiglio di Stato non ha ancora dato riscontro alle quattro iniziative lanciate a gennaio dal Centro. Isabella: ‘Intanto la situazione è peggiorata’

‘Una risposta va data, e anche in tempi brevi’
(Ti-Press)
24 dicembre 2024
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«Una risposta va data, e anche in tempi brevi. È inoltre necessaria una presa di coscienza dell’importanza del tema della natalità e della demografia da parte del governo». È questo l’auspicio del deputato del Centro Claudio Isabella, fautore insieme al collega di partito Alessandro Corti del poker di iniziative per risollevare la natalità in Ticino. Iniziative presentate a fine gennaio, ormai quasi un anno fa quindi, a cui però il Consiglio di Stato non ha ancora dato riscontro. Un ritardo, osserva Isabella, «che va oltre i termini che il governo aveva a disposizione». Le richieste, va detto, toccano diversi aspetti e sono di spettanza di tutti i Dipartimenti.

‘Il rischio è finire nella trappola demografica’

Il cosiddetto poker, lo ricordiamo, si compone di quattro iniziative con altrettante richieste distinte. Nel concreto: aumentare il sostegno economico alle famiglie con figli, attribuire il tema dello sviluppo demografico e la sua responsabilità a un singolo Dipartimento, implementare le iniziative per conciliare lavoro e famiglia, nonché ridurre la tassa del registro fondiario e quella sull’emissione delle cartelle ipotecarie per i giovani che vogliono acquistare casa. Secondo Isabella è fondamentale rilanciare il tema. «Da quando abbiamo presentato le quattro iniziative – spiega – la situazione non è migliorata. Anzi, sono recentemente stati pubblicati i dati riferiti alla natalità per il 2023 e la situazione è nel frattempo pure peggiorata».

Il punto di partenza del poker di iniziative era proprio il tasso di natalità. “L’indice di natalità del nostro cantone – si legge nel testo delle iniziative – si conferma particolarmente basso, se messo a confronto con quello di cantoni con demografia e struttura socio-economica simili alla nostra. Nel 2022 il Canton Friborgo contava 334’465 abitanti, ossia 20mila in meno rispetto al Ticino. Friborgo registrava, in quell’anno, 3’482 nascite, vale a dire 1’047 in più rispetto al Ticino. Il Canton Vallese, con un numero di abitanti quasi identico al nostro, contava 3’148 nascite (+700 rispetto al Ticino)”. Non solo. “Le potenziali madri di età compresa tra i 18 e i 40 anni domiciliate nel nostro cantone – prosegue il testo – erano nel 2022 poco più di 7’200, ovvero l’8% in meno rispetto al 2015. La diminuzione costante del numero di individui della generazione ‘feconda’, rapportata a un indice di fecondità basso, crea un meccanismo di ‘trappola demografica’. I bambini nati negli anni 1980-1990, già meno numerosi rispetto a quelli nati negli anni 1960-1970, sono i potenziali genitori odierni. Senza incentivi concreti al loro desiderio di fondare una famiglia, la prossima generazione conterà un numero di madri potenziali ancor più ridotto, rendendo la situazione demografica ticinese estremamente difficile”.

‘Nonostante le finanze del Cantone, deve essere una priorità’

Per Isabella, ovviamente, «l’urgenza c’è eccome ed è necessario agire». Gli iniziativisti a gennaio non avevano fornito dati precisi sui costi di questo poker di iniziative, ma li avevano stimati in diverse decine di milioni di franchi. In merito, riprende il deputato del Centro, «il tema resta caldo nonostante la situazione delle finanze cantonali, che sappiamo non essere rosea. Anche in conferenza stampa lo avevamo ribadito, è necessario stabilire delle priorità. E, a nostro modo di vedere, natalità e demografia lo sono, devono esserlo. Anche perché – rimarca – hanno un effetto non trascurabile sul futuro. Risparmiare oggi per avere poi problemi domani non va bene. Parliamo di invecchiamento della popolazione, maggiori costi sanitari, problemi con le assicurazioni sociali e i sistemi pensionistici. È essenziale investire e, per noi, il vero investimento non è solo quello materiale ma soprattutto quello che fa fare un salto di qualità e che permette un cambio di vita». Non sono infatti poche le difficoltà che deve fronteggiare chi vuole avere dei figli. «Trovare posto per i propri bambini in un asilo nido, anche quando le coppie si iscrivono con largo anticipo, è complicato. Non può esserci una lista d’attesa, non siamo allo stadio. Chi poi trova posto deve spesso e volentieri sobbarcarsi costi molto elevati. Vista la situazione economica della maggior parte delle famiglie ticinesi, non è fattibile». Ed è proprio per questa ragione che gli iniziativisti chiedono asili nido gratuiti, ma anche di aumentare gli assegni per figli che, illustra il centrista, «a oggi sono al minimo, tra i più bassi in Svizzera. In Ticino, dove i salari sono più bassi e dove quindi la necessità di avere un assegno familiare è più alto, è cruciale che l’importo sia corposo».

Anche sul mercato del lavoro non mancano criticità. «Già ora – osserva Isabella – con il pensionamento dei baby boomers manca un certo ricambio, tra qualche anno sarà ancora peggio. Anche perché poi si crea un circolo vizioso». E aggiunge: «In Ticino abbiamo una popolazione molto in là con gli anni, pochi giovani e poche persone che hanno un’età in cui di norma si diventa genitori. Molti giovani sono infatti fuori cantone, prima per motivi di studio, poi per ragioni salariali o perché qui mancano strutture e servizi di accoglienza per i bimbi. Miriamo a fare ritornare queste persone per costruire qui in Ticino la propria vita in modo da contribuire allo sviluppo del territorio e della società. Uno dei pilastri a cui abbiamo pensato è la casa, aspetto fondamentale per far crescere le proprie radici e sentirsi stabili».

Le iniziative vanno poi nella direzione di un cambiamento culturale. «Il valore della famiglia – dice Isabella – deve tornare al centro. Essere genitori non deve essere visto solo come un impegno, ma anche come una gioia e un valore aggiunto. Dovrebbe passare il concetto che fare dei figli ha risvolti positivi per l’intera collettività». Il granconsigliere tiene infine a sottolineare come l’intento del poker di iniziative non sia «obbligare le persone ad avere figli, quanto piuttosto eliminare tutti quegli aspetti che ostacolano le coppie ad averne. Come politica abbiamo il compito di mettere le persone nella posizione di poter scegliere senza questi ostacoli. Non tutti hanno infatti la fortuna di poter contare sui nonni per esempio».

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