Caos Tpc: Bersani, legale della segretaria segnalante, contesta le conclusioni dei vertici del Tribunale d'appello. ‘Ci sono aspetti da chiarire’
«Non condivido per nulla la tesi della Commissione amministrativa del Tribunale d’appello secondo cui non c’è stato mobbing. Quale patrocinatore legale della funzionaria del Tribunale penale cantonale che aveva fatto a suo tempo la segnalazione, continuo infatti a ritenere che la ‘Direttiva del Consiglio di Stato concernente le molestie psicologiche, sessuali e le discriminazioni all’interno dell’Amministrazione’ del giugno 2021 – Direttiva che secondo me si applica anche alle persone alle dipendenze del Tribunale d’appello – sia stata invece violata, eccome!». L’avvocato Andrea Bersani rompe il silenzio sul cosiddetto ‘caos Tpc’ che lo vede assistere la segretaria del Tribunale penale cantonale, il Tpc appunto, che lo scorso anno aveva informato, nero su bianco, la Sezione cantonale delle risorse umane di subire mobbing da parte di una collega.
Mobbing che per la Commissione amministrativa, presieduta dal giudice Giovan Maria Tattarletti, non ci sarebbe stato. Nella nota stampa diffusa venerdì, la Direzione del Tribunale d’appello (del quale il Tribunale penale è una sezione) sostiene di “non” aver ravvisato “la presenza di una situazione di mobbing, ovvero di atti di persecuzione psicologica perpetrati sistematicamente e per lungo tempo”. Questo alla luce “degli elementi agli atti e, in particolare, degli accertamenti preliminari effettuati su mandato del Consiglio di Stato” dall’avvocata Maria Galliani. Sono comunque emersi “degli aspetti di minore gravità”. Quali? La Commissione amministrativa non lo precisa. Salvo scrivere che è stato disposto lo spostamento al Ministero pubblico della segretaria del Tpc segnalata dalla funzionaria patrocinata da Bersani. Per “alleviare le tensioni in seno al Tribunale penale cantonale”.
«Di tutto ciò – riprende l’avvocato Bersani –, io sono stato informato venerdì dalla Cancelleria del Tribunale d’appello che mi ha spedito copia della nota inviata ai media dalla Commissione amministrativa. Da parte di quest’ultima mi sarei aspettato una comunicazione formale all’indirizzo del sottoscritto, in quanto patrocinatore legale della segnalante che considero parte di questo procedimento amministrativo». Nel merito: «Contesto la conclusione giuridica, ossia l’inesistenza di mobbing, alla quale è giunta la Commissione amministrativa del Tribunale d’appello e credo che la stessa debba assolutamente chiarire anche cosa intende “per aspetti di minore gravità” scaturiti dagli accertamenti».
Stamattina, prosegue l’avvocato bellinzonese, «ho quindi scritto alla Commissione amministrativa chiedendo l’accesso alle decisioni formali di sua competenza alle quali accenna il comunicato stampa e che fanno seguito alla segnalazione della mia assistita. Qualora la Commissione dovesse rifiutarsi, ho chiesto pure di ricevere una decisione formale del diniego munita dei termini di ricorso».
Nelle scorse settimane Bersani aveva sollecitato la Direzione del Tribunale d’appello a trasmettergli copia del rapporto Galliani. La Commissione amministrativa aveva però risposto picche, «asserendo che la mia cliente non è parte». Un rifiuto, fa sapere ancora il legale, che è «oggetto di un mio reclamo, tuttora pendente, alla Commissione di ricorso sulla magistratura».
Bersani insomma non molla la presa. Il documento da lui sollecitato è stato stilato dall’avvocata ed ex procuratrice generale aggiunta Maria Galliani incaricata dal Consiglio di Stato di svolgere degli accertamenti preliminari in relazione al caso di presunto mobbing. L’ex magistrata ha trasmesso il proprio rapporto poco dopo la metà d’agosto al governo, il quale lo ha poi inviato alla Commissione amministrativa del Tribunale d’appello, che è l’autorità di nomina delle due segretarie.
Passando al versante politico, stamane è tornata a riunirsi la commissione ‘Giustizia e diritti’ del Gran Consiglio. Oltre a ribadire la volontà di accedere all’incarto completo, rapporto Galliani incluso, ha deciso di convocare in audizione per lunedì 16 sia la Commissione amministrativa del Tribunale d’appello, che in tempi recenti ha respinto le richieste della ‘Giustizia e diritti’ di poter visionare il documento di Galliani motivando il diniego con il fatto che era in corso la procedura amministrativa, sia il Consiglio della magistratura, destinatario di segnalazioni e contro segnalazioni di giudici legate al ‘caos Tpc’, derivante dal presunto ‘affaire’ mobbing. «Ci è sembrato doveroso, oltre che opportuno, incontrare la Commissione amministrativa per discutere e fare il punto, considerato quanto abbiamo appreso leggendo venerdì sui media il suo comunicato stampa», spiega il presidente della ‘Giustizia e diritti’ Fiorenzo Dadò. «La procedura amministrativa – continua il deputato del Centro – sarebbe ora terminata, stando alla nota della Commissione. Per cui non dovrebbero esserci più ostacoli al nostro accesso all’incarto. Ne discuteremo il 16 dicembre». E di fronte a un nuovo rifiuto? «Non escludiamo di andare avanti con la preannunciata perizia per capire fin dove può arrivare l’esercizio dell’alta vigilanza da parte della commissione parlamentare», indica il granconsigliere del Plr Matteo Quadranti. Osserva la collega di partito e della ‘Giustizia e diritti’ Cristina Maderni: «Ad ogni modo ci sono dei punti del comunicato stampa della Commissione amministrativa che andrebbero approfonditi, cosa che spero possa avvenire nell’incontro del 16». Giorno in cui dovrebbe tenersi anche l’audizione del Consiglio della magistratura. «Per poter sapere a quale stadio siano le varie procedure di competenza del Cdm in questa vicenda», riprende Dadò. «Anziché continuare a scriverci, finalmente – rileva il deputato socialista Ivo Durisch – ci si vede e ci si parla». Se ne saprà di più il 16.