Caprara, presidente della commissione parlamentare della Gestione, sulla lettera delle Città: ‘Ne parleremo già domani nella discussione sul Preventivo'
La lettera delle Città? «Ne parleremo già nella riunione di domani: è del resto uno degli elementi da considerare nella discussione sul Preventivo», indica da noi interpellato il presidente della commissione parlamentare della ‘Gestione’ Bixio Caprara. Venerdì i municipi di Bellinzona, Chiasso, Locarno, Lugano e Mendrisio hanno scritto al Consiglio di Stato, al Gran Consiglio e alla ‘Gestione’, all’esame della quale c’è appunto il Preventivo 2025 del Cantone, oggetto del messaggio varato dal governo poco meno di due mesi fa. E contenente altri risparmi, altre “misure di riequilibrio finanziario”, per citare le parole dell’Esecutivo, sulla strada tutt’altro che priva di ostacoli del risanamento delle casse cantonali. Misure di competenza del governo e misure di competenza del parlamento. Nella recente lettera (vedi ‘laRegione’ di sabato) i cinque centri urbani ticinesi chiedono a Palazzo delle Orsoline di fermare la politica dello ‘scaricabarile’, e quindi di rinunciare “da subito” a ulteriori aggravi finanziari unilaterali a carico dei Comuni. Nel contempo ritengono che occorra avviare “una seria discussione” sul futuro ruolo dei Comuni, in particolare su quello dei poli. Sollecitano pertanto il Consiglio di Stato ad “attivare da subito un serio e concreto tavolo di dialogo che permetta di discutere preventivamente scelte cantonali che possono avere conseguenze sugli enti locali”.
Caprara non nasconde la propria «preoccupazione per questa dicotomia tra i due livelli istituzionali, Comuni e Cantone, che dovrebbero invece lavorare insieme. Gli stessi enti locali auspicano comunque la riapertura di un tavolo di lavoro con il Cantone, nella consapevolezza che soltanto assieme si riesce a trovare delle soluzioni». Aggiunge il deputato del Plr nonché coordinatore della ‘Gestione’: «Mi auguro che non ci sia lo ‘scaricabarile’ né verso il basso ma neppure verso l’alto, né sui Comuni né sul Cantone, ma che vi sia la capacità da parte dei primi e del secondo di individuare delle soluzioni virtuose». Impresa non facile in un momento in cui la politica è impegnata a far quadrare i conti.
Laconico il presidente del Consiglio di Stato. «Abbiamo appena ricevuto la lettera, la analizzeremo e prenderemo posizione», dichiara Christian Vitta. La lettera delle Città, afferma a sua volta il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi, «sarà un tema di discussione all’interno del governo, come ha precisato il presidente. Da parte mia, come ho già avuto modo di dire in altre sedi, rimane l’impegno a favorire il dialogo con i Comuni e le Città, essendo indispensabile affrontare i temi e risolvere i problemi assieme. È nell’interesse dei Comuni, del Cantone, soprattutto però è nell’interesse delle e dei ticinesi e delle nostre aziende».
Sta di fatto che i rapporti fra Comuni e Cantone hanno conosciuto tempi decisamente migliori. Con gli enti locali che nella missiva ricordano, riferendosi in particolare ai Preventivi 2024 e 2025 del Cantone, che Consiglio di Stato e Gran Consiglio “hanno adottato (o stanno per adottare) unilateralmente tutta una serie di misure con pesanti effetti diretti e indiretti sulle finanze dei Comuni (o almeno per una parte importante di essi), riducendone la capacità operativa, rispettivamente obbligandoli a scaricare su cittadini, cittadine e imprese l’aggravio”. Tra le misure menzionate: la “riduzione” dell’1,5% del contributo sulle strutture per anziani; il “mancato riconoscimento integrale”, attraverso i mandati di prestazione, del rincaro delle spese alle suddette strutture; il prelievo parziale dei fondi capitalizzati delle case per anziani e dei servizi di assistenza e cura a domicilio; la soppressione del contributo “da sempre” riconosciuto per i docenti di educazione fisica ed educazione musicale delle scuole elementari; la riforma fiscale cantonale con modifica del coefficiente di imposizione (“taglio aliquote persone fisiche e imposte alla fonte”). In questo contesto si inserisce poi l’ambizioso progetto ‘Ticino 2020’, ovvero la riforma riguardante compiti e flussi finanziari tra Cantone e Comuni che, sostengono quest’ultimi, “sembra essere finita su un binario morto”.
«Dopo l’invio della lettera ci aspettiamo di avere la possibilità di incontrare il Cantone e di essere convocati per discutere e approfondire il futuro ruolo dei Comuni», osserva il sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini. Insomma, che le ragioni esposte nella lettera, «ora che si stanno affrontando i preventivi, vengano debitamente considerate. E che lo si faccia il prima possibile». Non solo. «Va pure detto – rimarca Cavadini – che il discorso non è che si apre e si chiude. Va anzi affrontato in un’ottica di lungo termine, così da evitare di continuare ad avere tra Cantone e Comuni un rapporto che non tiene conto di una giusta considerazione degli enti locali».
La volontà non è dunque «di fare ostruzione», quanto piuttosto di «ritrovarsi e discutere». In tal senso, dice Cavadini, «siamo pronti a presentarci davanti alle commissioni parlamentari competenti, come pure a incontrare il governo». Parola d’ordine, stimolare il dialogo. Anche perché non sono pochi gli enti locali con un preventivo in rosso. Se si parla di Città, si pensi ai disavanzi milionari di Lugano (24 milioni) e Bellinzona (14 milioni) annunciati di recente.
Restando in tema di risparmi, il Consiglio di Stato ha adottato nei giorni scorsi alcune risoluzioni riguardanti il personale del Cantone. Ad esempio viene “confermato”, sino a fine 2025, “un tempo d’attesa di 6 mesi sia per la rioccupazione di un posto vacante sia per la sostituzione di personale assente per malattia/infortunio e congedo pagato”. La regola si applica “a tutti i posti che si renderanno vacanti nel corso dell’anno la cui rioccupazione avvenga tramite concorso esterno o interno; a tutte le assenze che hanno inizio nel corso dell’anno”. Non verrà applicata invece alle sostituzioni di “funzionari dirigenti; collaboratori in congedo non pagato; collaboratori occupati in turni di lavoro diurni e/o notturni; collaboratori le cui unità sono finanziate da terzi; collaboratori assenti per servizio obbligatorio (militare/servizio civile); collaboratori nominati o incaricati all’interno della medesima unità amministrativa (fino alla Sezione) in caso di sostituzioni a catena, nel caso descritto l’attesa di 6 mesi sarà applicata una sola volta; alle magistrature permanenti”. Con un’altra risoluzione, che entrerà in vigore il prossimo 1° gennaio, il governo conferma, fino al 31 dicembre 2025, il blocco delle rivalutazioni delle funzioni. “Non sarà inoltre possibile creare nuove funzioni con classificazione superiore a quelle attualmente attribuite alle singole unità amministrative – scrive il Consiglio di Stato –. Nel caso di riorganizzazioni particolarmente significative, con l’obiettivo di migliorare l’efficacia e l’efficienza, la Sezione delle risorse umane valuterà puntualmente eventuali proposte di riclassificazioni formulate dai servizi”. A essere adeguate, verso l’alto, anche le tasse per l’uso dei posteggi dell’Amministrazione cantonale. L’incremento mensile dipende dal tipo di parcheggio: 15 franchi per i posteggi coperti e in autorimessa, 10 per quelli non coperti e 5 per quelli su fondo sterrato o elementi grigliati.