Il Gran Consiglio ha approvato con 44 favorevoli il rapporto della Commissione della gestione contro l’acquisizione dell’edificio di Bombinasco
Capitolo chiuso sul potenziale acquisto, da parte del Cantone, del Centro al Suu di Bombinasco. Il Gran Consiglio ha infatti approvato con 44 sì su 71 votanti (11 contrari e 16 astenuti), il rapporto della Commissione della gestione che chiedeva di respingere la mozione del centrista Giovanni Berardi, nella quale invitava il Consiglio di Stato (CdS) a valutare l’acquisto del centro malcantonese. L’idea di Berardi – sostenuta prima di lui anche da Tiziano Galeazzi (Udc), ironicamente ora primo firmatario del rapporto –, prevedeva la trasformazione del centro in luogo d’accoglienza per giovani in difficoltà e/o persone affette da disturbi mentali. L’edificio, che nel frattempo è stato acquistato dalla Croce Rossa, era stato messo in vendita nel 2023 dai suoi precedenti occupanti, l’Associazione Vivere Insieme.
La decisione del rapporto è basata a sua volta sulla posizione del governo in merito alla faccenda, che si era espresso con le seguenti motivazioni: “Al momento attuale, considerate le pianificazioni del settore socio-sanitario, il CdS non intravvede la necessità di procedere all’acquisto diretto per gli utilizzi indicati”, “La struttura di Curio-Bombinasco non soddisfa per contro i requisiti attesi per stabilirvi quanto richiesto”, e “inoltre viste le trattative in corso di un partner attivo nell’ambito della migrazione (la Croce Rossa, ndr), il CdS riterrebbe inopportuno inserirsi nelle fasi conclusive dell’operazione di compra-vendita”.
«Mi sarei atteso un approccio diverso dal CdS – ha detto Berardi durante la seduta odierna –, teso ad approfondire con un’analisi più seria questa proposta. Tanto più che il prezzo era interessantissimo. Eppure non c’è nemmeno stata una presa di contatto per chiedere delucidazioni. Stesso metodo di lavoro, lo ha avuto la Commissione della gestione, che non si è nemmeno premurata di ascoltare il mozionante. Questo tema non è certamente determinante per la vita del cantone, ma anche se le cose fondamentali venissero affrontate con lo stesso metodo, ci sarebbe da preoccuparsi».
«Capisco l’amarezza del collega – ha risposto Galeazzi –. Ipotizzo che il pensiero del CdS sia stato ‘se ci fosse stato qualche soldo in più, forse ci avremmo pensato’. Spiace, perché ci tenevo anch’io, e penso che in futuro questa proprietà si sarebbe potuta rivelare importante per la comunità. Però è chiaro che di fronte a un’acquisizione già fatta, c’è solo da prendere nota».