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‘Migranti, i bimbi devono poter condurre una vita normale’

Scuola e contatti sociali: la socialista Daria Lepori interroga il Consiglio di Stato alla luce dei recenti studi

Accoglienza e integrazione
(Ti-Press)
28 ottobre 2024
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Oggi quanti sono i minorenni (non accompagnati e con famiglia o persone di riferimento) al solo beneficio dell’aiuto d’urgenza in Ticino? Quanti di loro si trovano in questa situazione da più di un anno? Dove sono alloggiati e in quali condizioni (alloggi collettivi, appartamenti, in quali comuni ecc.)? Non solo: “Hanno spazi a loro dedicati dove possono ritirarsi, leggere e fare i compiti? Possono condurre una vita di famiglia, laddove la loro è presente?”. È un nutrito numero di domande quello che Daria Lepori pone al Consiglio di Stato per il gruppo parlamentare socialista. Lo fa alla luce di due nuove pubblicazioni della Commissione federale della migrazione. Dalle quali emerge, sottolinea la deputata del Ps nonché seconda vicepresidente del Gran Consiglio, che “le condizioni in cui vivono i bambini e gli adolescenti che beneficiano del soccorso d’emergenza nel settore dell’asilo ne pregiudicano la salute e lo sviluppo”, ciò che “non è compatibile né con la Costituzione federale né con il diritto internazionale”.

‘Non solo sussistenza biologica, anche spazi’

Nell’ambito dello studio condotto dall’Istituto Marie Meierhofer per il bambino, aggiunge Lepori, “sono stati raccolti per la prima volta in tutta la Svizzera i dati relativi alle condizioni di vita di questi minori, mentre la perizia giuridica dell’Università di Neuchâtel ha inquadrato tali dati da un punto di vita giuridico”. Secondo la Commissione federale della migrazione, scrive la parlamentare, “è chiaro che urgono misure a tutti i livelli politici: i diritti fondamentali dei bambini e degli adolescenti interessati vanno rispettati, indipendentemente dal loro statuto di soggiorno”. Per salvaguardare tali diritti nel contesto dell’asilo “occorre tenere maggiormente conto delle esigenze legate alla specifica fascia d’età in questione”. Ai minori “non basta ricevere quanto necessario alla loro mera sussistenza biologica, perché hanno bisogno di stabilire contatti sociali, disporre di spazi in cui riposarsi e svolgere attività ricreative”. Per garantire il loro benessere, “è inoltre fondamentale che possano condurre una vita quotidiana ‘normale’”.

In Svizzera “circa 700 bambini e adolescenti vivono in strutture d’emergenza e più della metà vi si trova da oltre un anno, molti anche da più di quattro anni”. Dai dati raccolti nello studio “emerge che vivono in condizioni altamente precarie, sono esposti a una forte pressione esterna e il loro sviluppo è minacciato”. Lepori richiama la trasmissione di Falò (Rsi) del 10 settembre 2024 sulla situazione nelle strutture cantonali di accoglienza per gli stranieri ammessi ai sensi della legge sull’asilo: “Si è appreso come in Ticino l’accoglienza per minori non accompagnati e giovani adulti non sia uguale per tutti”. Nelle strutture più piccole, continua la deputata socialista, “si percepisce lo sforzo di creare un’atmosfera più familiare: un esercizio che si rivela quasi impossibile quando gli ospiti sfiorano il centinaio e il numero degli operatori è limitato”.

‘Quali servizi si occupano della loro salute fisica e mentale?’

Oltre ai quesiti citati all’inizio, Lepori chiede al Consiglio di Stato a quali servizi per l’infanzia prescolare “possono accedere ed effettivamente accedono, se ciò è possibile” i bambini non ancora in età prescolastica. Nell’interrogazione si chiede, di riflesso, quali scuole frequentano bambini e preadolescenti “in età da obbligo scolastico”. Così come si chiede se esistano restrizioni per l’accesso alla formazione professionale e “se sì perché non vengono rimosse”. Inoltre: quali servizi medici o di cura (pediatri, specialisti ecc.) si occupano della loro salute? Quali servizi psicologici si occupano della loro salute mentale? Che tipo di attività con coetanei possono svolgere i minori in questione, tenuto conto anche “delle ristrettezze finanziarie in cui versano le persone al solo beneficio dell’aiuto d’urgenza?”. In quale misura è loro garantita la partecipazione alla vita sociale? Come mai in Ticino “è quasi impossibile accogliere minorenni non accompagnati in famiglie, come invece accade in altri Cantoni?”.

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