La maggioranza della commissione della Gestione propone di abrogarla già in Gran Consiglio. Destino segnato anche per la progressione a freddo
Se non è uno sgambetto, poco ci manca. Alla vigilia della presentazione del Preventivo 2025 da parte del Consiglio di Stato, dalla commissione parlamentare Gestione e finanze escono due indicazioni chiare: la tassa di collegamento va abrogata per intero direttamente dal Gran Consiglio – senza passare quindi da una votazione popolare come era stato per la sua approvazione – e la progressione a freddo non deve essere toccata per aumentare le imposte. Due proposte che, se accolte dal parlamento, farebbero mancare nel complesso circa 20 milioni (15 dalla tassa di collegamento e 5 dalla progressione a freddo) già inseriti a Preventivo. Un bel grattacapo per il governo.
A fare fronte comune contro la tassa di collegamento, fortemente voluta dal direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, sono Udc, Plr e Centro che hanno sottoscritto il rapporto di maggioranza della democentrista Roberta Soldati. Rapporto che chiede di dar seguito all’iniziativa popolare contraria al balzello. La minoranza della commissione – composta da Ps, Verdi e Lega – sostiene invece il controprogetto del governo. Controprogetto che consiste in una versione ‘light’ della tassa, destinata solo ai grandi generatori di traffico con più di cinquanta posti auto e che esclude i centri commerciali.
Nessuna decisione ufficiale invece, ma una chiara contrarietà della maggioranza dei commissari, sulla proposta del governo di ritoccare la progressione a freddo, ovvero il meccanismo che vuole evitare che a un lavoratore che riceve un aumento salariale, dato per compensare la crescita dei costi, venga applicata una nuova aliquota. Questo perché l’aumento non è goduto ma, appunto, riconosciuto solo come compensazione del rincaro.
«La maggioranza dei commissari ha deciso di sostenere il rapporto di maggioranza, che chiede sostanzialmente di affossare direttamente in aula la tassa di collegamento», afferma il presidente della commissione parlamentare Gestione e finanze Bixio Caprara (Plr). «C’è anche chi, come il sottoscritto, pensa che sia giusto tornare davanti al popolo. Personalmente sono contrario a questa tassa, ma ritengo che debbano essere i cittadini ad abrogare una decisione presa alle urne dagli stessi cittadini». Caprara si dice quindi «preoccupato. Domani riceveremo dal Consiglio di Stato il Preventivo e la situazione è complicata. Ognuno all’interno delle istituzioni deve fare la propria parte: il governo fa delle proposte e il parlamento elabora le sue considerazioni. Deve però esserci una visione d’insieme altrimenti tutto diventa molto complicato». Preventivo 2025 che, come detto, contiene le entrate derivate dalla tassa di collegamento, circa 15 milioni l’anno. Firmare questo rapporto non mette in difficoltà l’Esecutivo? «Mette in difficoltà tutto il cantone, non solo il Consiglio di Stato o il Gran Consiglio. Le responsabilità ci sono da tutte e due le parti. È compito della politica tutta dare alla popolazione un Preventivo che funzioni. D’altra parte – continua il presidente della Gestione e finanze – è la Costituzione a dirci che i conti dello Stato devono essere in equilibrio. Se questo non avviene è un problema per tutti». Conclude lapidario Caprara: «Non si può solo pensare che sia colpa o responsabilità di qualcun altro. Anche perché il coinvolgimento tanto richiesto lo scorso anno all’indirizzo del governo c’è stato».
«Per noi è importante che il popolo possa esprimersi su questo tema. La tassa è stata approvata dai cittadini e quindi è giusto che siano i cittadini, se lo vorranno, ad abolirla». Motivo per cui la Lega di Omar Balli andrà a comporre un insolito fronte con Partito socialista e Verdi a sostegno del messaggio governativo. «Il rapporto di minoranza a sostegno della proposta dell’Esecutivo (relatrice Samantha Bourgoin dei Verdi, ndr) non è ancora pronto, ma quanto presentato dal consigliere di Stato Claudio Zali ci pare un buon compromesso». Nelle scorse settimane il presidente dell’Udc Piero Marchesi – alleato della Lega alle ultime elezioni cantonali e federali – si era appellato a Plr, Centro e “a quei deputati della Lega ragionevoli sul tema” per affossare la tassa direttamente in parlamento. «Il presidente Marchesi può fare tutti gli appelli che vuole. La ragionevolezza d’altra parte è qualcosa di soggettivo. La maggioranza della Lega ritiene ragionevole far decidere il popolo e sostenere il consigliere di Stato». A proposito del Preventivo, «questa voce porta 15 milioni nelle casse del Cantone. Se si decide di toglierla bisognerà andare a recuperare le stesse risorse da qualche parte. Bisognerà trovare una soluzione, spero con un accordo anche perché potrebbe non essere l’unica misura inserita dal Consiglio di Stato che verrà stralciata dal parlamento». Un chiaro riferimento alla progressione a freddo… «Esatto. Il nostro gruppo è contrario a questa misura come presentata».
«L’abbiamo sempre detto – afferma convinto Tiziano Galeazzi (Udc) – risolvere la questione in parlamento è la cosa migliore. Ovviamente ci teniamo che sia il popolo a votare ed esprimersi in quanto sovrano, in questo caso però ci sono tutti gli elementi che giocano a favore di una decisione presa dal Gran Consiglio». Tra questi, spiega Galeazzi, «il tira e molla, i ricorsi, e la nuova raccolta di firme. D’altra parte – puntualizza Galeazzi – l’insuccesso di questa tassa l’abbiamo visto tutti. È quindi inutile tornare a far votare il popolo». Uno sgambetto al governo che proprio domani presenta il Preventivo? «Ognuno fa i Preventivi che vuole ma bisogna poi anche difenderli. Non si può mettere a bilancio una voce d’entrata senza sapere come sarebbe andata a finire, visto che era noto il dibattito sul tema. Personalmente avrei dato la priorità al contenimento della spesa, quello lo si poteva fare benissimo già oggi». E la progressione a freddo? «Stamattina sono stato chiaro in commissione: va lasciata com’è, se c’è va applicata. Ho anche qualche dubbio che il Consiglio di Stato abbia tutta questa libertà d’azione sul tema. A livello federale, ad esempio, la progressione a freddo è costituzionale». «In ogni caso – aggiunge Galeazzi – mi sembra che la tendenza commissionale sia quella di tirare una riga netta su questa voce di bilancio».
Contrario alla tassa di collegamento è anche, a maggioranza, il Plr di Alessandro Speziali. «Abbiamo deciso di firmare adesso questo rapporto anche perché il dossier è sul tavolo da veramente tanti mesi. C’è la questione del voto popolare, è vero – ammette Speziali –. Ma si tratta di una tassa che non è mai stata formalmente applicata perché ha dei problemi. Mancavano gli indicatori, mancavano gli obiettivi e il Tribunale federale ha espresso tutta una serie di critiche. A un certo punto il parlamento deve decidere». Per il presidente cantonale del Partito liberale radicale «c’è poi una questione politica e di dialogo con i cittadini. Si dovrebbe approvare qualcosa per poi andare al voto e sostenere il contrario. Una situazione che creerebbe confusione». Anche perché, nel frattempo, «il potenziamento del trasporto pubblico, che era uno degli obiettivi centrali della tassa, c’è stato. Tante aziende si stanno anche impegnando in progetti di mobilità condivisa. La popolazione, quando ha approvato la proposta alle urne, l’ha fatto con questo intento. Quindi è legittimo che la sua abrogazione venga risolta direttamente dal Gran Consiglio». La progressione a freddo, invece, «mi pare che non stia convincendo nessuno. Come Plr siamo molto molto scettici». State mettendo in difficoltà il governo? «Non è compito del parlamento approvare delle misure non ottimali solo per una questione finanziaria e contabile. Abbiamo anche la volontà di guardare nel merito le misure e decidere se abbiano senso o no». Un esempio? «Quelle sulle casse malati per noi devono essere approvate».
«Molti del nostro gruppo erano contrari dal principio a questa tassa, quindi per noi va benissimo abolirla. Anche perché dove è stata applicata non ha dato nessun risultato, il traffico dei frontalieri non è assolutamente diminuito. Non mi sembra poi il momento – aggiunge Fiorenzo Dadò (Centro) – di andare ad aggiungere balzelli. Siamo confrontati con diversi rincari e l’aumento dei premi di cassa malati». E la volontà popolare? Erano stati i cittadini ad approvare la tassa di collegamento. «Con l’inganno – replica pronto Dadò –. Questa tassa non ha raggiunto nessuno dei suoi obiettivi. I frontalieri sono aumentati e il traffico non è diminuito. Il suo flop è evidente». Chiara la posizione del Centro anche sulla progressione a freddo, «siamo contrari a più imposte per il ceto medio e medio alto. Si andrebbe a toccare solo chi guadagna fino a trecentomila franchi». Dadò riconosce che cassare queste misure vuol dire togliere risorse al Cantone, «bisognerà trovare altre soluzioni nelle prossime settimane, un compito di governo e parlamento. Però la politica di ‘mangia questa minestra o salta dalla finestra’ a me non piace».