Oggi il Consiglio di Stato illustrerà le sue proposte. La Gestione bocciando tassa di collegamento e progressione a freddo fa muro. Il solito triste caos
Il Preventivo 2025 che verrà presentato oggi dal Consiglio di Stato è già pronto per la fucilazione. L’accelerata data dalla commissione parlamentare della Gestione nel firmare a maggioranza il rapporto che propone di eliminare la tassa di collegamento direttamente in aula, senza nemmeno andare alle urne e votare l’iniziativa popolare che ne chiede la soppressione, è un messaggio chiaro al governo che così non va, che con il puro maquillage e senza mai offrire uno straccio di visione per il futuro non si può più andare avanti.
Con il no sempre più vicino alla tassa di collegamento – la maggioranza in Gran Consiglio dovrebbe essere risicata, e per ora il vento soffia in quella direzione – verranno a mancare 15 milioni previsti dal Consiglio di Stato nella cosiddetta manovra di rientro dal deficit. Altri milioni, mai quantificati ma dovrebbero essere tra i 5 e i 10, salteranno con la bocciatura che si profila anche per il secondo ambito in cui vuole operare il governo: la progressione a freddo. La terza scure, quella che riguarda i sussidi di cassa malati, verrà calata alla vigilia di un’ulteriore, prevedibile impennata dei premi che sarà comunicata domani e che scontenterà tutti. La miopia di un governo incapace di guardare oltre al proprio naso e al pallottoliere sta facendo sbattere dritti contro un muro che, con più accortezza da parte di tutti, si sarebbe potuto e dovuto evitare.
Dopo un Preventivo 2023 con dentro 137 milioni di franchi che si sapeva benissimo non sarebbero mai arrivati da parte della Banca nazionale, è arrivato un altro Preventivo, quello del 2024, presentato in ritardo e pieno di tagli che senza sfere di cristallo era immaginabile saltassero: a pochi mesi dalle elezioni chi sega il ramo elettorale su cui è seduto? Adesso, dopo che l’anno scorso era stata venduta la storiella che ogni colpa era da attribuire alla mancata comunicazione tra Consiglio di Stato e parlamento per il tramite della commissione della Gestione, è la stessa commissione della Gestione a mettere uno stop grande come una casa al governo il giorno prima della presentazione del Preventivo 2025. La comunicazione ci sarà pur stata, ma il risultato è fallimentare.
Il teatrino, insomma, continua. C’è un Consiglio di Stato che seguita imperterrito a tirare dritto per la strada della contabilità spiccia denunciando i margini sempre più ridotti impostigli da Gran Consiglio e voti popolari, e c’è un Gran Consiglio dove a maggioranza si continuano a decidere o perorare in astratto dei tagli che però, quando sono davvero da portare avanti in maniera seria, nessuno ha il coraggio di fare dando la colpa al governo. È una retorica che ha francamente stancato ma di cui non si vede all’orizzonte la fine.
Il futuro non è roseo e serve che la politica, esecutiva e legislativa, faccia sul serio la chiarezza che la popolazione merita. Se lo stato delle finanze cantonali è grave come spesso viene detto, la si smetta col tragicomico situazionismo con cui viene affrontato il rientro dal deficit; se il debito invece è tollerabile, come viene detto da altri, non si scherzi col fuoco e con una cittadinanza sempre più provata dal calo del potere d’acquisto, dall’aumento di ogni voce di spesa e da un futuro traballante. Quello che è lecito aspettarsi è una presa di responsabilità collettiva, ma anche una presa di coscienza del fatto che fuori dal Palazzo la gente fatica sempre più a capire una politica avvertita lontana e autoreferenziale.