È la proposta (ri)lanciata da Fiorenzo Dadò durante il comitato cantonale del Centro che gli ha conferito un altro mandato da presidente
«Quella che abbiamo appena vissuto è stata un'horribilis haestas, un'estate orribile. Molte, troppe tragedie hanno colpito numerose famiglie e diversi giovani, vittime di incidenti in montagna, sulle strade e sul lavoro. Avvenimenti funesti che hanno fatto da cornice alle tragedie del maltempo di inizio estate, prima in Mesolcina e subito dopo nella mia Vallemaggia, provocando morte e distruzione». Fiorenzo Dadò, davanti al comitato cantonale del Centro che gli ha rinnovato il mandato quadriennale da presidente insieme ai vice Marco Passalia e Giorgio Fonio, lancia quindi una proposta già messa sul tavolo nelle scorse settimane: «Serve una legge che preveda una sorta di statuto speciale di catastrofe, così da poter avere un cambio di passo legislativo, burocratico e amministrativo. Cantone e Confederazione devono essere in grado di dare risposte adeguate grazie a una legislazione che facilita ogni intervento di ricostruzione. Come partito ci stiamo lavorando».
Davanti al ‘parlamentino’ del Centro riunito questa sera a Bellinzona non poteva mancare un riferimento al caos che sta coinvolgendo il Tribunale penale cantonale. «È una vicenda che genera un profondo senso di tristezza – afferma Dadò –. Confidiamo che le inchieste e gli approfondimenti in corso possano dare velocemente una svolta a questa situazione sfuggita di mano nonostante le avvisaglie ci fossero. Una situazione che sta gettando discredito sul potere più importante e delicato dello Stato». Il presidente del Centro ha voluto rimarcare come «non sia più tollerabile un certo atteggiamento che per anni è stato di casa all’interno di palazzo di Giustizia e che è emerso in tutta la sua sguaiatezza in questi giorni. Volgarità, sessismo, considerazioni indegne sono da condannare senza tentennamenti. Specialmente per chi ricopre una carica così importante e per chi è chiamato a decidere sul bene più prezioso dell’essere umano, che è la libertà. Si sta minando senza alcuna loro responsabilità l’immagine dei magistrati ticinesi e la credibilità delle istituzioni».
Di estate difficile, molto difficile, parla anche il consigliere di Stato Raffaele De Rosa: «Speravamo avere il tempo per ricaricare le batterie. Ma non è stato così. Aperture di procedimenti penali a personaggi noti, disagi nella magistratura e catastrofi naturali hanno provocato molte ferite. Verranno curate, certo, ma resteranno nella memoria di tutti». La strada per la ricostruzione, spiega De Rosa, «sarà lunga e difficile, ma uniti ce la faremo». Appello all'unità che vale anche per quanto riguarda il riequilibrio delle finanze cantonali. «Ci aspettano mesi impegnativi. Ognuno dovrà fare la sua parte, sarà fondamentale costruire ponti e intese tra governo, parlamento e società civile».
A sollevare una critica al Consiglio di Stato è il capogruppo in Gran Consiglio Maurizio Agustoni: «Mi ha stupito vedere il recente messaggio del governo che mette in discussione la progressione a freddo, un aspetto molto tecnico ma che se modificato comporterebbe un aumento mascherato delle imposte. A lasciare perplessi è soprattutto la tempistica, questa proposta arriva pochi mesi dopo che si sono abbassate le imposte ai cittadini più facoltosi. Ora invece si rischia di alzarle a tutti. Non mi sembra coerente». Anche perché, prosegue Agustoni, «le votazioni popolari degli ultimi anni hanno dato ragione a proposte talvolta di destra e talvolta di sinistra ma tutte accomunate dalla stessa idea: difendere il potere d'acquisto. Ed è in questa direzione che bisogna andare nei prossimi mesi, anche durante le discussioni sul Preventivo 2025».