In arrivo un corso volto a formare squadre d'intervento di volontari per proteggere dalle falciatrici i cuccioli che si nascondono nell’erba alta
Troppo giovani per darsi alla fuga, fino a 2-3 settimane dalla nascita i piccoli di capriolo in caso di pericolo reagiscono rannicchiandosi contro il terreno per nascondersi. Una mossa istintiva che purtroppo non di rado li fa diventare vittime delle falciatrici, soprattutto nei prati vicino ai boschi. Per ovviare al problema nel 2017 è stata creata l’associazione no-profit Salvataggio Caprioletto Svizzera (Rehkitzrettung Schweiz) che per la prima volta approda in Ticino per proporre una specifica formazione per volontari operatori di droni. Scopo è costituire squadre d’intervento in previsione della stagione 2025. Proprio i droni dotati di termocamere si sono dimostrati molto efficienti per individuare i cuccioli da proteggere: 5’159 il numero di quelli messi in sicurezza quest’anno nel resto del Paese.
Rehkitzrettung Schweiz
Sveglia intorno alle 5 del mattino, ultimo controllo dell’attrezzatura e poi via verso il campo segnalato dall’agricoltore un paio di giorni prima dello sfalcio. Una volta in loco caricamento del programma di volo sul radiocomando, briefing della missione e checklist alla mano per assicurarsi che il drone munito di termocamera sia pronto per il decollo. Durante l’operazione occhi puntati sullo schermo alla ricerca di fonti di calore che potenzialmente potrebbero rivelarsi piccoli di capriolo. In caso di identificazione di un esemplare, messa in sicurezza sotto una cassetta di legno in coordinazione con un cacciatore e segnalazione tramite bandierina al contadino che nell’arco di un paio d’ore effettuerà lo sfalcio del prato e la liberazione del cucciolo. In questo consiste in buona sostanza un’operazione di salvataggio caprioli tramite l’impiego di droni, ci spiega Alessandro Manna, già istruttore droni per il Turing Club Svizzero, il quale si occuperà della formazione in Ticino.
Questo tipo di attività non è una prima sul territorio cantonale. Alcuni privati già in passato hanno proposto un simile servizio e come si legge in un comunicato stampa del giugno 2022 del Dipartimento del territorio lo stesso ha consolidato, nell’ambito di alcuni progetti pilota condotti a stretto contatto con alcuni agricoltori, una collaborazione con operatori di droni. È invece una prima in Ticino il corso promosso da Salvataggio Caprioletto Svizzera, associazione mantello che funge da coordinatrice, mette a disposizione degli agricoltori e dei piloti un software dedicato alla gestione di tutto l’iter – dalla segnalazione del campo per cui è richiesto l’intervento alla minuziosa pianificazione del volo –, si occupa di stilare i resoconti annuali nonché, appunto, della formazione. Per quella prevista in Ticino le iscrizioni apriranno il prossimo mese e si terrà da gennaio ad aprile 2025, con l’obiettivo di costituire dei team d’intervento per maggio-giugno, i mesi in cui nascono i caprioletti e si procede allo sfalcio dei prati.
«Per poter partecipare alla formazione, che prevede l’utilizzo di droni dal peso superiore ai 250 grammi – evidenzia Manna – in accordo con quanto previsto dalla legge e in linea con la regolamentazione dell’Easa (l’European union aviation safety agency) a partire dal 1° gennaio 2023 è necessario disporre almeno della certificazione base A1/A3, rilasciata esclusivamente dall’Ufficio federale dell’aviazione civile (Ufac)». La quota per accedere alla formazione è di 250 franchi, cifra che copre i costi del corso e garantisce l’affiliazione per un anno all’associazione Salvataggio Caprioletto Svizzera.
Nel frattempo, rende noto Manna, si sta valutando se costituire un’associazione a livello ticinese: «Per decidere aspettiamo di vedere il responso degli operatori di droni, degli agricoltori e dei cacciatori che sono parte integrante dei team d’intervento». La sua esistenza, mette in luce il nostro interlocutore, consentirebbe di raccogliere più facilmente dei fondi attraverso delle campagne di crowdfunding, un aspetto non di poco conto in quanto il costo di un drone con termocamera si aggira intorno ai 5mila franchi. «Per la formazione che ho seguito insieme a un collega ce n’è stato messo a disposizione uno dalla Schweizer Tierschutz Sts (la Protezione svizzera degli animali Psa) per il quale abbiamo così solo dovuto provvedere alla copertura delle spese assicurative. Speriamo che anche l’anno prossimo si ripresenti tale possibilità, in attesa di riuscire ad acquistarne uno per la nostra flotta», commenta Manna.
Rehkitzrettung Schweiz
Per accendere l’interesse nel pubblico ticinese su questo mondo che unisce salvaguardia della natura e tecnologia, si terrà una serata informativa online mercoledì 21 agosto e a seguire una dimostrazione dal vivo domenica 1° settembre. Per partecipare è necessario annunciarsi al link: https://www.rehkitzrettung.ch/iscrizione-all-evento-informativo. Nel bilancio 2024 relativo all’operato delle molteplici associazioni locali, i citati oltre 5’100 esemplari sono stati individuati e salvati da 641 squadre formate da un numero di volontari superiore al migliaio, di cui 690 piloti, che hanno sorvolato 42’389 ettari di territorio. Il successo già riscontrato Oltralpe dal progetto, i cui promotori auspicano che a breve sia una realtà anche alle nostre latitudini, è il frutto della collaborazione tra i piloti appositamente formati e certificati, gli agricoltori convinti della bontà di tale impegno, nonché i cacciatori quali conoscitori della fauna e del comportamento dei selvatici. Per tale ragione, principalmente nel Sopraceneri, l’associazione nazionale sta cercando di stabilire i primi contatti con contadini e cacciatori potenzialmente interessati a unire le forze e a cui è esteso l’invito sia all’evento informativo che alla dimostrazione.