Nel primo semestre del 2024 i pernottamenti sono in forte aumento in Svizzera, il Ticino segna però una controtendenza. ‘Si punti sul mercato estero’
I pernottamenti continuano a volare in Svizzera. Da inizio anno si sono toccate cifre mai registrate in passato. Il Ticino, però, è in controtendenza. Rispetto allo stesso periodo del 2023 il calo è del 5,8%. «C’è una certa preoccupazione, va detto. Ci aspettavamo un segno meno, come successo già lo scorso anno, ma non così ampio. Da inizio anno tutti i mesi hanno registrato un dato in diminuzione, a parte maggio», afferma il direttore di Ticino Turismo Angelo Trotta. Già nel 2023 i pernottamenti erano scesi rispetto all’anno precedente (-3,4%), ma il risultato nel suo complesso era stato considerato in ogni caso positivo. «Gli anni della pandemia hanno alzato notevolmente le cifre di tutto il settore turistico, portandole a livelli che non si erano mai registrati nel nostro cantone. Con la ripresa del turismo internazionale una diminuzione era da mettere in conto. Ora – prosegue Trotta – resta da capire a che livello si assesteranno i numeri». Rispetto al periodo prepandemico, comunque, il Ticino è ancora ampiamente in positivo: +4,7% nei primi sei mesi dell’anno.
«Quello che un po’ ci assilla è capire quanto questa diminuzione sia dovuta a motivi strutturali e quanto a eventi contingenti». Detto altrimenti: quanto hanno pesato la chiusura molto prolungata del tunnel di base del San Gottardo, i disagi viari dovuti al maltempo in Mesolcina e il franco forte che rende le vacanze all’estero più convenienti? «L’incidente di Alptransit è stato sicuramente un duro colpo», sostiene il direttore di Ticino Turismo. «Specialmente per una regione come la nostra che ha molti pernottamenti di breve durata o anche di un solo giorno. In questi casi la durata del viaggio incide molto sulla decisione di partire o meno». E questo si lega al grido d’allarme lanciato nelle scorse settimane dal settore della ristorazione, che attraverso l’associazione di categoria GastroTicino aveva segnalato un calo del fatturato tra il 20 e il 50%, con la conseguenza di possibili chiusure imminenti. «Il calo del turismo di giornata colpisce in particolar modo la ristorazione. Se il turista confederato, che resta il nostro cliente principale, decide di non trascorrere una giornata a Sud delle Alpi perché il viaggio si è allungato, i primi a risentirne sono appunto ristoranti e bar». Il calo, se si guarda solo chi alloggia in arrivo da altri cantoni, è addirittura del 9%. «Non va poi dimenticato che la Pasqua, uno dei momenti ‘clou’ per il turismo ticinese, è stata caratterizzata dalla pioggia. Una vera doccia fredda».
Cosa fare quindi? Una risposta sullo stato di salute del turismo ticinese arriverà dopo aver analizzato i numeri dei prossimi anni, meno influenzati dalle cifre della pandemia e (si spera) senza eventi straordinari come la chiusura della galleria ferroviaria del Gottardo. «La competizione per attirare i turisti è sempre più agguerrita, anche tra i cantoni stessi. Ed è una guerra che si combatte soprattutto a livello di budget», continua Trotta: «Ticino Turismo lavora con un budget costante da tanti anni, anzi in leggero calo. Riconosciamo inoltre l’influsso che può avere sul turismo il tema dell’accessibilità (ferroviaria e stradale), la chiusura del tunnel di base e i problemi di traffico ne sono la prova».
Lo sgambetto, per la presidente di HotellerieSuisse Ticino Sonja Frey, sarebbe invece arrivato dal meteo. «Dall’inizio dell’anno fino alla fine di giugno – spiega da noi interpellata – il cattivo tempo ha giocato un ruolo negativo centrale. Ci sono stati tanti giorni a meteo variabile e due episodi di eventi climatici estremi, prima in Mesolcina e poi in Alta Vallemaggia. I visitatori, vista la troppa incertezza, hanno probabilmente preferito passare oltre il Ticino per recarsi laddove vi erano maggiori garanzie di bel tempo». In merito, aggiunge Frey, «essere così meteo dipendenti è per noi un problema di non poco conto. I vari enti turistici stanno infatti lavorando in questo senso, puntando anche ad attirare clienti da altre nazioni».
Stando ai dati dell’Osservatorio del turismo, nel mese di giugno i turisti svizzeri recatisi in Ticino sono infatti diminuiti del 4,2% rispetto al 2023, quelli tedeschi del 6% e quelli italiani del 2,5%. A essere invece aumentati, quelli provenienti da altri Paesi (+8,9%).
«Non sono arrivate tante disdette a causa del maltempo», afferma poi Frey. E illustra: «Gli svizzeri tedeschi in particolare tendono a prenotare con poco preavviso, quando sanno che tempo farà in Ticino. A essere mancate sono piuttosto le riservazioni che non sono arrivate».
A ciò si aggiungono i costi. «Molte persone – riprende la presidente di HotellerieSuisse Ticino – stanno cercando di risparmiare di questi tempi». E rileva: «In determinati settori, penso ai voli low cost, i prezzi dei biglietti sono talmente bassi che spesso è più conveniente andare in vacanza in luoghi più distanti a un costo minore». La tariffa media Adr (Average Daily Rate, ovvero il rapporto tra il fatturato di produzione giornaliero e le camere vendute), emerge in effetti dalle cifre dell’Osservatorio del turismo, registra un incremento del 2,1% rispetto allo scorso anno per le strutture da zero a due stelle, del 2,2% per le tre stelle e del 4,5% per le strutture da quattro a cinque stelle. In parallelo, durante il mese di giugno, la categoria ad aver sofferto un maggiore calo dei pernottamenti sono gli alberghi a tre stelle (-7,8%), mentre le cinque stelle segnano un aumento del 2% rispetto al 2023. «È vero – conferma Frey – gli hotel a tre stelle hanno subito la perdita maggiore. Si tratta di strutture meno in centro e che offrono molti meno servizi degli alberghi di fasce superiori».
Dall’inizio dell’anno, gli arrivi in Ticino sono stati inferiori del 3,3% rispetto al 2023. Ma c’è un ma. I dati del 2024 sono comunque superiori del 7% rispetto al periodo prepandemico (2015-2019). È per forza un risultato negativo quello di quest’anno o si è raggiunto un plateau che porta molti turisti in Ticino, senza però fare registrare aumenti vertiginosi come durante la pandemia? Per Frey, «è ovvio che non possiamo ottenere le stesse cifre di quel periodo, ma possiamo sempre migliorare. È fondamentale riuscire a tenere i clienti che già abbiamo, andando però poi oltre. Attraverso appunto i mercati esteri e prolungando la stagione anche a quei mesi in cui si lavora meno». In tal senso, la presidente di HotellerieSuisse Ticino si dice poco preoccupata dal fenomeno dell’over turismo: «Alcuni posti attirano inevitabilmente tante persone. A volte perché sono stati girati dei film, altre tramite i social. A ogni modo, prima di poter davvero parlare di over turismo, ci vuole ancora tanto tempo».
In vista dell’autunno Frey resta fiduciosa. «Le prenotazioni – dice – vanno bene. A inizio settembre tornerà poi a pieno regime il tunnel ferroviario del Gottardo. Speriamo solo che il meteo sia dalla nostra».