Dopo il sì ticinese all'iniziativa federale per plafonarli al 10% del reddito disponibile, Forini: ‘Ora il Dss si muova’. Mazzoleni: ‘Non così’
Premi di cassa malati che ammontino al massimo al 10% del reddito disponibile? Il Partito socialista non molla. Anzi, rilancia. Dopo la bocciatura dell’iniziativa popolare federale di domenica, e forte del risultato ticinese in netta controtendenza – il no a livello nazionale ha raggiunto il 55,5% mentre il Ticino l’ha approvata col 57,5% di favorevoli – il vicepresidente del Ps e deputato al Gran Consiglio Danilo Forini ha le idee in chiaro: «L’iniziativa popolare gemella, quella presentata in Ticino, è ancora più urgente guardando il risultato di domenica». E quindi, «ci aspettiamo che il Consiglio di Stato licenzi al più presto il messaggio all’indirizzo del parlamento nel quale venga illustrato come la pensa e quali margini ci sono». Insomma, il ragionamento è semplice: «Se abbiamo raggiunto certi numeri con l’iniziativa federale, con quella cantonale che ricalca lo stesso esatto principio, siamo convinti di andare incontro alle difficoltà delle persone nel pagare i premi di cassa malati». Perché non si scappa, per Forini «il segnale lanciato domenica è stato chiarissimo, i ticinesi fanno sempre più fatica a pagare i premi e non potrebbe essere altrimenti visto che non solo sono tra i premi più alti in Svizzera, ma nel cantone con i salari più bassi».
Quindi, adesso, la palla è nel campo del governo: «E ci aspettiamo che il direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa faccia in fretta, perché il Consiglio di Stato deve agire prima del Preventivo 2025 e dirci come intende fare per alleviare queste sofferenze». Il popolo, spiega ancora Forini, «ha detto che c’è un problema, e noi come iniziativisti ci aspettiamo che il governo accetti l’iniziativa così com’è, con una base già consolidata a livello nazionale e già applicata da altri Cantoni. Ma se controprogetto dovrà essere, almeno sia sostanziale e aderente ai principi e agli scopi di questa iniziativa».
Il bisogno per i socialisti che una risposta concreta arrivi prima del Preventivo 2025 è spiegato dal fatto che «temiamo tantissimo nuovi tagli». E, riprende il vicepresidente del Ps, «sposo appieno le parole della consigliera di Stato Marina Carobbio quando domenica, commentando il voto, ha detto che l’esito in Ticino è una sorta di mandato a non tagliare i sussidi di cassa malati. Ma prima di battagliare sul Preventivo, vogliamo che la nostra iniziativa popolare vada avanti». Senza dimenticare, annota Forini, «che i ticinesi accettando questa iniziativa hanno accettato anche il principio che si sarebbero dovute toccare le imposte. Dicendo che andava bene pagare una ventina di franchi in più per mettere un limite ai premi di cassa malati».
L’urgenza è la stessa, ma le soluzioni in casa Lega sono diverse. «Il voto di domenica sulle due iniziative sui costi della cassa malati è stato l’ennesimo segnale che per i ticinesi quello dell’assicurazione malattia è uno dei problemi principali, e ha messo in evidenza il malessere delle famiglie alle prese con queste spese che aumentano sempre di più», commenta il deputato e vicecoordinatore leghista Alessandro Mazzoleni. Insomma, «il problema è più che attuale: se un ticinese vede in votazione qualcosa che riguarda la cassa malati vota per ridurre premi e spese quasi come se fosse un riflesso». Il cittadino ticinese però non è stato il solo a votare, e a livello federale anche se entrambe le iniziative sono state bocciate è comunque emerso un risultato importante. Che fare adesso? Come si posizionerà la Lega davanti all’intenzione socialista di portare avanti in Ticino l’iniziativa gemella a quella federale sul plafonare i premi al 10% del reddito disponibile? «Già nel contesto di questa votazione federale abbiamo dato indicazione di voto negativa – risponde Mazzoleni –, e penso che la nostra posizione non cambierà».
Il perché è presto detto: «Non vogliamo legare i costi per le casse malati al reddito, perché si andrebbe di fatto a tassare maggiormente chi già paga. Con l’attuale sistema dei sussidi oltretutto saranno in pochi a dover pagare più del 10% del reddito, lordo, in premi di cassa malati. E noi, come Lega, siamo sicuramente contro il taglio delle prestazioni sociali ma siamo anche contro ogni aumento di imposta: e i cittadini ticinesi domenica, approvando la riforma fiscale, hanno ribadito questo concetto».
E quindi? Altre soluzioni? «Per noi sono da ricercare nei costi della sanità, quindi ci impegneremo ad approfondire tra gli altri anche il tema della pianificazione ospedaliera». Poi, chiaro, resta molto rimpianto: «Avevamo una proposta, quella dell’iniziativa di Michele Guerra e sulla quale il Gran Consiglio ha respinto il mio rapporto», ricorda Mazzoleni. Nel concreto, «si trattava di chiedere al governo di approfondire la possibilità di creare un’assicurazione unica per tutti i beneficiari di prestazioni sociali cantonali in parallelo alle altre assicurazioni. È stato detto no a una semplice richiesta di approfondire qualcosa che avrebbe potuto portare un risparmio di diversi milioni di franchi...».
Detto del passato, resta il futuro. Che si chiama Preventivo 2025. Nelle infinite trattative per il Preventivo 2024, la posizione della Lega è stata fermissima: niente taglio alle prestazioni sociali. Sarà ancora così? «Questa sarà sicuramente la nostra posizione di partenza – risponde il vicecoordinatore leghista –, ma siamo comunque consci del fatto che in parlamento bisogna fare compromessi e discutere con altre forze, soprattutto quando si parla di rientro dal deficit. Ci batteremo, ma se il compromesso sarà accettabile saremo d’accordo come nel 2024. Se non sarà accettabile, vedremo come comportarci».
In casa Lega, a ogni modo, si aspetta anche dal governo la data in cui il popolo sarà chiamato a votare sull’iniziativa popolare, presentata nel settembre 2022, che chiede di raddoppiare (circa) le deduzioni dei premi di cassa malati. Rendendole, di fatto, integrali. Il proposito è quello di aumentare da 5’200 a 9mila franchi la soglia per le persone sole, da 10’500 a 18’000 per i coniugati.