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‘Il no allo stabile Efg non vuol dire stop agli investimenti’

Il Plr scrive al Dipartimento delle istituzioni e chiede un piano per rafforzare la giustizia. ‘Il popolo non è disinteressato al terzo potere’

Un chiaro no alle urne
(Ti-Press)
10 giugno 2024
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La bocciatura popolare dell’acquisto dello stabile Efg – 59,5% i contrari – quale nuova ‘Cittadella della giustizia’ non deve diventare un alibi per rimandare ulteriormente le riforme urgenti del terzo potere dello Stato, la giustizia appunto. È quanto afferma il Plr con una presa di posizione rivolta al Dipartimento delle istituzioni che chiede di presentare entro l’autunno un piano concreto per il rafforzamento della giustizia. “Il no emerso dalle urne ha quale conseguenza quella di liberare parte delle risorse destinate alla giustizia, che possiamo e dobbiamo investire per garantire il suo buon funzionamento. In nessun caso – precisano i liberali radicali – possiamo abbandonarci a una politica rinunciataria”. Una frase che è una chiara risposta al direttore del Di Norman Gobbi, secondo il quale “i ticinesi hanno dimostrato alle urne che investire nella giustizia non è la priorità". Scrivono i liberali: “Il popolo ha votato contro l’acquisto di uno stabile, ma ciò non significa che si disinteressa al buon funzionamento del terzo potere dello Stato”.

Nella presa di posizione si fa anche notare come il progetto ‘Giustizia 2018’ promosso dal Dipartimento sia ormai scomparso dai radar. “È necessario, come chiesto recentemente dal procuratore generale Andrea Pagani, poter disporre di una chiara regia a livello politico. Una regia che fissi delle priorità e indichi quante risorse, tra magistrati e funzionari, necessitano le autorità giudiziarie”.

Il Plr articola in cinque punti le richieste rivolte al Dipartimento delle istituzioni. Oltre a un progetto di adeguamento del personale, si chiede al Di di presentare un piano chiaro e concreto sulle risorse umane nella giustizia. Questo, “senza sottrarsi all’esercizio di valutare le reali necessità di potenziamento della giustizia nel loro complesso, in particolare facendo riferimento a un raffronto intercantonale e alla mole di lavoro che sta oggi ingolfando l’intero settore”.

Il Dipartimento diretto da Gobbi, secondo i liberali radicali, dovrebbe inoltre proporre entro fine anno un chiaro progetto di digitalizzazione delle risorse della giustizia con i relativi costi e le tappe d’attuazione, “con particolare attenzione ai problemi logistici legati alla mancanza di una struttura tecnica al passo con i tempi”. Poi, "va presentato al più presto un concetto per la professionalizzazione del Consiglio della magistratura e proposto entro metà 2025 un progetto concreto e percorribile per una soluzione definitiva dei problemi legati agli spazi per le varie istituzioni giudiziarie con il relativo piano d’investimenti necessari".

Lo scritto indirizzato al Di tocca anche il tema delle nomine dei magistrati. “Ci aspettiamo finalmente passi avanti decisivi nel meccanismo di nomina dei magistrati, come richiesto da una nostra iniziativa parlamentare verso un concetto basato sulla qualità delle candidature, fuori da logiche partitiche, proprio nell’ottica di garantire un miglior funzionamento della nostra giustizia”.