Stabile EFG: un affare, per chi lo vende

L’acquisto dello stabile EFG, ex Banca del Gottardo, per 80 milioni di franchi è un affare, indubbiamente per chi lo vende. È sul mercato da anni, il suo valore di 80 milioni, il prezzo che intendono pagarlo Governo e Parlamento, è solo teorico perché di acquirenti oltre al Cantone non ce ne sono. Ci sono dunque ampi margini di trattativa per far risparmiare una ventina di milioni ai contribuenti, ma il Governo ha invece deciso di voler essere particolarmente generoso con la banca che lo vende. Mentre i sostenitori cercano di convincerci che l’acquisto dello stabile darà dignità alla Giustizia ticinese, i problemi reali del terzo potere vanno ben oltre la sede logistica. La situazione organizzativa è precaria, la digitalizzazione è pressoché inesistente e le nomine sono spesso oggetto di lottizzazione. Inoltre, i ritardi nell’evasione delle pratiche sono all’ordine del giorno. Votando No, il popolo obbligherà di conseguenza il Governo a fare quello che sin qui non ha voluto intraprendere, ovvero negoziare il prezzo. A fare insomma quello che fa qualsiasi famiglia ticinese quando si confronta con un acquisto importante, spendere il giusto evitando sprechi. Va poi ricordato che in un momento di ristrettezze economiche e crescente debito pubblico, investire in prospettiva 235 milioni di franchi nella logistica della Giustizia appare un lusso ingiustificato. Rimanendo allo stabile EFG, per adeguarlo agli standard più moderni e alle esigenze del terzo potere si renderanno necessari ulteriori 55 milioni. Andranno poi sommati altri 5 milioni per la ristrutturazione dello stabile di Via Bossi, sede della Pretura di Lugano, dove verrà trasferito transitoriamente il Ministero Pubblico durante i lavori di ristrutturazione dell’attuale Palazzo di giustizia, che comporterà un costo di ulteriori 83 milioni, oltre 12 milioni per interventi urgenti da farsi a breve. Questo dello stabile EFG è solo una prima fetta di un salame molto indigesto. Il popolo lo dica chiaramente: basta sprechi!