Ticino

Depositata l'iniziativa a favore di quegli sgravi non contestati

L'atto parlamentare di Ps e Verdi con le proposte in caso di bocciatura popolare della riforma fiscale

Imposte, dichiarazione da compilare
(Ti-Press)
10 aprile 2024
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Socialisti e Verdi l'hanno depositata oggi. Si tratta dell‘iniziativa parlamentare (vedi la ‘Regione’ del 29 febbraio), allestita nella forma elaborata, con cui ripropongono, a dipendenza del risultato che scaturirà dalle urne fra un paio di mesi, quegli sgravi fiscali previsti dalla revisione della Legge tributaria che i due partiti ricordano di non contestare. E cioè gli sgravi riguardanti l’imposizione delle prestazioni in capitale della previdenza e l'imposizione in materia di successioni e donazioni. Questo se domenica 9 giugno il popolo ticinese dovesse bocciare la riforma fiscale approvata lo scorso dicembre dalla maggioranza del Gran Consiglio, poi impugnata col lancio di un referendum da sinistra e sindacati poiché contrari alla riduzione progressiva dell’aliquota, dal 15 al 12 per cento, per i contribuenti facoltosi, una delle misure del pacchetto.

L’iniziativa parlamentare è firmata da Ivo Durisch e Fabrizio Sirica per il gruppo Ps e da Samantha Bourgoin per quello dei Verdi. “Già nel rapporto di minoranza – si legge nel testo dell'iniziativa in cui si richiama fra l'altro la discussione in Gran Consiglio sulla riforma – i relatori si erano detti assolutamente contrari alla riduzione dell’aliquota massima sui redditi alti. Una misura esclusivamente a favore delle persone più facoltose e assolutamente inutile per il nostro cantone considerato il fatto che la fuga di persone particolarmente facoltose non è mai stata provata. Anzi, il nostro cantone è quello che dal 2000 ha visto crescere maggiormente i casi di tassazione con la sostanza superiore a 5 milioni. Le altre misure proposte dal messaggio del governo e riprese dal rapporto di maggioranza ci vedono favorevoli con alcune modifiche spiegate nel rapporto di minoranza. Riteniamo che siano misure sostenibili e che rispondano a delle richieste reali della popolazione e delle piccole e medie imprese. Per questi motivi, nel caso in cui la riforma dovesse cadere in referendum le riproponiamo in
forma di iniziativa elaborata. E questo anche a scanso di equivoci verso la popolazione, visto che più voci favorevoli alla riforma dicono che noi siamo contrari a tutto il pacchetto. Non è vero! Abbiamo dovuto fare referendum su tutto perché - rammentano gli iniziativisti - il governo e poi i parlamento non hanno voluto fare quattro decreti separati invece di uno. In quel caso avremmo sottoposto a referendum solo una parte della riforma e le altre misure sarebbero già entrate in vigore".