Sui ritardi il tasso è del 3,5%, su quanto riscosso in eccesso dello 0,1%. Maderni (Plr) e cofirmatari: ‘Parificarli a beneficio di tutti i contribuenti’
«C’è un’evidente disparità di trattamento da colmare», e quindi per quanto riguarda le imposte «vengano parificati i tassi di interesse di ritardo nei pagamenti, sulle somme di deposito riscosse in eccesso e per la restituzione dei depositi» agendo con una modifica alla Legge tributaria. A chiederlo con assoluta determinazione al Consiglio di Stato è una iniziativa parlamentare elaborata interpartitica, che vede prima firmataria la granconsigliera liberale radicale Cristina Maderni e il sostegno anche di altri nove deputati tra Plr, Centro e Lega.
La questione dei tassi di interesse è gestita direttamente dal Consiglio di Stato, che li stabilisce periodicamente con un Decreto esecutivo sulla riscossione e i tassi d’interesse delle imposte cantonali con validità per l’anno preso in considerazione. Ebbene, in questa iniziativa parlamentare “si constata come l’interesse di ritardo a carico dei soggetti fiscali per il 2024 sia del 3,5% all’anno, mentre sulle somme di deposito riscosse in eccesso e per la restituzione dei depositi il tasso annuo è dello 0,1%, rispettivamente dello 0,25%”. E, per gli iniziativisti, “si tratta di una differenza enorme a vantaggio dello Stato che a mente dei firmatari della presente iniziativa non è giustificata”. Perché? Perché “oltre a rappresentare una differenziazione difficilmente accettabile, un tasso così vantaggioso a beneficio dello Stato non sprona certamente l’Amministrazione pubblica a procedere celermente nel disbrigo delle pratiche e nella successiva restituzione dei soldi ai legittimi proprietari”.
E c’è comunque una base di partenza. Una risposta che il governo cantonale ha dato all’interrogazione ‘Partendo dall’esempio della Tui (l’imposta sugli utili immobiliari, ndr), quali sono i servizi cantonali che possono generare indotto?’. Una risposta nella quale il Consiglio di Stato “ha esplicitamente riconosciuto che ‘in maniera generale si può ritenere che tanto più celere sarà la restituzione dei depositi, tanto prima la relativa liquidità potrà essere reinvestita nell’economia’. Pertanto – riprendono gli iniziativisti – questo principio può evidentemente essere esteso a tutti i pagamenti, sono solo quelli relativi alla Tui”.
Seguendo questa prospettiva, quindi, “si chiede che, in generale, venga introdotto un equilibrio tra i tassi d’interesse a carico dei soggetti fiscali e quelli a carico dello Stato, per motivi di equità ma anche e soprattutto per accelerare il trattamento e l’evasione delle procedure indicate, a beneficio di tutta l’economia cantonale”.
Insomma, la direzione è chiara e a confermarlo a ‘laRegione’ è la stessa deputata Cristina Maderni: «La differenza tra i tassi è molto grande e tutta a svantaggio dei contribuenti, questa è una delle ragioni che ci ha fatto muovere verso questa iniziativa e credo anche del perché sia riuscita a diventare interpartitica». Operare per un livellamento e un pareggio dei tassi, certo. Ma per Maderni «questa iniziativa deve essere anche uno stimolo all’autorità fiscale affinché sia un po’ più “ajour”, nel senso che certi incarti restano fermi molto tempo. A volte può essere giustificato magari, ma ciò non toglie che in ogni caso comporta problemi di conguagli importanti per qualsiasi tipo di contribuente: a dipendenza delle proprie capacità, anche mille franchi fermi possono essere importantissimi per persone che fanno fatica». Senza dimenticare che, afferma ancora Maderni, «somme accumulate in diversi anni possono rappresentare un problema, anche perché le dilazioni non dipendono di certo dalla volontà dei contribuenti».
Per la deputata del Plr – che ha scritto l’atto assieme a Gendotti, Padlina, Passalia e Corti del Centro, Renzetti e Tenconi del Plr, Censi, Mazzoleni e Genini della Lega – è importante sottolineare e ribadire che «si tratta di un problema che riguarda tutti i contribuenti, e per ognuno di loro è importante ricevere indietro, e giustamente remunerato, quanto pagato in eccesso. Anche perché sia a disposizione per rientrare nel ciclo economico, venendo in aiuto soprattutto al ceto medio».
Considerando, va da sé, che «in momenti difficili come questo, dove per tutti è importante avere soldi a disposizione, sarebbe buona cosa sfruttare l’occasione anche per snellire e accelerare le procedure».