Ticino

‘Terrorismo, vigiliamo. Anche se il rischio zero non c’è'

Così il comandante della Polizia cantonale dopo l'attentato di Mosca. ‘Pronti se necessario ad aggiornare le misure di sicurezza’

Matteo Cocchi e il capo del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi
(Ti-Press/Elia Bianchi)
25 marzo 2024
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«Il rischio zero ovviamente non esiste. Oggi però non abbiamo segnali concreti che ci portano a ritenere che in Ticino, e nel resto della Svizzera, stia per succedere qualcosa. I nostri agenti continuano a vigilare sul territorio. Al momento, alle dieci e trentanove minuti, non intravediamo problemi», assicura, con un occhio all’orologio, il comandante della Polizia cantonale Matteo Cocchi. A pochi giorni dal terribile attentato a Mosca rivendicato dall’Isis e nell’imminenza del ponte pasquale, che potrebbe tradursi in un incremento anche importante, molto dipenderà dalla meteorologia, di turisti nel nostro cantone, torna d’attualità la minaccia terroristica in Europa, dove in molti Paesi i controlli sono diventati più rigidi e il lavoro di intelligence si è intensificato.

‘Scambio informazioni, aspetto centrale’

In Svizzera, riprende Cocchi intervenendo in mattinata alla presentazione dell’attività 2023 della PolCantonale, «l’attenzione non è mai venuta meno da parte delle forze dell’ordine: è sempre stata elevata, sia a livello di Confederazione sia sul piano cantonale. Dopo quanto capitato qualche settimana fa a Zurigo (l'accoltellamento di un ebreo ortodosso, ndr), si ripropone il tema degli attacchi perpetrati dai cosiddetti lupi solitari, da persone che tutt’a un tratto passano all’atto. Sono situazioni che non sempre è possibile prevenire. Da questo punto di vista – aggiunge il comandante – un aspetto centrale è lo scambio rapido di informazioni anche tra polizie cantonali, per essere ancor più celeri nell’azione di contrasto e dunque nella prevenzione e nella repressione di determinati fenomeni. Certo, ciò che è avvenuto a Mosca ci preoccupa e a dipendenza di come evolveranno le cose a livello internazionale, potrebbe rendersi indispensabile l’aggiornamento delle misure di sicurezza anche in vista di grandi eventi e manifestazioni che si tengono in Ticino e che richiamano parecchio pubblico, come ad esempio il Festival del film. Siamo pronti a compiere i passi necessari».

Il 2023 della PolTi. Più furti con scasso

Riguardo al bilancio 2023 della Polizia cantonale, si registra un aumento dei furti con scasso rispetto all’anno precedente: 1’190 contro i 781 constatati nel 2022. «Si è tornati alle cifre di prima della pandemia (nel 2019, rammenta la polizia, sono stati 1’255), sebbene non si sia ai numeri di una decina di anni fa, quando i furti erano circa il doppio di quelli del 2023», osserva il capo del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi. Ad ogni modo c’è stato un incremento: tra i principali bersagli «abitazioni, esercizi pubblici e negozi». In crescita pure i furti nei veicoli. Furti, in generale, «commessi sempre di più, come si constata in altri cantoni e nazioni, da richiedenti asilo provenienti dal Maghreb».

Il reato... digitale

E in crescita, indica la nota della Cantonale, anche i “reati digitali”. Dai 381 del 2022 ai 408 rilevati lo scorso anno: “Gli incrementi maggiori si hanno per l’acquisizione illecita di dati (34 nel 2022, 44 nel 2023) e l’accesso indebito a sistemi per l’elaborazione dei dati (da 6 a 11)”.

In calo le rapine. Lo scorso anno sono state trentaquattro, cinque in meno di quelle commesse in Ticino nel 2022. C’è però un dato che deve far riflettere ed è la giovane età dei protagonisti, protagonisti di rapine messe a segno anche sulla pubblica via, a danno, fra gli altri, di coetanei. “Quasi la metà dei casi – scrive la Polcantonale – vede coinvolti minorenni, sia come imputati sia come vittime. In quasi il 75 per cento degli episodi, con un buon tasso di risoluzione, si è potuto risalire ai responsabili, effettuando arresti o emanando ordini di arresto nazionali e/o internazionali”. Un risultato conseguito “anche grazie alla collaborazione con gli altri Cantoni e con fedpol (l’Ufficio federale di polizia, ndr), come pure con le autorità estere, in particolare italiane”.

Sostanziale stabilità sul fronte della violenza domestica. Sono stati 1’037 gli interventi delle forze dell’ordine “per disagio famigliare (più 6 per cento)”, di cui “175” per reati perseguibili d’ufficio “fra coniugi o partner”. Sessanta gli allontanamenti disposti “a protezione delle vittime”.

Risparmi/tagli, l’altra sfida

Ma la Polizia cantonale non è chiamata soltanto a contrastare la grande e la piccola criminalità. Anche lei deve fare i conti... con i risparmi/tagli preannunciati dal Consiglio di Stato con la manovra di rientro bis e dunque col Preventivo 2025. Nulla ancora si sa dei provvedimenti ai quali sta lavorando il governo per risanare le casse del Cantone, ovvero per conseguire il pareggio di bilancio. Gobbi non si sbilancia più di tanto. «Tutti i settori saranno toccati – sostiene –. Per il Dipartimento istituzioni, la voce principale è il costo del personale, perché, come ricordo sempre, siamo la ‘fanteria’ dell’Amministrazione cantonale. Si ragionerà anche sulle priorità». Risparmiando per esempio sulla Scuola di polizia, interrompendone il ritmo annuale? «Ci sono diversi agenti nonché collaboratori e collaboratrici del corpo di polizia che andranno presto in pensione, poiché appartengono alla cosiddetta generazione dei baby boomer»: ora, la polizia, evidenzia il consigliere di Stato, deve eseguire una serie di compiti necessari a garantire la sicurezza pubblica, il che presuppone (anche) un numero di effettivi adeguato alle esigenze operative. «In passato – prosegue Gobbi – si era saltato un anno di Scuola ma senza che questo comportasse un vero risparmio per le casse del Cantone. Quello che semmai andrà valutato è, mantenendo la cadenza annuale della Scuola di polizia, il numero di allievi, di aspiranti agenti» da formare. Detto ciò, il Cantone «dovrà diventare un datore di lavoro più interessante, maggiormente attrattivo per le giovani generazioni», sottolinea Gobbi.

Stipendi, la concorrenza delle polcomunali

Sfida non da poco. Intanto ci sono polizie comunali che pagano stipendi più alti di quelli percepiti in Polizia cantonale, con conseguente passaggio di alcuni gendarmi nelle prime… «La concorrenza è un problema anche tra polcomunali, un aspetto segnalato a più riprese dalle polizie dei principali centri – chiarisce Gobbi –. C’è la proposta, proveniente anche dal mondo sindacale e che io condivido, di allestire una base legale cantonale, come peraltro si è già fatto per i docenti, che disciplini la questione stipendi per gli agenti sia della Cantonale che delle polizie comunali. Una sola legge al posto delle varie normative comunali».

Sull’incidente nulla da dichiarare

E dell’incidente stradale occorso in Leventina a Gobbi? L’argomento non viene menzionato nell’incontro con la stampa. D’altronde né il direttore del Dipartimento né il comandante della Polizia cantonale avrebbero risposto a domande in merito, come preannunciato ai media da Renato Pizolli, l’ufficiale responsabile del servizio comunicazione della PolTi. Si attende la presa di posizione del Consiglio di Stato sulle interpellanze, e relativi quesiti, inoltrate dal deputato e presidente del Centro Fiorenzo Dadò e dall’Mps.