Il presidente della Fsfp Ivano Bodino: quello che fa più rabbia è che i politici colpevolizzano i dipendenti pubblici, ritenendoli causa di tutti i mali
«La cosa che fa più rabbia è che taluni politici colpevolizzano i loro dipendenti, tra i quali anche noi»: dipendenti pubblici ritenuti «il problema principale del deficit del Cantone, cioè la causa di tutti i mali». Parlando oggi a Mendrisio all’assemblea della sezione ticinese della Federazione svizzera funzionari di polizia (Fsfp), Ivano Bodino, nella sua ultima relazione in veste di presidente, non ci gira intorno. Del resto il tema al centro del suo intervento non poteva che essere la manovra di rientro del Preventivo 2024 del Cantone presentata nelle scorse settimane dal Consiglio di Stato e ora sotto la lente del parlamento: il primo e il secondo datori di lavoro per migliaia di funzionari. La manovra prevede risparmi anche sul personale: il mancato riconoscimento del carovita e la trattenuta del 2 per cento, il cosiddetto contributo di solidarietà, sulla parte di stipendio eccedente i 60mila franchi.
Per il presidente degli agenti di polizia affiliati alla Fsfp, «tagliare il e sul personale è evidentemente un sistema semplice ma troppo semplicistico per correggere le distorsioni che provocano la mancanza di forza finanziaria del Cantone». Paradossalmente, aggiunge Bodino, «questo modo di agire causerà sicuramente dei peggioramenti generalizzati nell’organizzazione e nell’erogazione dei servizi: vorrei ricordare che la funzionalità e l’attrattività del nostro Cantone – in ambito di sicurezza, istruzione, sanità, sostegno sociale eccetera – è strettamente legata all’agire e all’impegno che i funzionari mettono in campo». Cosa che “fanno da anni e anni e con sacrifici, proprio per mantenere il Ticino attrattivo». E ancora: «Constato purtroppo, con rammarico, che lo stimolo dato ai dipendenti non è particolarmente positivo. Anzi!». Se l’attrattività della funzione pubblica venisse meno, ci sarebbero «disfunzioni nei servizi forniti, che ricadrebbero inevitabilmente sui cittadini», avverte.
Rileva sempre Bodino: «Quello che, a mio modo di vedere, sempre di più manca, è l’apprezzamento delle persone che lavorano per il bene di tutti, apprezzamento che aiuta a fidelizzare il dipendente facendolo sentire partecipe di una comunità che fa crescere il Cantone e i suoi abitanti». Apprezzare il lavoro dei dipendenti pubblici per anche fidelizzarli allo Stato: spetta in primis ai politici, sottolinea il presidente della Federazione funzionari di polizia, «rendere, verso i cittadini, un’immagine positiva e non negativa dei loro ‘operai’ e creare, per i dipendenti pubblici, i presupposti legislativi per mantenere un sano ambiente di lavoro». Da più di tre decenni «lavoro per il Cantone e di contributi di solidarietà, mancati rincari, blocchi degli scatti, aumento della percentuale di prelievo della cassa pensione e via dicendo ne ho vissuti. Non mi considero una persona da ‘piazza’, tuttavia ritengo anche che in una qualche maniera il disagio debba essere dimostrato. Prova ne è la manifestazione svoltasi due giorni fa a Bellinzona con un’affluenza importante, una manifestazione che ha mobilitato diverse migliaia di persone».
Come da ordine del giorno, l’assemblea ha designato il nuovo timoniere della sezione ticinese della Fsfp. A Ivano Bodino – da 25 anni in Comitato, di cui otto come presidente – subentra Ivan Cimbri.