Il movimento di Amalia Mirante inoltra un atto parlamentare al Consiglio di Stato chiedendo un processo sistematico di revisione della spesa pubblica
Quello della “spending review” non è certo un tema nuovo. Neppure in Ticino, dove però una vera e propria revisione della spesa pubblica per, a detta dei sostenitori dello strumento, ottimizzarla ed evitare gli sprechi, non è mai stata attuata. A rilanciare la questione, prendendo spunto dal Preventivo allestito dal Consiglio di Stato e ora sui tavoli del parlamento, è Evaristo Roncelli. Con una mozione all’indirizzo del governo – firmata anche da Fiorenzo Dadò del Centro, Patrick Rusconi del Plr e da Paolo Pamini dell’Udc – il deputato al Gran Consiglio di Avanti con Ticino & Lavoro chiede l’introduzione di “un processo sistematico di revisione della spesa pubblica (‘comprehensive spending review’) volto alla revisione dei programmi pubblici, all’analisi delle aree politiche e alla revisione dei processi a cadenza periodica”.
Il messaggio del Consiglio di Stato riguardante il Preventivo 2024 del Cantone e le prime misure di risparmio per raggiungere il pareggio di bilancio entro fine 2025 – l’intero dossier è già fonte di discussione e confronto in seno alla commissione granconsiliare della Gestione (si è fra l’altro in attesa delle risposte del governo alle numerose domande dei gruppi parlamentari) – “descrive un allestimento dei conti ‘condotto ragionando in termini strutturali’ senza indicare chiaramente il processo e la metodologia utilizzata per la revisione della spesa”, osserva Roncelli. Ebbene in questo contesto, sottolinea, la creazione di un processo di spending review “è una misura importante per garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche e promuovere la stabilità economica: infatti, delle finanze pubbliche oggetto di riequilibrio possono avere un impatto significativo sull’economia di un paese, generando preoccupazioni per l’indebitamento e la stabilità finanziaria”.
Il granconsigliere di Avanti con Ticino & Lavoro non ha dubbi: “La spending review consente di identificare aree di spesa inefficienti o superflue e di razionalizzarle”. Non solo: “Un processo di spending review permette di identificare le priorità di spesa e di destinare risorse in modo più efficiente, assicurando che i fondi siano utilizzati per scopi essenziali come istruzione, sanità, infrastrutture e sicurezza, anziché essere sprecati in programmi o servizi meno rilevanti”. E soprattutto: “L’implementazione di un processo di spending review rende il processo decisionale finanziario più trasparente, consentendo ai cittadini di comprendere come vengono spesi i loro soldi e contribuendo a ridurre il sospetto di cattiva gestione dei fondi pubblici”. Secondo Roncelli, insomma, un processo di spending review “è uno strumento cruciale per affrontare i problemi finanziari di un paese, migliorare la gestione delle risorse pubbliche e promuovere la stabilità economica”. La sua implementazione, scrive il parlamentare, “può aiutare a migliorare la situazione finanziaria dell’amministrazione pubblica, allocare in modo più efficiente le risorse, aumentare la trasparenza e rafforzare la sostenibilità finanziaria”.
Per sostanziare ulteriormente la mozione, Roncelli richiama il documento pubblicato “nel mese di aprile del 2022” dal Fondo monetario internazionale e intitolato ‘How to Design and Institutionalize Spending Reviews’. Scopo del testo, ricorda il deputato di Avanti con Ticino & Lavoro, “è di fornire alle pubbliche amministrazioni indicazioni sull’implementazione di processi di valutazione della spesa pubblica volti a ridurre o reindirizzare la spesa da uscite con bassa priorità, inefficienti o non efficaci denominati spending review”. Già oggi utilizzato da “un ampio numero di amministrazioni pubbliche”, lo strumento “si è rilevato utile per identificare risparmi, migliorare l’efficienza e l’efficacia della spesa pubblica”, evidenzia Roncelli.
Almeno tre, indica il granconsigliere, gli elementi oggetto di una revisione della spesa. Ovvero “la revisione dei programmi: si esaminano programmi specifici e si cerca di identificare risparmi strategici (come l’eliminazione o la riduzione di programmi) o risparmi di efficienza (attraverso la riduzione dei costi di erogazione dei servizi); l’analisi delle aree politiche: ci si concentra su questioni politiche specifiche, come le prestazioni sociali, l’istruzione superiore o le politiche legate al clima e si mira a ottenere risparmi migliorando l’efficienza, l’efficacia e l’eliminazione di duplicazioni; la revisione dei processi: queste revisioni esaminano processi specifici che coinvolgono l’intera amministrazione pubblica, come i processi di approvvigionamento, i sistemi informatici e le pratiche di gestione delle risorse umane”. L’obiettivo principale “è migliorare l’efficienza dei processi anziché ottenere risparmi strategici”.
Dice Roncelli alla ‘Regione’: «È vero, non è la prima volta che si parla di spending review in Ticino, ma non è mai stata applicata. Da noi è rimasto quindi un concetto astratto. Tuttavia, esistono dei precisi criteri per fare una valutazione, degna di questo nome, della spesa pubblica. Nell’atto parlamentare ho citato, menzionando il documento del Fondo monetario internazionale, alcune linee guida. Il metodo dunque c’è ed è consolidato se pensiamo a quanto avviene già in altri Paesi». Il meccanismo del freno al disavanzo, che alcuni anni fa anche il Ticino ha introdotto nella propria legislazione, continua il deputato, «interviene quando è troppo tardi, quando cioè le finanze del Cantone sono già compromesse. Bisogna invece agire prima con una spending review, anche nei periodi in cui le casse sono sane. Altrimenti si fa come con questo Preventivo, nel quale il governo propone fra l'altro misure di contenimento che annullano decisioni prese dallo stesso Esecutivo e dal Gran Consiglio solo qualche anno fa».
«Quando Roncelli mi ha proposto questo atto parlamentare l'ho firmato molto volentieri – ci dice Fiorenzo Dadò –, perché questo esercizio per noi è fondamentale». Anzi, «una seria revisione della spesa è la condizione vincolante che come Centro mettiamo per aderire a un'eventuale approvazione del Preventivo 2024. Sono in Gran Consiglio da troppi anni e ho capito che questo esercizio il governo da solo non lo farà mai, e serve un mandato politico forte per svolgere questo lavoro indispensabile».