È quanto afferma l'Ufficio di statistica cantonale all'interno del monitoraggio congiunturale di ottobre. Preoccupano i volumi degli ordini
I dati del Centro di ricerche congiunturali del Politecnico di Zurigo (Kof) del terzo trimestre 2023 mostrano il comparto manifatturiero in Ticino in peggioramento.
Come rileva il monitoraggio congiunturale di ottobre dell’Ufficio cantonale di statistica (Ustat), una buona parte di imprese valuta insufficienti i volumi degli ordini. “In particolare – mette in evidenza il rapporto – oltre la metà delle aziende attive principalmente sui mercati esteri esprime un giudizio negativo e quasi un quarto ritiene che la situazione peggiorerà, forse complice il rallentamento economico globale e le tensioni geopolitiche in atto. I risultati relativi al volume degli ordini si confermano pure in riferimento alla situazione degli affari e alla situazione occupazionale”.
“Sia a livello nazionale che cantonale – scrive l’Ustat – si notano percezioni negative e in peggioramento relativamente alla situazione degli affari nel settore manifatturiero: calano le aziende che valutano buona la situazione e aumentano quelle che la valutano cattiva”. La prospettiva per i prossimi sei mesi si mostra incerta con un saldo che diventa nullo. “Tuttavia – si legge nel documento –, mentre a livello cantonale si osserva un calo di ottimisti e pessimisti, a livello federale si registra un aumento per entrambi. Distinguendo i dati ticinesi secondo il mercato di riferimento, si conferma il peggioramento relativo alla situazione degli affari, con un saldo negativo, sia tra le aziende attive prevalentemente sul mercato interno (causato nuovamente dal calo dei positivi) sia tra quelle attive nel mercato estero, tra le quali aumentano invece i negativi. Le previsioni rimangono incerte sul fronte del mercato interno, mentre peggiorano sul fronte del mercato estero, dove tre imprenditori su dieci pensano che la situazione peggiorerà”.
Riguardo al volume degli ordini, scrive l’Ustat, la situazione rimane negativa a livello cantonale, dove circa quattro imprenditori su dieci giudicano questo indicatore insufficiente. “A livello nazionale la situazione peggiora: i negativi crescono e diventano quasi la metà. Gli imprenditori che valutano il volume degli ordini ‘insufficiente’ aumentano tra le aziende attive sul mercato interno, peggiorando il saldo negativo. Mentre si conferma il risultato già negativo tra gli imprenditori attivi principalmente sul mercato estero: più della metà ritiene il volume insufficiente”.
Le prospettive relative ai volumi degli ordini restano per i prossimi mesi incerte, ma sono in miglioramento in Svizzera e in peggioramento in Ticino. “Peggioramento – illustra il documento – che si nota maggiormente nelle aziende attive nel mercato estero, complice una congiuntura internazionale in rallentamento e caratterizzata da diverse tensioni. Sull’occupazione, in Ticino, come in Svizzera, circa due imprenditori su dieci pensano che il numero di persone occupate sia eccessivo. Le medesime percezioni si avvertono anche distinguendo i due mercati di riferimento. Pertanto una quota non indifferente di imprenditori ticinesi prevede che gli impieghi diminuiranno nei prossimi mesi, sia sul fronte del mercato interno che su quello estero”.