Ticino

‘Aumento incontrollato infermieri privati, serve una moratoria’

Le richieste dei direttori dei Sacd (pubblici). ‘Portare da due a cinque anni il periodo di pratica professionale’

La conferenza stampa di ieri dei direttori
(Ti-Press)
8 novembre 2023
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Parla di “esplosione incontrollata” degli Spitex privati e degli operatori indipendenti: un fenomeno “in continua crescita, ma nessuna autorità – tantomeno le assicurazioni malattia, chiamate a coprire parte dei costi – si è ancora decisa a porvi un freno”. La Conferenza dei presidenti dei Servizi di assistenza e cura a domicilio di interesse pubblico (Sacd) chiede allora “un immediato intervento di regolamentazione sul settore, introducendo una moratoria su enti e persone autorizzate a esercitare nell’ambito delle cure a domicilio”. Non solo. Chiede anche “di portare dagli attuali due anni a cinque il periodo di pratica professionale necessaria per ottenere l’autorizzazione a operare come indipendenti nelle cure a domicilio”.

Negli ultimi anni, sostengono nero su bianco i Servizi di assistenza e cura a domicilio pubblici, “si è assistito a un’esplosione incontrollata di Spitex privati (passati dai 24 del 2016 agli oltre 60 attuali), ma soprattutto di infermiere e infermieri indipendenti che operano nell’ambito delle cure a domicilio: nel 2016 erano 210, oggi superano i 500. Il Ticino, come spesso accade in ambito sanitario, ha un ruolo per nulla virtuoso in questo trend: su circa 1’420 infermiere e infermieri indipendenti che operano nel settore in Svizzera, oltre un terzo lo fanno infatti nel nostro cantone”.

Secondo i direttori dei Sacd, “questo ‘mercato selvaggio’ sta provocando gravi problemi su diversi piani: la governance del settore, in particolare per quanto riguarda la qualità e l’effettiva necessità delle cure erogate (economicità); i costi a carico dei contribuenti, pagati in parte tramite i premi di cassa malati e in parte coperti dal Cantone, che li ribalta poi sui Comuni nella misura dell’80%; l’indebolimento del sistema ospedaliero e degli istituti per anziani”. Rincara la Conferenza dei direttori: “È chiaro che la speranza di vita è aumentata e che grazie alla rete di cure a domicilio è cresciuto il numero di persone che vivono la terza età in autonomia, ritardando o evitando del tutto il trasferimento in istituti per anziani. Ma i contributi pubblici (Cantone e Comuni) agli Spitex privati e alle infermiere e infermieri indipendenti sono esplosi oltre misura tra il 2015 e il 2021, segnando un + 377% (da 2,7 a quasi 13 milioni di franchi)! Per contro, nello stesso periodo i contributi agli Spitex pubblici sono cresciuti solo del 22%”.

I Sacd mettono le mani ‘avanti: “Sia chiaro, non intendiamo mettere in discussione il libero mercato e il principio della concorrenza. Rileviamo unicamente che nel settore ticinese delle cure a domicilio il mercato non è soltanto libero, ma totalmente incontrollato, e annotiamo che la libertà di impresa dovrebbe comportare un rischio imprenditoriale, che non si pone però nel caso specifico, trattandosi di attività completamente coperte da finanziamenti pubblici (Cantone e Comuni) e dalle cittadine e dai cittadini che pagano l’assicurazione malattia obbligatoria”.

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