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Ipct, l'Udc attacca ma la maggioranza della Gestione è compatta

Misure di compensazione, Pamini: ‘Rinviamo la discussione, ci sono alcuni aspetti da chiarire’. Gli altri: ‘No, non c'entrano col tema ed è tutto noto’

Il Gran Consiglio discuterà il rapporto la prossima settimana
(Ti-Press)
10 ottobre 2023
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Non c’è pace per il messaggio governativo sulle misure di compensazione per la riduzione del tasso di conversione delle pensioni dei dipendenti pubblici affiliati all'Istituto di previdenza del Cantone Ticino (Ipct). Dopo il via libera al rapporto firmato dalla maggioranza commissionale, con il no di Lega e Udc, nella seduta del 26 settembre si continua a discutere nonostante la sua calendarizzazione per la discussione in Gran Consiglio nella sessione che si inaugurerà lunedì prossimo.

Ed è proprio questo il contendere: l'Udc, infatti, dai seri dubbi già registrati durante tutto l'iter del dossier è passata alle barricate, dal momento che oggi la sua proposta di tornare in commissione per discutere in aula i rapporti nel mese di novembre è stata bocciata. E a tuonare è il deputato Paolo Pamini: «La maggioranza non ci sta dando il tempo di ottenere le informazioni aggiuntive chieste sia alla cassa sia al governo, poiché essi stessi ci hanno risposto che non riusciranno a rispondere in tempo per lunedì». Rispondere a cosa? «A tutti gli ulteriori approfondimenti che abbiamo richiesto», risponde Pamini. Perché «abbiamo dei pareri giuridici con conclusioni opposte a quelle della maggioranza della Gestione e ciò è molto irritante».

‘Problemi anche nella governance’

Pamini si riferisce al fatto che «se è pacifico che per il 2024 entrerà in vigore in autonomia, a noi interessava capire quanto tempo avevamo per approfondire tutto il resto e per gli anni seguenti. Non ci risulta ci siano termini perentori, mentre in audizione ci è stato detto il contrario: ripeto, è irritante, ci hanno messo i piedi in testa». La proposta di rinviare di un mese la discussione in Gran Consiglio è stata però bocciata e per Pamini è la dimostrazione che «non c’è manifestamente la volontà di approfondire veramente le cose. Dalle tempistiche alla governance della cassa, più altre questioni anche sull'indipendenza del perito della cassa e sul carovita».

Il rapporto di minoranza, che sarà sostenuto da Lega e Udc, «sarà comunque altamente incompleto, ma solo perché non ci hanno dato il tempo di reperire le informazioni necessarie. Sarà presente la lista di domande, tra le 30 e le 40, che abbiamo fatto. E non è un rapporto contro i funzionari e gli statali – asserisce Pamini –, bensì metteremo tutti gli elementi che ci lasciano perplessi e turbati riguardo una governance che sta davvero sfuggendo di mano».

Passasse il rapporto di maggioranza, la convinzione è ancora più certa rispetto a due settimane fa: «Chiederemo il referendum finanziario obbligatorio e nel caso quello facoltativo. Non è solo una questione di soldi, ma generale».

Le risposte

Se il presidente della Gestione Michele Guerra (Lega) si limita a dire che «si è ritematizzato l'argomento Ipct perché la minoranza voleva chiarire alcuni aspetti», le repliche non tardano ad arrivare. Il liberale radicale Bixio Caprara da noi interpellato va dritto al punto: «Gli approfondimenti chiesti dalla minoranza sono pertinenti al discorso del grado di copertura della cassa, e non c'entrano nulla con il fatto molto semplice che c’è una diminuzione del tasso di conversione e che, quindi, questo deve essere compensato da misure di aumento del capitale di ogni singolo assicurato. Il tema è questo: non è politica né campagna elettorale, ma un aspetto tecnico. Finiamola con queste polemiche».

A ruota Fiorenzo Dadò (Centro): «Assolutamente nessun rinvio in commissione, ogni cosa che c’è da sapere sul tema in oggetto è chiara e nota a tutti: pertanto non c'è bisogno di aspettare, anche nell'interesse degli affiliati. Gli altri aspetti ancora pendenti saranno analizzati in seguito con un altro messaggio dal Consiglio di Stato».

Samantha Bourgoin (Verdi) ricorda che «il messaggio che andiamo a discutere in Gran Consiglio riguarda le misure di compensazione rivolte a collaboratrici e collaboratori, i temi invece legati alla sostenibilità della cassa sono stati affrontati con un messaggio dell'anno scorso e la seguente decisione di anticipare i contributi del datore di lavoro». Al momento è tutto fermo «perché la cassa non ha potuto andare avanti a causa dei mercati sfavorevoli, ma un giorno forse bisognerà riprendere in mano tutto il dossier e capire cosa fare. Ma non c'entra con un messaggio che parla di altre cose».

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