Ticino

‘È normale che dalle varie Diocesi ci siano reazioni differenti’

In Svizzera interna, a differenza del Ticino, sono arrivati passi indietro e autosospensioni. ‘Tra Diocesi c'è autonomia’

Il rapporto dell’Università di Zurigo ha portato alla luce oltre 1’000 casi
(Ti-Press)
13 settembre 2023
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A prendere una posizione nella giornata di oggi sono state anche altre Diocesi elvetiche, tutte chiamate in causa nell'indagine dell’Università di Zurigo che ha mostrato le diverse lacune e gli errori. Differenti sono anche state le reazioni e le conseguenze. Il vescovo di Sion Jean-Marie Lovey – accusato di aver insabbiato casi di abusi sessuali e oggetto di un’indagine nella quale è coinvolto anche il mons. Alain de Raemy – ha fatto sapere che farà un passo indietro durante l'indagine, ma che non si dimetterà. Una scelta che, come detto, non ha fatto l’amministratore apostolico della Diocesi di Lugano. A San Gallo, il vescovo Markus Büchel ha ammesso errori in relazione a un caso di abusi sessuali compiuti dal 2002 di cui è accusato un sacerdote. Monsignor Büchel ha affermato che quando è entrato in carica nel 2006, il vescovo uscente Ivo Fürer non gli ha trasmesso alcun caso aperto di abuso. Fürer era coinvolto nelle indagini avviate in seguito alle segnalazioni contro il prete. All'epoca gli esperti della Diocesi avevano chiesto che il sacerdote si dimettesse dalla sua posizione nella Diocesi e che il suo operato fosse oggetto di verifiche. Il vescovo non prese però alcun provvedimento documentato e il caso non fu segnalato a Roma.

Si è invece sospeso dal proprio incarico monsignor Jean Scarcella, abate di San Maurice (Vs) e membro della Conferenza svizzera dei vescovi (Cvs), che ha annunciato di essere sotto indagine da parte di Roma per presunti abusi sessuali. "L'indagine riguarda anche un'accusa che mi è stata rivolta", ha spiegato l'abate in una lettera inviata ai media. "Al fine di garantire l'indipendenza dell'inchiesta, ho deciso, in accordo con il Consiglio dell'abbazia e con il presidente della Cvs, di sospendere il mio incarico di abate di Saint-Maurice fino alla fine dell'indagine".

Prese di posizione diverse. Non c’è il rischio che cittadini (e soprattutto fedeli) restino disorientati? «No, mi sembra una cosa logica. Le Diocesi hanno una loro autonomia e caratteristiche diverse. Anche i casi di abusi si sono verificati, come dimostrato dall’indagine, in maniera diversa. È quindi normale avere reazioni differenti», spiega alla ‘Regione’ don Arturo Cattaneo, sacerdote dell’Opus Dei. «Quello compiuto dalla Chiesa è un passo doloroso ma necessario, sulla via della guarigione». Per don Cattaneo la controversa vicenda della distruzione dei documenti non deve offuscare eccessivamente la figura dell'ex vescovo Corecco: «Malgrado la negligenza nel non accertarsi che prima di distruggere, come previsto, quei documenti venisse redatto un resoconto, mons. Corecco è comunque stato un grande vescovo, amato e apprezzato da moltissimi fedeli, che non si è risparmiato fono all’ultimo giorno della sua vita per il bene della nostra Diocesi».