Le rivendicazioni dell'Unione sindacale Ticino e Moesa in vista del 1° Maggio. Appuntamento lunedì a Bellinzona in piazza Governo
«Per chi fa la spesa, per chi paga le bollette è purtroppo una conferma. Che il potere d’acquisto stia diminuendo era un’evidenza e questo mette in grosse difficoltà chi arriva a fatica alla fine del mese». Il presidente della sezione Ticino e Moesa Renato Minoli torna sulla notizia del giorno prima: la contrazione dell'1,9 per cento in media dei salari reali. Sul dato, comunicato ieri dall’Ufficio federale di statistica, Minoli torna durante l’incontro con la stampa per presentare le rivendicazioni dell’Uss in vista del 1º Maggio di quest’anno. Lunedì la Festa dei lavoratori organizzata dall’Unione sindacale si terrà a Bellinzona: ritrovo alle 14 in largo Elvezia, partenza del corteo mezz'ora dopo, discorsi in piazza Governo dalle 15.30.
E con buste paga alleggerite dall’inflazione, le remunerazioni da lavoro dipendente sono uno dei temi al centro dello slogan: ‘Salari migliori, pensioni migliori, parità subito!’. «Non sono argomenti e richieste scontati, neppure in una società ricca e democratica come quella svizzera», ricorda il presidente dell’Uss, per il quale occorre difendere «diritti e valori tenuti sotto assedio da una certa destra liberista». E avverte: «Se non si è uniti per impedire determinate derive, siamo perdenti».
Ecco allora che il 1. Maggio «è anche un campanello d’allarme, un appello a mobilitarci”, sottolinea l’Uss. Mobilitarsi contro il degrado del mercato del lavoro, contro la “crescente disuguaglianza dei redditi", contro i tagli decisi dalla politica per far quadrare i conti dello Stato ma che penalizzano le fasce più fragili della comunità. Ma anche "per opporci alla discriminazione di genere" e "agli abusi di ogni tipo, che minano l’integrità psico-fisica di lavoratrici e lavoratori”. Mobilitarsi per pensioni dignitose. «La riforma della Lpp voluta dalla destra borghese è inaccettabile: abbiamo lanciato il referendum e spero che cittadini e cittadine capiscano la posta in gioco», afferma il responsabile della sezione Ticino e Moesa dell’Unione sindacale svizzera.
Sull’erosione del potere d’acquisto si sofferma anche Renata Barella, vicepresidente dell’Uss. «Oggi molti lavoratori - rileva - si trovano ad affrontare un calo dei loro salari perché sono in aumento tutti i prezzi e in particolare nelle professioni a prevalenze femminile si dice ripetutamente che non ci sono soldi sufficienti per pagare salari decenti». Tuttavia, aggiunge Barella, «nel settore finanziario i miliardi non mancano mai. Le grandi banche vengono salvate senza esitazione, senza neppure chiedere una regolamentazione bancaria o la restituzione dei bonus versati ai dirigenti». L’affondo: «Questo sostegno incondizionato ai giganti della finanza non è altro che un insulto a tutti i lavoratori cui è stato negato un aumento l’anno scorso in busta paga, nonostante l’incremento del costo della vita».
Il 1. Maggio sarà anche l'occasione per parlare di ciò che figura nelle agende dei sindacati affiliati all'Uss. A ripercorrere i dossier è Giangiorgio Gargantini, anch'egli vicepresidente dell'Unione sindacale Ticino e Moesa. Nell'agenda di Unia, di cui Gargantini è segretario regionale, c‘è ad esempio «la campagna contro l’estensione degli orari di apertura dei negozi in votazione popolare il prossimo 18 giugno»: un'estensione che costituirebbe «l’ ennesimo attacco alle condizioni di lavoro del personale della vendita, con modifiche utili solo alla grande distribuzione e nocive per i piccoli commerci». Per quanto riguarda il settore pubblico, la Vpod continuerà a battersi contro il peggioramento delle rendite pensionistiche dovuto alla riduzione del tasso di conversione deciso dall'Istituto di previdenza del Cantone Ticino e contro "i tagli" previsti dal decreto Morisoli. Il Sev «sarà in piazza con due rivendicazioni: la battaglia contro la disumanizzazione delle stazioni ferroviarie, per la difesa quindi dell’impiego e della presenza di
personale, e il miglioramento delle condizioni di lavoro». Syndicom «porterà invece in strada la rivendicazione ’Basta precariato in posta: salari dignitosi e aumento delle percentuali di impiego', rivendicando aumenti salariali, aumenti di percentuale lavorativa per il personale che ne faccia richiesta, garanzie di contratti a durata indeterminata ai collaboratori assunti tramite agenzie interinali e garanzia di applicazione del Contratto collettivo di lavoro aziendale in merito alla fissazione dei giorni di libero settimanali».