Ticino

‘Emerge il fallimento della strategia per risanare l'Ipct’

Lo afferma l'Mps in un'interpellanza che chiede al governo una valutazione dei risultati ottenuti dalla proposta approvata un anno fa dal parlamento

La questione del risanamento resta aperta
(Ti-Press)
20 aprile 2023
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A un anno dalla proposta di finanziamento e risanamento dell'Istituto di previdenza del canton Ticino (Ipct), la cassa pensioni dello Stato, approvata del governo e dalla maggioranza del parlamento, emerge il suo fallimento. È quanto scrive il Movimento per il socialismo (Mps) in un'interpellanza firmata dal deputato Matteo Pronzini, con la quale chiede al Consiglio di Stato “un bilancio, chiaro e completo, delle ragioni che hanno portato al fallimento della proposta approvata dal Parlamento” e “di presentare indicazioni chiare, sia nei contenuti che nelle tempistiche, su quali soluzioni alternative intende proporre”.

La critica dell'Mps – che si era opposto alla decisione – è rivolta alle emissioni di prestiti obbligazionari sui mercati (pari a 750 milioni di franchi). Una soluzione scelta dal parlamento per evitare al Cantone un versamento di 500 milioni per il risanamento dell'Ipct. “Una soluzione assurda – si legge nell'interpellanza – poiché affida all’evoluzione dei mercati finanziari il futuro delle pensioni dei dipendenti del Cantone, di fatto giocandosi in borsa le pensioni. E il fatto che già all’epoca (siamo nella primavera del 2022) i mercati finanziari avessero dato segni ampi di volatilità e crisi, non aveva certo impensierito i partiti che, giustificando il loro comportamento con la minaccia del referendum Udc-Lega, per giustificare l’abbandono della proposta iniziale del governo e il sostegno alla nuova proposta del prestito obbligazionario”. La soluzione proposta dall'atto parlamentare è di “trattare la mozione presentata dal gruppo Mps (nell’agosto dello scorso anno) che chiede al Gran Consiglio di abbandonare la decisione presa e di tornare sulla proposta iniziale di un versamento di 500 milioni da parte del datore di lavoro (il Cantone e gli altri enti affiliati all’Ipct)”.