Preavviso sfavorevole del governo alla mozione di Ortelli (Plr) per un approvvigionamento idrico del settore primario anche in periodi di scarsità d'acqua
"Le normative attuali (e future con la Legge sulla gestione delle acque) sono adeguate e sufficientemente versatili per far fronte a situazioni di emergenza". Argomenta in questo modo il Consiglio di Stato la propria contrarietà a dar seguito alle richieste della mozione presentata da Paolo Ortelli e cofirmatari ‘Per un approvvigionamento idrico del settore primario anche in periodi di siccità’.
Invitando il Gran Consiglio a respingere l'atto parlamentare col quale il deputato liberale radicale chiede l'elaborazione di un piano di misure volte a garantire l’approvvigionamento idrico al settore primario senza mettere sotto pressione la rete di distribuzione dell’acqua potabile, il Consiglio di Stato scrive che "il numero contenuto di richieste giunte in un anno tra i più caldi e poveri di precipitazioni (il 2022, ndr) corrobora il fatto che non sia prioritario e finanziariamente sostenibile elaborare una strategia cantonale ad hoc per un approvvigionamento idrico separato dedicato al settore primario", si legge nel relativo messaggio governativo. Che prosegue considerando che "la realizzazione di acquedotti paralleli avrebbe costi improponibili, in particolare per il fatto che dovrebbero essere estremamente estesi, capillari e realizzati in parte in zone discoste (vedi vigneti)".
Nelle proprie premesse il governo osserva che negli ultimi anni, soprattutto in alcune regioni del cantone, si sono verificati nel periodo estivo episodi siccitosi e di conseguenza – per limitati periodi di tempo – è cresciuta la dipendenza nell’agricoltura dall’irrigazione artificiale allo scopo di mitigare i danni. Per garantire la produzione agricola durante questi periodi di forte siccità, l’agricoltore deve attingere a fonti di acqua già disponibili oppure, nel caso in cui non esistano, è necessario realizzarne nei pressi dei luoghi di produzione, ad esempio col prelievo dalla falda o da corsi d’acqua.
L'esecutivo cantonale spiega che la captazione di acqua sotterranea a scopo d'irrigazione agricola sopra ai 250 litri al minuto è soggetta a concessioni, mentre sotto tale cifra sottostà ad autorizzazioni rilasciate dal Cantone. "Attualmente sono in essere 87 concessioni e autorizzazioni a scopo irriguo", rende noto il messaggio. Che specifica: "In regime di emergenza l’art. 28 LAS (Legge sulle acque sotterranee, ndr) consente dei prelievi temporanei attuabili rapidamente con poche formalità. L’efficacia di questa possibilità è stata dimostrata nel corso del 2022 nel Mendrisiotto, quando sono stati attivati celermente dei punti di approvvigionamento a scopo irriguo". In riferimento è in particolare al prelievo dal pozzo Sulmoni a Rancate, "dove con il coordinamento del Consorzio acquedotto regionale Mendrisiotto, il Consorzio di Protezione civile del Mendrisiotto e la Base logistica dell’Esercito si sono adoperati per mettere a disposizione delle vasche al fine di consentire agli agricoltori di prelevare l’acqua". Il governo sottolinea il fatto che a beneficiare di questo prelievo in emergenza sono stati in particolare i viticoltori, i cui vigneti non hanno bisogno d'irrigazione artificiale in quanto la pioggia è generalmente sufficiente: questo per evidenziare "l’eccezionalità della situazione".
Nel caso invece in cui la fonte di acqua alla quale l’agricoltore intende attingere sia in superficie – torrenti o laghi – la consueta procedura sottostà a regolare domanda di costruzione, un procedimento che può però richiedere anche parecchi mesi per l’ottenimento della relativa licenza. Per tale motivo – illustra il Consiglio di Stato – nel 2018 è stata istituita "una procedura snella in caso di emergenza al fine di velocizzare l’ottenimento di una risposta da parte dell’azienda agricola richiedente". Riassumendo, l'azienda che intende captare acqua formula una richiesta tramite la compilazione di un formulario online che viene valutata dalla Sezione dell’agricoltura e dal guardacaccia di zona. Nel caso non siano riscontrati problemi per l’ecosistema acquatico, viene concessa l’autorizzazione e il contadino può da subito procedere all’irrigazione della coltivazione. "Questa procedura è risultata molto veloce quest’estate e i richiedenti hanno ricevuto una risposta alla loro richiesta nel giro di due giorni", spiega il governo.