La base legale per l’eventuale Cpi. ‘Il Gran Consiglio decida prima delle elezioni cantonali’
Ha sollecitato una Cpi, una Commissione parlamentare d’inchiesta, sul dossier Unitas al termine della discussione generale in Gran Consiglio, lunedì 13 febbraio, avviata dopo le risposte del governo alle interpellanze riguardanti i casi di molestie sessuali in seno all’Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana commesse negli anni scorsi da un alto dirigente di quest’ultima. Ora il Movimento per il socialismo, per accorciare i tempi, ha elaborato un progetto di "Decreto istitutivo": un disegno di decreto – indirizzato "all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio, a tutti i gruppi parlamentari e a tutti i deputati" – per conferire base legale alla Commissione parlamentare d’inchiesta chiamata, nelle intenzioni dell’Mps, a fare piena luce "sulla gestione da parte delle autorità cantonali della vertenza Unitas", ente al beneficio anche di sussidi cantonali. L’Mps pigia dunque sull’acceleratore affinché la proposta di costituire una Cpi "venga messa all’ordine del giorno dell’ultima seduta della legislatura", quella che si aprirà lunedì 13 marzo.
Sette gli articoli di cui si compone il prospettato decreto. Concernono mandato, modalità di lavoro, mezzi, indennità e numero dei membri della Cpi. Il mandato consta di dieci punti. Dieci compiti per l’eventuale Commissione d’inchiesta. Il primo: "Acquisire agli atti il dossier della dipendente (di Unitas, ndr) che nel 2001 si è tolta la vita, compreso il dossier aperto a suo tempo dalla magistratura". Il secondo: "Completare l’audit allestito dall’avvocato (Raffaella, ndr) Martinelli Peter sentendo, in particolare, le persone informate sui fatti che fino a oggi non hanno potuto essere sentite e acquisendo agli atti altri casi simili che fino a oggi non sono stati acquisiti (ad esempio quello della dipendente che si è tolta la vita nel 2001)". Il terzo: "Valutare le responsabilità e il comportamento dei singoli membri del comitato di Unitas dal 1995 a oggi, così da evitare che lo stesso giudizio pesi su tutte e tutti i membri del comitato". Il quarto: "Valutare il ruolo del rappresentante dello Stato in seno al comitato di Unitas, nonché dei diversi responsabili dei servizi cantonali competenti e del Consiglio di Stato dalla fine degli anni Novanta a oggi nei rapporti tra il Cantone e Unitas". Quinto compito: "Valutare il comportamento del Consiglio di Stato in relazione alla mancata applicazione dell’articolo 15 (quello su astensione e ricusa dei membri del governo, ndr) del Regolamento sull’organizzazione del Consiglio di Stato e dell’Amministrazione" con riferimento "alla partecipazione di Manuele Bertoli (consigliere di Stato, titolare del Dipartimento educazione cultura e sport, già direttore di Unitas prima dell’elezione in governo, ndr) alla presentazione dei risultati parziali dell’audit". Sesto: "Valutare se Manuele Bertoli ha rispettato la procedura prevista dalla Legge concernente le competenze organizzative del Consiglio di Stato e dei suoi dipartimenti, in relazione alla sua presenza quale membro e successivamente presidente della Fondazione Unitas". Settimo: "Valutare il lavoro di controllo e applicazione delle diverse leggi federali e cantonali a tutela della salute e integrità dei dipendenti e utenti di Unitas nel corso degli ultimi decenni (ad esempio Legge sulla parità dei sessi, Legge sul lavoro, Codice delle obbligazioni ecc.)". Ottavo compito: "Valutare per quali ragioni il Consiglio di Stato abbia consegnato in tempi diversi il rapporto parziale dell’audit: all’avvocato di Unitas già nel settembre 2022, alle vittime solo nelle scorse settimane e solo dopo che le stesse hanno denunciato pubblicamente questo trattamento diverso". Nono: "Valutare le ragioni per le quali il Consiglio di Stato ha delegato quale suo mediatore tra il comitato in carica e le vittime l’avvocato Luigi Mattei, precedentemente avvocato del comitato Unitas". Decimo compito: "Proporre eventuali modifiche di legge, in particolare in materia di gestione delle strutture socio-sanitarie e dei criteri di qualità; eventuali atti parlamentari giacenti sul tema della gestione delle strutture socio-sanitarie e dei criteri di qualità dovranno venir assegnati alla Cpi ed evasi con la discussione del rapporto".
Stando al progetto di decreto, la Commissione d’inchiesta risulterebbe formata da "sette membri"/deputati, presidente incluso. La Cpi, inoltre, "può far capo a periti esterni". Per l’adempimento di eventuali accertamenti o approfondimenti tramite appunto periti esterni, la Commissione, prosegue il decreto proposto dall’Mps, "dispone di un limite di spesa complessivo di 100mila franchi". Il superamento di questo importo "deve essere motivato e sottoposto per preventiva approvazione all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio".
Scrive il Movimento per il socialismo: "Come ha dimostrato il dibattito parlamentare" del 13 febbraio, "vi sono ancora molti interrogativi sul comportamento delle autorità cantonali che devono essere chiariti al più presto e, soprattutto, prima che si proceda al rinnovo del comitato di Unitas". Per questo, se il Gran Consiglio "non si esprimerà sulla richiesta di costituire una Cpi durante la seduta di marzo è quasi certo che, complice il rinnovo dei poteri cantonali, il tutto slitterà alla fine di settembre". Insomma l’auspicio dell’Mps è che il parlamento decida l’istituzione di una Commissione d’inchiesta prima delle elezioni. Il tempo stringe.