L’associazione che difende i diritti dei ciclisti lamenta il fatto che nella campagna elettorale in corso sia assente il tema della mobilità lenta
È una "sorprendente e inspiegabile indifferenza verso i molti temi relativi alla mobilità lenta, detta anche mobilità dolce" quella che secondo Pro Velo Ticino emerge in queste prime settimane di campagna elettorale – in vista delle elezioni cantonali del 2 aprile – da dibattiti, commenti, opinioni, slogan e prese di posizione.
"Pensiamo alle corsie e alle piste ciclabili (c’è ancora molto da fare); alle zone a 30 chilometri orari; alla convivenza fra i ciclisti e gli altri utenti della strada; alla sicurezza per chi è in sella (dai bambini agli anziani); ai posteggi riservati alle biciclette; e via dicendo – esemplifica in una nota stampa l’associazione che promuove l’uso della bicicletta e difende i diritti dei ciclisti –. Eppure se consideriamo l’elevatissimo numero di ciclisti che pedalano sulle strade del Canton Ticino – e le cifre sono in continuo aumento – l’argomento dovrebbe essere preso in considerazione da coloro che si sono candidati a un posto nell’esecutivo e nel legislativo cantonali".
Per questo motivo Pro Velo Ticino esprime l’auspicio che le esigenze e le aspettative di chi ha deciso di muoversi in bicicletta "possano trovare spazio nei programmi partitici e politici e in una campagna elettorale che dovrebbe offrire all’opinione pubblica anche degli spunti di riflessione, di discussione e di confronto riguardanti la mobilità ciclistica".