Domani rendez-vous tra i vertici cantonali delle forze politiche rappresentate a Berna. Per scongiurare un ‘bel pasticcio’, Farinelli dixit
Che fare qualora il seggio al Consiglio degli Stati occupato da Marina Carobbio dovesse rendersi vacante in seguito all’entrata, cosa assai probabile, dell’esponente socialista nel governo ticinese alle ‘cantonali’ del prossimo aprile? Elezioni suppletive sì, no, come? Un’elezione tacita e dunque una sola candidatura in grado di raccogliere il consenso di tutti i partiti, ciò che eviterebbe il ballottaggio – (quasi) sicuro in presenza di più aspiranti senatori (da tre in su) alle suppletive – a ridosso del regolare appuntamento (ottobre) con le urne? Se ne saprà di più, perlomeno si spera, domani quando a Bellinzona, sul mezzogiorno, si riuniranno per discutere del politicamente delicato tema i vertici cantonali dei partiti rappresentati nei due rami del parlamento federale. Dunque Plr, Centro/Ppd, Lega, Udc, Verdi e ovviamente Ps.
L’incontro è stato convocato proprio da quest’ultimo, il Ps (al rendez-vous parteciperà Fabrizio Sirica, che con Laura Riget presiede il partito cantonale). Il che non sorprende visto che in un certo senso la palla è nel campo dei socialisti. E la situazione potrebbe davvero farsi "intricata", per citare Alex Farinelli. "Soprattutto se Marina Carobbio – ha dichiarato il consigliere nazionale liberale radicale, pronto a candidarsi per la Camera alta, in un’intervista apparsa sull’ultimo numero della ‘Domenica’ – dovesse restare in carica fino al giorno della sua possibile elezione in governo. Allora ci sarebbe il rischio di avere due elezioni sovrapposte, con i partiti tenuti a presentare i loro candidati per ottobre prima che si sia tenuto il ballottaggio per la successione di Carobbio. Temo che sarebbe un bel pasticcio".
Verrà scongiurato? Non resta che attendere l’esito dell’incontro di domani fra i presidenti di partito. «Lo abbiamo indetto noi – conferma Laura Riget, interpellata dalla ‘Regione’ – per discutere del tema, degli scenari e per vedere se c’è la possibilità di un accordo politico. L’importante comunque è trovarci per cercare una soluzione». Impresa non facile. Ipotesi elezione tacita, con un solo o una sola candidata, un nome condiviso da tutte le forze politiche che si impegni pubblicamente a non ripresentarsi qualche mese più tardi alle elezioni ‘normali’: soluzione praticabile?
"Non si può vietare di presentare altri candidati", ha detto Farinelli al settimanale. Un eventuale accordo fra i partiti potrebbe peraltro risultare vano: "Basterebbe che chiunque raccolga cinquanta firme e si candidi per far saltare l’accordo. E poi – ha continuato Farinelli – non si può togliere alla popolazione il diritto di scegliere i suoi rappresentanti. Quel seggio non appartiene al Ps, bensì a Marina Carobbio, che non ha un subentrante. Non è come se Manuele Bertoli rassegnasse le dimissioni. In tal caso gli subentrerebbe Amalia Mirante (che nel frattempo la lasciato il Ps, ndr.), perché quello governativo è un seggio di partito". Obietta Riget: «La verità sta nel mezzo. È un seggio del cantone, è però anche vero che tre anni e mezzo fa la popolazione ha deciso di eleggere Marina Carobbio, esponente del Ps, ritenendola, con il democentrista Marco Chiesa, idonea a rappresentare il nostro cantone al Consiglio degli Stati».
Altri spunti di riflessione. Se alle elezioni suppletive correranno più candidati per il seggio lasciato libero da Carobbio, quasi certamente nessuno riuscirà a ottenere la maggioranza assoluta. Vi sarà pertanto il secondo turno, il ballottaggio. Ma dopo luglio e agosto, dato che in questi due mesi in base alla legge cantonale sull’esercizio dei diritti politici non si possono tenere elezioni e votazioni, come ha ricordato un paio di settimane fa il responsabile del Servizio giuridico Francesco Catenazzi alla ‘Regione’ (edizione del 19 novembre). A ottobre, con le elezioni federali normali, sarà tutto da rifare. Un tour de force non indifferente per i candidati. Due, tre campagne elettorali. Impresa faticosa e costosa.
«È uno scenario fragile, non ci convince granché», commenta invece il presidente liberale radicale Alessandro Speziali in merito a una possibile elezione tacita di una persona che metta d’accordo tutti. «Il seggio al Consiglio degli Stati è del Cantone, non di un partito – prosegue Speziali –. E se il seggio è del Cantone a proporre così una personalità per quanto di tutto rispetto mancherebbe l’investitura democratica, che è fondamentale». Piuttosto, osserva Speziali, «una soluzione su cui si può lavorare è un accordo perché il Consiglio di Stato operi una modifica legislativa per risolvere la questione ‘vacanza del seggio’ in maniera più chiara. Ad esempio, quando votare o entro quando è obbligatorio tornare al voto. Qualcosa di certo per evitare soluzioni artigianali dove basta che uno si metta di traverso, candidandosi, e salta tutto». Insomma, l’argomento suppletive non scalda più di tanto l’ambiente in casa Plr. Anche perché, rammenta Speziali, «le commissioni sono altrettanto importanti del parlamento e a Berna nelle commissioni ci sono i sostituti. Questo della vacanza è un problema che può essere relativizzato».
Ad aprire la porta alla possibilità di un accordo su un nome per l’elezione tacita è invece il presidente cantonale del Centro/Ppd Fiorenzo Dadò: «Ascolterò con attenzione il Ps, questa è una possibilità interessante che è senz’altro da discutere nell’interesse del Cantone. Fatto salvo che, comunque, con ogni probabilità basterebbe che un cittadino qualsiasi si metta in lista per far cadere questo discorso. Perciò ne parlerò e discuterò all’interno del mio Ufficio presidenziale».