Il Consiglio di Stato alla Confederazione sul progetto Ferrovia 2050: ‘Servono più investimenti per realizzare (anche) tre opere a sud delle Alpi’
«Alla Confederazione chiediamo di avere più coraggio negli investimenti. È contraddittorio dire che si vogliono portare più persone a muoversi con il treno e poi non si investe a sufficienza nelle infrastrutture». Così si è espresso il presidente del Consiglio di Stato Claudio Zali, presentando la risposta del governo cantonale a "Ferrovia 2050", il programma di sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria svizzera promosso dal Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (Datec). «Non è frequente che il Consiglio di Stato informi sull’esito di una consultazione federale, che teoricamente ha un peso relativo», ha spiegato Zali. «La situazione è però quasi paradossale: dobbiamo prendere posizione ora per evitare che fra 30 o 40 anni ci venga rinfacciato di non esserci fatti sentire, come recentemente successo con il collegamento AlpTransit fino a Chiasso». Il tema è infatti di quelli delicati. Già lo scorso mese di giugno – quando la Confederazione ha inviato la documentazione ai Cantoni – si erano levate voci critiche che lamentavano una scarsa attenzione alle necessità ticinesi. La presa di posizione, è stato rimarcato, dà quindi seguito alla volontà del Gran Consiglio, di altri enti e della popolazione di puntare in modo deciso al completamento di AlpTransit e allo sviluppo della ferrovia.
Nel concreto si chiede a Berna di aumentare notevolmente il budget nazionale destinato agli investimenti. «La posizione ticinese è inequivocabile: servono 100 miliardi a livello nazionale per evitare di sovraccaricare la rete e per restare al passo con i tempi». Il governo auspica a sud delle Alpi la realizzazione – in tempi celeri – di tre importanti progetti: il completamenti di AlpTransit a sud (dal costo stimato di 7,1 miliardi di franchi), l’aggiramento del Gambarogno Gronda Ovest (4,5 miliardi) e la circonvallazione di Bellinzona (1,6 miliardi). «Queste tre opere non devono essere viste come in competizione tra loro. La nostra priorità? Che vengano realizzate tutte e tre». A questi si aggiungono tutta una serie di crediti per potenziare l’offerta delle corse e arrivare ad avere, ad esempio, collegamenti Tilo ogni 15 minuti. «Se vogliamo che l’offerta del trasporto ferroviario sia concorrenziale a quello privato su strada dobbiamo fare un cambio di paradigma e agire subito». Nella sua risposta alla consultazione il Consiglio di Stato ha infatti chiesto di accorciare le scadenze e non aspettare il messaggio federale 2030 per fissare le infrastrutture necessarie. «La visione d’insieme della Confederazione – ha puntualizzato Zali –, resta comunque condivisa».
Le preoccupazioni ticinesi si basano su uno studio che mostra come, tra pochi anni, si creerà un collo di bottiglia sull’asse Nord-Sud. «Al momento le infrastrutture sono ritenute sufficienti, ma in futuro ci sarà la necessità di deviare i treni merci su percorsi meno diretti. Una perdita di produttività» ha detto Martino Colombo, direttore della Divisione dello sviluppo territoriale e della mobilità. Il rischio è che la crescita dei transiti porti a conflitti tra il trasporto di merci e quello di passeggeri, mettendo a rischio l’affidabilità dei servizi. Le previsioni per il 2050 indicano che la domanda di mobilità pubblica è destinata ad aumentare del 45% per quanto riguarda le persone e del 89% per quanto riguarda le merci. «Il nostro obiettivo non è che tutte le merci in transito passino tutte dal Ticino, anche perché non hanno un ritorno economico sul territorio» ha spiegato Zali. «Puntiamo a una migliore mobilità per le persone e per il traffico merci interno. Dobbiamo evitare che i previsti aumenti di trasporti per il futuro si riversino sulla strada».
Durante l’incontro con i media il governo ha anche presentato come vorrebbe sviluppare l’offerta del trasporto ferroviario in Ticino. «La rete regionale va potenziata con una maggiore frequenza delle corse e più stazioni Tilo sul territorio. Bisogna anche adeguare ovunque le gallerie per treni a due piani», ha detto il presidente del Consiglio di Stato. «Un esempio è quello del Malcantone, dove l’infrastruttura al momento è sicuramente deficitaria con alcune tratte che hanno una sola rotaia». Il potenziamento lo si vuole anche per quanto riguarda i treni Intercity ed Eurocity. La richiesta ticinese è di avere ogni 30 minuti un treno che collega la Svizzera tedesca a Lugano e ogni ora un convoglio che prosegue fino a Milano.
«I tre progetti che abbiamo indicato come importanti per il Ticino hanno un costo notevole», ha ammesso Colombo. «Anche la progettazione ha quindi costi milionari. Per questo è importante poter partire subito, così da arrivare a sottoporre la richiesta di credito al parlamento federale per tempo». Si chiede quindi d’inserire nel messaggio federale 2023 che verrà allestito prossimamente un aumento dei collegamenti Eurocity e Intercity, il miglioramento del nodo di Lugano e i crediti per la progettazione della circonvallazione di Bellinzona e del Gambarogno. Per il messaggio 2026 si chiedono invece: crediti per nuove fermate Tilo, la realizzazione di aggiramento e circonvallazione, e la progettazione di AlpTransit a sud. Per la sua realizzazione, invece, l’orizzonte sperato è quello legato al messaggio federale 2030.