Ticino

È Giovanni Scolari la vittima della caduta in montagna

L’ex sindacalista Ocst ha perso la vita sopra la Val Cama mentre stava tracciando un sentiero. I ricordi commossi di Ricciardi e Jelmini

Giovanni Scolari
(Ti-Press)
9 ottobre 2022
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Una grande passione per la montagna, cui ha iniziato a dedicare più tempo quando nel giugno 2021 ha smesso, dopo ben 32 anni, i panni di sindacalista per indossare quelli di pensionato. Una montagna che ieri se lo è portato con sé, quando insieme ad alcuni colleghi del Gruppo promotore sentieri delle cime, di cui faceva parte, stava marcando un nuovo percorso a tappe sul crinale italo-svizzero che collega San Bernardino col Ticino. È Giovanni Scolari, 66 anni di Manno, sposato e padre di due figli, già sindacalista dell’Organizzazione cristiano sociale, e meglio nell’ultimo decennio segretario dell’Ocst del Luganese, la vittima della caduta mortale verificatasi ieri pomeriggio nell’alta Val Cama, in un terreno ripido e roccioso sul versante italiano della Val Bodengo vicino al Piz de Sambrog. Sul posto sono subito accorsi i soccorritori della Rega e gli agenti della Polizia cantonale grigionese per gli accertamenti del caso. Recuperato in condizioni critiche, Giovanni Scolari è purtroppo deceduto poco dopo all’Ospedale Civico di Lugano.

‘Il sindacato, la montagna, la cucina e l’Inter’

«Il sindacato era la sua grande passione, insieme alla montagna e ai lavori manuali», evidenzia la moglie Federica raggiunta al telefono dalla redazione: «In precedenza era stato coinvolto dal Gps delle cime nella realizzazione della capanna Curciusa. Era però la prima volta che si recava con loro in quota a tracciare sentieri». I figli Caterina e Francesco lo ricordano anche come gran conoscitore di funghi, ottimo cuoco e tifoso dell’Inter. Poi la politica attiva: da due legislature e mezza era consigliere comunale per il Centro a Manno, membro della Commissione della gestione e già capogruppo. Sin da giovane ha mostrato molta attenzione alle problematiche sociali e lavorative: "Mi sono sempre impegnato per una società più giusta", scriveva di sé in occasione delle ultime elezioni comunali: "Amo la natura e durante la stagione invernale mi diletto con lo sci e le uscite con le racchette da neve, nelle altre stagioni pratico l’escursionismo". E gli piaceva viaggiare, Francia e Italia le sue mete preferite. A livello professionale ha rappresentato l’Ocst nelle commissioni paritetiche del settore industriale e artigianale, nella Commissione tripartita in materia di libera circolazione delle persone e nella Commissione del Consiglio di Stato per l’innovazione economica.

Ricciardi: ‘Credeva profondamente nel rapporto tra le persone’

Il segretario cantonale dell’Ocst Renato Ricciardi ha la voce spezzata e commossa quando lo chiamiamo per chiedergli un ricordo di Scolari. «Siamo tristi, siamo davvero tristi», esordisce Ricciardi. «Ma gli siamo anche tanto grati, perché è stato un amico, per me in particolare da quando ho assunto la direzione del sindacato, un bravo, fedele e attento collaboratore. In questi momenti poi riemergono tanti ricordi personali, e ne conservo nel cuore molti», dice ancora il segretario dell’Ocst. Scolari «già prima della mia segreteria era coordinatore del settore industria dal quale proveniva, avendoci anche lavorato, e che quindi conosceva molto bene». Scolari, continua Ricciardi, «aveva una passione enorme per l’attività a contatto coi lavoratori, penso fosse la sua caratteristica più bella nel suo lavoro. Non era un sindacalista da ufficio, era da bandiera in strada e tutte le persone che sono state a contatto con lui, anche nella controparte, ne hanno sempre apprezzato la disponibilità perché non si limitava a consigli o consulenze, credeva proprio profondamente nel rapporto tra persone: sia gli affiliati al sindacato, sia i colleghi di lavoro».

Jelmini: ‘Un vero maestro’

Con il pensionamento di Scolari, l’anno scorso, alla segreteria regionale Ocst del Luganese a succedergli è stato Lorenzo Jelmini che, a ‘laRegione’, ricorda il suo predecessore come «un vero maestro per quanto riguarda la sua capacità che aveva di muoversi nel mondo sindacale: sempre competente, sempre preparato, molto determinato nel portare avanti le rivendicazioni e le richieste dei lavoratori». Ma anche, riprende Jelmini, «capace di dialogare con la controparte per trovare le giuste soluzioni. Era molto apprezzato anche per questo, perché aveva voglia e capacità di costruire pur mantenendo la sensibilità e l’orizzonte puntato sugli interessi dei lavoratori». Era «riconosciuto», al punto che «è riuscito a portare a compimento diversi contratti collettivi di lavoro nell’industria e nell’artigianato. Ci ha insegnato davvero tantissimo a fare sindacato, rivolgo un pensiero e un abbraccio a sua moglie e alla sua famiglia».

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