Ticino

Plr e targhe. Libertà di voto? ‘No, contro i due testi’

Il parlamentino ha deciso di non scegliere tra iniziativa e controprogetto sulle imposte di circolazione. E Speziali: ‘Il nucleare non sia un tabù’

Il presidente cantonale Plr Alessandro Speziali
(Ti-Press)
1 settembre 2022
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Il Plr non ci sta, nemmeno a lasciare libertà di voto. Simbolicamente il comitato cantonale riunitosi stasera a Cresciano ha votato a favore della diminuzione delle imposte di circolazione, ma contro sia l’iniziativa ‘Per un’imposta di circolazione più giusta’, sia contro il controprogetto, i due testi su cui i cittadini ticinesi saranno chiamati a esprimersi alle urne il prossimo 30 ottobre. È quanto sortito a seguito di un acceso dibattito tra Simone Gianini, in qualità di presidente dell’Automobile Club Svizzero (Acs), Maurizio Agustoni e Ivo Durisch, capigruppo in Gran Consiglio rispettivamente del Centro/Ppd e del Ps, e Bixio Caprara.

Il tema aveva già scaldato non poco gli animi della politica cantonale durante la scorsa primavera e in particolare la seduta di Gran Consiglio del 22 giugno: in aula, dopo la bocciatura da parte del plenum del rapporto di maggioranza (sottoscritto da Centro/Ppd, Lega e Udc) che aderiva tout court all’iniziativa di plafonare le imposte a 80 milioni (poi rivalutati in 85,2) e considerare solo le emissioni di CO2 per il calcolo, sono andati in votazione eventuale i due rapporti di minoranza. Quello del Plr (relatore Bixio Caprara) – che riprendendo il parere del Consiglio di Stato fissava a 96 milioni il tetto massimo delle imposte, considerando per il computo anche la massa oltre le emissioni del veicolo – e quello rossoverde, anch’esso per un tetto massimo di 96 milioni e un calcolo basato su emissioni e massa, ma intenzionato a impiegare parte di questi milioni per incentivare l’uso del trasporto pubblico. A sostenere il rapporto della sinistra – per evitare la bocciatura dei tre sul tavolo che non avrebbe permesso di andare al voto popolare – erano stati, in blocco, pure il Centro/Ppd, Lega e Udc, lasciando così per strada la proposta del Plr.

Dibattito con valzer delle cifre

La discussione di fronte al parlamentino ha proposto un valzer delle cifre e delle formule. Simone Gianini ha osservato che «pur salutando la riduzione del prelievo complessivo, da cittadino mi sento disorientato dopo le scintille parlamentari, mentre da tecnico sono preoccupato perché a meno di due mesi dal voto non siamo ancora in possesso delle informazioni necessarie che deve fornire lo Stato per poter decidere con cognizione di causa. Ad ora non si conosce il vero effetto né sul gettito né per il singolo cittadino. Addirittura secondo i calcoli dell’Unione professionale svizzera dell’automobile (Upsa) una parte significativa dei possessori di veicoli vedrà aumentare l’imposta».

Per Maurizio Agustoni, «il principio della nostra proposta è che gli automobilisti pagano in base ai costi che generano. Secondo i nostri calcoli e del Consiglio di Stato la maggior parte dei veicoli ci guadagnerà. Chi pagherà di meno avrà una diminuzione significativa, chi pagherà di più avrà un incremento poco rilevante. E a guadagnarci sarà la classe media».

Ivo Durisch ha dal canto suo contestato che con l’iniziativa si paghino solo i costi che si generano: «Non si tiene conto che la mobilità privata causa danni come malattie per molti milioni di franchi. La nostra proposta è più sociale perché fa pagare meno le auto piccole, di coloro insomma che non possono permettersi il lusso. Inoltre col sostegno ai beneficiari di sussidi di cassa malati per l’acquisto di un abbonamento Arcobaleno, promuoviamo il trasporto pubblico e aiutiamo il ceto medio-basso».

«Sono molto perplesso di quanto successo – ha detto Bixio Caprara ripercorrendo i dissidi in Commissione della Gestione –. Avevamo cercato comunque di lavorare sul tema, perché di storture ce ne sono da entrambe le parti. Da un lato si tiene conto solo del CO2, dall’altro la sinistra vuole tassare il lusso e creare una nuova spesa per lo Stato con gli incentivi all’abbonamento Arcobaleno».

Energia senza ideologia: è la via giusta

Nel suo discorso di apertura, il presidente cantonale del Plr Alessandro Speziali ha messo l’accento sull’attuale situazione di crisi: «Siamo di nuovo in un contesto problematico per le famiglie e le imprese. Ancora una volta all’orizzonte si vedono tinte fosche. Sotto attacco ci sono i bisogni essenziali: il poter lavorare, abitare, muoversi e scaldarsi. E nuovamente dopo la pandemia siamo davanti a una sfida inedita». Sfida che, secondo Speziali, «se il nostro paese si applica, riuscirà ad affrontare».

Rispetto al prospettato aumento dei premi di cassa malati, il presidente Plr ha reso noto che il partito ha nei cassetti delle misure per degli sgravi che seguono il principio «se aumenta il costo dei premi, aumenta il margine delle deduzioni». Quanto all’altra grande preoccupazione, quella energetica, «ci siamo subito accorti dell’importanza di parlare di energia senza ideologia, uno slogan ma soprattutto un modo di intendere la politica azzeccato». Questo significa che «siamo aperti a riconsiderare tutte le fonti di energia rinnovabile senza porci dei tabù». Il riferimento è al nucleare, che «non dipendente dalla meteo e dall’import. È evidente – ha precisato Spaziali – che non si tratta di una risposta nell’immediato, ma a medio e lungo termine». La votazione popolare contro il nucleare «va certo rispettata, ma è da contestualizzare essendo avvenuta sulla scia dell’emozione per un incidente nucleare. Ora però la politica deve ricostruire un contesto più generale per far capire che il progresso della scienza può portare delle risposte. La Svizzera deve tornare a rifletterci e lo faremo anche noi come partito».

Quanto al momento attuale, «ci sono altre tecnologie che dobbiamo implementare. Mi riferisco al solare, soprattutto in Ticino che ne è ricco, e all’idroelettrico, il nostro oro blu, su cui investire. Dobbiamo portare avanti questi discorsi permettendo alle energie rinnovabili di correre». E affermando che «non crediamo nella decrescita ma nella costruzione di un sistema che funziona», Speziali ha elencato i diversi atti parlamentari presentati dal Plr sull’energia. «È un tema che ci sta a cuore e che stiamo puntellando con proposte concrete». Concretezza che, «assieme alla capacità di essere attendibili e profilati, i cittadini apprezzano. Lo attestano gli ultimi sondaggi sul piano federale piuttosto confortanti che mostrano un trend in crescita per il Plr di più uno per cento. Quindi, senza pretesa di essere gli unici a fare bene, vediamo che il nostro è un corso giusto».