Rapida panoramica sui prezzi praticati al di qua e al di là della frontiera. Il decreto aiuti del governo Draghi. L’immobilismo del Consiglio federale
È una forbice che continua ad allagarsi, quella dei prezzi dei carburanti praticati al di qua e al di là della frontiera. Anche a Como dove il pieno costa di più, rispetto alle pompe dei comuni di frontiera. Succede così da sempre, e tutto le volte che si è cercato di capire i motivi per cui a Como la benzina debba costare di più e quindi rimuoverli si è fatto un buco nell’acqua. Nel corso degli anni si è spesso individuato nella ‘carta sconto benzina’ la causa trascinante verso l’alto dei prezzi praticati nel capoluogo lariano. La ‘carta sconto benzina’ ormai da oltre un anno è finita in soffitta. Non altrettanto è accaduto per la benzina mediamente più cara a Como che, ad esempio, a Bizzarone o Cernobbio. Per non dire Cantù dove in questi giorni sono sufficienti 1,718 euro per un litro di benzina, sia in modalità servito che self: il costo più basso della benzina nella città del mobile e della pallacanestro, 1,749 euro per il gasolio. Di pochi centesimi in più i prezzi negli altri distributori ‘terzisti’, quelli senza il logo delle grandi compagnie petroliferi, che comunque sono tutte sotto 1,80 euro al litro per la benzina, e 1,82 euro per il gasolio. Prezzi per certi aspetti impietosi se confrontati con quelli praticati in due distributori di Chiasso (Piccadilly e Eni, entrambi in via Comacini): 2,20 euro al litro la benzina, 2,38 euro il gasolio. I prezzi sino qui elencati sono stati rilevati il 13 agosto.
A Como lo scorso sabato le benzina costava da un minimo di 1,78 euro al litro in modalità self (2,104 euro al litro il servito) a un massimo 1,859 euro il self e 2,120 il servito. Quello del costo dei carburanti in modalità servito sembra essere virtuale (anche se ovviamente nella colonnina dei distributori è reale), in quanto il 95 per cento (e non poteva essere diversamente) degli automobilisti fa il pieno in modalità self, anche perché è sempre possibile pagare con bancomat e carta di credito.
Dopo questo lungo elenco di prezzi praticati al di qua e al di là della frontiera necessari per documentare come nelle ultimissime settimane la forbice dei prezzi si è allargata, c’è da dire che i carburanti stanno beneficiando del continuo calo del costo del petrolio, salito alle stelle a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin. C’è anche da ricordare che in occasione dell’ultimo decreto aiuti varato dal governo Draghi è stato confermato il taglio complessivo di 30,5 centesimi al litro, di cui 25 centesimi dalle accise e 5,5 centesimi dall’Iva. Cosa che in Svizzera il Consiglio federale non ha mai ritenuto di dover fare, mentre recentemente lo ha deciso il governo francese che ha introdotto un taglio di 18 centesimi al litro. Lo sconto introdotto in Italia la fine dello scorso marzo è stato prorogato sino a martedì 20 settembre. Cinque giorni dopo ci saranno le elezioni politiche per il rinnovo del parlamento italiano. Già da ora è prevista una ennesima proroga che potrebbe arrivare sino alla fine dell’anno e che ricordiamo ha avuto anche l’effetto di registrare quello che nessuno poteva immaginare: una inversione a 180 gradi, in uno dei commerci di frontiera che ha contribuito a fare la storia dei commerci di confine, ovverosia il pieno di benzina, a prezzo scontato.
Insomma, il pendolarismo alla rovescia, con gli automobilisti svizzeri, in coda alle stazioni di servizio, lungo l’intera fascia di confine dal Vallese ai Grigioni, passando dal Ticino. A beneficiare maggiormente i benzinai delle province di Como e di Varese, per la calata degli automobilisti ticinesi che con gli attuali prezzi sono tornati a crescere. Con un pieno di 50 litri il risparmio può arrivare sino a 20 euro. Quanto basta per comprendere le sempre più diffuse preoccupazioni da parte dei benzinai ticinesi della fascia di confine che per il tramite delle loro organizzazioni di categoria hanno segnalato chiusure di attività e ridimensionamento dei livelli occupazionali (a perdere il lavoro sono soprattutto frontalieri). Su questo versante appare impossibile prevedere una inversione di tendenza in quanto la differenza dei prezzi praticati al di qua e al di là della frontiera sono destinati a durare ancora a lungo. Continueranno a mancare i frontalieri che tornati a fare il pieno nei distributori sotto casa, continueranno a farlo. Se un automobilista ticinese deve mettere nel conto il costo del trasferimento e del tempo necessario per raggiungere un distributore a Como (e dintorni), per i frontalieri è tutto più comodo.
Un’ultima annotazione per dire che in questo periodo estivo chi nella vendita di carburanti sta registrando una crescita senza precedenti sono le stazioni di servizio Lario Ovest e Lario Est che si incontrano lungo l’autostrada dei Laghi, a una dozzina di chilometri dalla dogana di Brogeda. I turisti svizzeri sia all’andata che al ritorno non mancano di fare il pieno.