È la proposta della Gestione al governo. La modifica legislativa era stata congelata a causa delle incertezze economiche dovute al Covid
Primo gennaio 2025. È questa la data proposta al Consiglio di Stato dalla Commissione della gestione per l’entrata in vigore della tassa di collegamento. L’obiettivo è di rendere meno attrattivo l’utilizzo dell’automobile con un’imposta su alcuni tipi di posteggio. Nel rapporto la Gestione chiede al governo di rinunciare al diritto di incasso retroattivo (come già comunicato dal CdS l’agosto scorso) e di allestire un rapporto trascorso il periodo di prova di tre anni. Il resoconto deve mostrare gli effetti della tassa sia per quanto concerne il profilo finanziario sia per quello della mobilità e dell’evoluzione del numero e della collocazione dei posteggi assoggettati alla tassa. Viene inoltre auspicato che si definiscano e vengano resi noti gli obiettivi che si intendono raggiungere entro i tre anni, questo almeno sei mesi prima dall’entrata in vigore del balzello.
A far ritardare l’entrata in vigore dell’imposta, prevista per l’inizio di quest’anno, sono le difficoltà economiche generate dalla pandemia che, scrive la Gestione, "stanno dimostrando di avere impatti più lunghi di quanto si potesse immaginare all’inizio della crisi stessa". In sostanza, non si vuole gravare ulteriormente sulle finanze di cittadini e aziende in questo periodo di incertezze finanziarie.
La tassa di collegamento fa parte di un pacchetto di misure del Dipartimento del territorio (Dt) che ha lo scopo di arginare, e possibilmente ridurre, il traffico presente sulle strade del cantone. Nel caso l’imposta non avrà sortito gli effetti desiderati, e dunque decadesse, "non può essere previsto un meccanismo che stabilisca la restituzione automatica degli importi raccolti", ricorda la Commissione facendo riferimento al parere dell’Ufficio giuridico del Dt.
La Sezione della mobilità è incaricata a preparare e attuare la tassa "quale autorità competente designata per il monitoraggio dei suoi effetti". Per la creazione di un sistema di osservazione e valutazione dei risultati il Consiglio di Stato ha attribuito un mandato esterno alla Rapp Trans Ag: un’azienda specializzata in mobilità, traffico e trasporti con sede a Zurigo. È stata scelta in quanto "oltre ad attività legate alla pianificazione del trasporto pubblico, ha collaborato con la Sezione per il monitoraggio degli effetti del traffico della galleria Vedeggio–Cassarate e del Piano della viabilità del polo luganese", viene evidenziato nel rapporto della Gestione. Per valutare l’efficacia della misura è dunque necessario che gli obiettivi vengano stabiliti per tempo, ovvero "almeno sei mesi prima" dall’applicazione del balzello. Termine – confermato nel 2020 dal direttore del Dt Claudio Zali – necessario anche per permettere a chi ne sarà toccato di prepararsi. Per capire quali saranno gli effetti scaturiti dalla modifica legislativa, il monitoraggio sarà possibile, secondo la Commissione, unicamente a partire dall’entrata in vigore dell’imposta: "In modo tale da poter distinguere gli effetti della tassa da quelli riconducibili ai molti altri fattori intervenuti in questi anni".
Durante gli anni, le voci contrarie verso la riscossione di questo tributo ci sono state. Si ricorda l’iniziativa parlamentare di Sergio Morisoli (Udc) depositata nell’aprile 2020. Secondo il democentrista la tassa non risolverebbe il problema del traffico nel nostro cantone. «È soltanto una misura per incassare soldi», diceva un paio d’anni fa a ‘laRegione’. Convinto, invece, della necessità della misura è il consigliere nazionale socialista Bruno Storni, secondo cui l’imposta favorisce l’utilizzo dei mezzi pubblici.
Il provvedimento punta a colpire principalmente "pendolari e chi si muove per acquisti", si legge sul portale del Cantone. "Le maggiori congestioni della rete stradale si riscontrano infatti nelle ore di punta. Se alla mattina la maggior parte dei movimenti sono dovuti a motivi di lavoro, la sera si sommano quelli per gli acquisti". La soluzione dunque sarebbe quella di ridurre la disponibilità di posteggio e aumentarne il costo". Vengono esentati i parcheggi destinati alle abitazioni, agli utenti di strutture pubbliche o d’utilità pubblica, come pure impianti Park&Ride e i posteggi a uso pubblico non utilizzati da pendolari.