Ticino

Irregolarità con armi: decreto d'accusa per agente

Proposta la condanna (pena pecuniaria) del poliziotto attivo all'epoca all'ufficio reperti. Il difensore: caduti i reati principali, non faremo opposizione

(Ti-Press)
2 settembre 2021
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La vicenda era emersa nell'agosto del 2019 quando Polizia cantonale e Ministero pubblico avevano comunicato l'apertura di un procedimento penale nei confronti di un agente della stessa Cantonale, attivo all'Ufficio reperti, in relazione ad alcune presunte irregolarità nella gestione di oggetti sequestrati nell'ambito di inchieste giudiziarie: era sospettato di aver sottratto alcune pistole. Le indagini, coordinate dal procuratore generale Andrea Pagani, sono nel frattempo terminate. Sono caduti i reati principali ipotizzati inizialmente, quelli di appropriazione indebita e di sottrazione di cose requisite o sequestrate. Sempre alla luce di quanto scaturito dall'inchiesta, il pg ha però emanato a carico del poliziotto un decreto d'accusa per falsità in documenti - con riferimento alla falsificazione di una firma su un contratto di acquisto di un'arma - e per ripetuta infrazione alla Legge federale sulle armi e le munizioni. Ciò per aver posseduto 34 armi e parti essenziali d'arma nonché 645 chilogrammi di munizioni senza aver dato avvio alle necessarie procedure d'autorizzazione, spiegano gli inquirenti in una nota stampa. Pagani ha quindi proposto per l'agente la condanna a una pena pecuniaria di 150 aliquote giornaliere sospesa condizionalmente oltre a una multa e al pagamento di spese e tasse di giustizia. 

Il Ministero pubblico informa inoltre che "le armi, le parti essenziali d'arma e le munizioni possedute lecitamente e rinvenute nell'estate 2019 al domicilio dell'imputato sono state dissequestrate ma affidate al Servizio armi, esplosivi e sicurezza privata della Polizia cantonale. Per la parte restante (quella dunque non detenuta regolarmente) è stata invece ordinata la confisca e la distruzione".

Il legale: la montagna ha partorito il topolino

Il decreto d'accusa è recentissimo. Ed è già cresciuto in giudicato, visto che non ci sarà nessuna opposizione con conseguente dibattimento in Pretura penale. «La montagna ha partorito il topolino: sono venute meno le accuse principali, ragion per cui non impugneremo il decreto», afferma il legale dell'agente, l'avvocato Andrea Bersani, da noi interpellato.

Il poliziotto, da diversi anni nella Cantonale, era stato sospeso per alcuni mesi e poi trasferito in un altro settore con un grado inferiore.