Ticino

Il Ticino è sempre più anziano

Il notiziario statistico dell'Ustat sulla popolazione residente permanente fotografa il progressivo invecchiamento della popolazione

(Ti-Press)
1 settembre 2021
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Alla fine del 2020 il Ticino contava 350'986 abitanti residenti permanenti, 505 persone in meno rispetto al 2019. A pesare sul calo della popolazione, fenomeno che si verifica per il quarto anno consecutivo, è stato soprattutto l’alto numero di decessi. Queste le cifre fornite dall'Ustat nel notiziario statistico sulla popolazione residente permanente.

Le donne rappresentano il 51,3% del totale della popolazione del nostro cantone, la cui età media è di 45,7 anni, con la generazione del 1965 a costituire la parte più numerosa con 6'136 persone. Riguardo allo stato civile, 42 abitanti su 100 sono sposati, 43 celibi o nubili, quasi 9 divorziati e 6 vedovi.

Un Cantone sempre più anziano

Il Ticino si conferma il cantone con la più alta quota di anziani ultrasessantacinquenni, con 23 anziani ogni 100 persone. L’indice di vecchiaia, ovvero il rapporto fra anziani e giovani fino ai 14 anni, è a vantaggio dei primi, con 177 anziani ogni 100 giovani. Per quanto riguarda l’indice di dipendenza, il Ticino si colloca al terzo posto dopo Basilea-Città e Giura, con 56 persone potenzialmente non attive ogni 100 persone potenzialmente attive, vale a dire persone tra 15 e 64 anni. Tra i potenzialmente non attivi sono gli anziani ad avere il peso maggiore (36 ogni 100 potenzialmente attivi) rispetto ai giovani (circa 20 ogni 100 potenzialmente attivi). Infine, l’indice di ricambio demografico indica che ogni 100 giovani che si accingono a entrare nella vita attiva ci sono 135 persone che si apprestano a lasciarla per aver raggiunto l’età pensionabile.

L'Ustat evidenzia dunque l'invecchiamento della popolazione ticinese, constatando che tutti gli indicatori, ad eccezione dell’indice di dipendenza giovanile, sono cresciuti. In particolare, la quota di over 65 è passata in trent'anni dal 16,2% del 1991 al 23,1% del 2020, un aumento di 6,9 punti percentuali: inoltre, nello stesso lasso di tempo il numero di anziani per ogni 100 persone potenzialmente attive è passato da 23,2 a 36,1, un aumento di 13 unità.

Quasi 3/4 dei residenti in Ticino sono svizzeri

Quasi tre quarti della popolazione del Ticino, il 72,4%, è di nazionalità svizzera; il restante 27,6% è costituito da persone di 157 nazionalità differenti, ma solo un gruppo ristretto, 9 in totale, contano un numero di persone superiore alle 1'000 unità e costituiscono in totale l'83,4% della popolazione straniera residente permanente: al primo posto si collocano i cittadini italiani, che costituiscono il 60,2% del totale, seguiti da persone di nazionalità portoghese (7,5%), tedesca (2,9%), serba (2,1%), kosovara (1,8%), spagnola (1,7%), croata (1,6%), bosniaca (1,5%), eritrea (1,2%) e rumena (1,1%), che insieme rappresentano ben l’83,4% della popolazione straniera residente permanente.

Nel 2020, in quattro regioni del Ticino su cinque si assiste a un calo della popolazione residente: il calo più consistente si è verificato nel Mendrisiotto con 324 persone in meno, seguono Tre Valli (-137), Luganese (-128), e infine Locarnese e Vallemaggia (-68). Il Bellinzonese, invece, va in controtendenza con una crescita di +152 individui. Nella classifica delle regioni più popolose resta in testa il Luganese con 145'584 persone, pari al 41,5% del totale, seguito da Locarnese e Vallemaggia (69'726, 19,9%), mentre il Bellinzonese (55'511, 15,82%) scalza al terzo posto il Mendrisiotto (55'336, 15,77%), ultime le Tre Valli (24'829, 7,1%).

Il saldo migratorio in attivo, saldo naturale ai minimi storici

Nel 2020 la popolazione residente permanente ha generato 45'751 movimenti, con un saldo migratorio di +1'187 persone, risultato di 8'819 immigrazioni e 7'632 emigrazioni. I movimenti interni al cantone sono 29'300, equamente divisi fra 14'650 arrivi e 14'650 partenze.  I movimenti più importanti sono da e verso l’estero (6'599 arrivi e 4'743 partenze), mentre quelli interni alla Svizzera sono numericamente inferiori (2'220 arrivi e 2'889 partenze).

Ciò che caratterizza questi spostamenti, osserva l'Ustat, è il loro saldo, poiché da diversi anni il saldo migratorio rispetto agli altri cantoni risulta negativo (-669 nel 2020), mentre quello con l’estero, ad eccezione del periodo 2017-2019, è sempre stato positivo (+1'856 persone nel 2020). A trainare verso cifre positive il bilancio migratorio è soprattutto il movimento internazionale di stranieri che registra un saldo internazionale positivo di +2'194 persone e un saldo intercantonale leggermente negativo (-35 persone), mentre la popolazione di nazionalità svizzera evidenzia saldi migratori negativi (-338 quello internazionale e -634 quello intercantonale). Il grosso dei movimenti migratori in entrata si concentra nel Mendrisiotto e Luganese con una prevalenza di arrivi internazionali (l’84,8% rispettivamente l’80,5%), seguono il Bellinzonese e Tre Valli (68,1% rispettivamente 64,6% di arrivi internazionali) e infine Locarnese e Vallemaggia (57,8% di arrivi internazionali e 42,2% di arrivi intercantonali). La medesima situazione si osserva per le partenze, con il Mendrisiotto e Luganese a prevalenza internazionale (68,3% e 68,0%), seguiti dalla regione Tre Valli (58,9%). Fa eccezione il Bellinzonese, dove le partenze internazionali e quelle intercantonali si equivalgono, in modo analogo a Locarnese e Vallemaggia. Considerando unicamente i movimenti interni al cantone, la regione che è cresciuta maggiormente grazie a questi spostamenti è il Bellinzonese (+165 persone), seguito dalle Tre Valli (+36 persone) e dal Locarnese e Vallemaggia (+17 persone). Luganese e Mendrisiotto vedono invece la propria popolazione diminuire a seguito della partenza di persone verso altre regioni (-196 rispettivamente -22 persone).

Nel 2020 si è registrato il livello più basso di sempre per quanto riguarda il saldo naturale fra nascite e decessi (-1'561 persone), con la sovramortalità (4'067 decessi) nettamente superiore alle 2'506 nascite, cifra stabile rispetto alle 2'494 dell'anno precedente. A scontare maggiormente il deficit nella crescita naturale sono soprattutto gli svizzeri (-1'482 persone) rispetto agli stranieri (-79 persone), anche se questi ultimi fanno registrare per la prima volta un saldo naturale negativo.

Evoluzione difficile da prevedere

L'Ustat osserva che, dal momento che le dinamiche demografiche del cantone sono state influenzate in vari modi dalla situazione sanitaria del 2020, che non ha influito solo sul numero di decessi ma anche su nascite e spostamenti, al momento è difficile esprimersi sull'evoluzione demografica e le sue componenti. A titolo di esempio nel 2020 il saldo migratorio, in particolare quello verso l'estero, ha registrato una ripresa e quello intercantonale ha segnato il valore più contenuto degli ultimi cinque anni, nonostante le limitazioni alla mobilità delle persone che la pandemia poteva far presupporre.

Sebbene non si sia tornati a una crescita demografica simile a quella precedente il 2014 – anno in cui vi è stata un’inversione di tendenza caratterizzata da un aumento delle partenze e da una diminuzione degli arrivi –, il saldo migratorio è tornato positivo, conclude l'Ustat. Tuttavia, solo con i dati dei prossimi anni si potranno trarre delle conclusioni più precise sulle dinamiche migratorie.