Il presidente del Ppd reagisce e attacca sul caso Ghisolfi ma non solo. E sul rilancio del Cantone ‘se il Plr ci sarà bene, sennò ci rivolgeremo ad altri’
«Speziali è giovane e si vede che non ha ancora alcuna esperienza di politica, perché la prima cosa che un politico serio e coscienzioso non deve fare è dire bugie quando conosce la verità. Spero sappia quali sono i tenori della discussione avvenuta nel suo gruppo e i messaggi che si sono scritti nella loro chat, se no ha un grosso problema. In questi casi, invece di girare il bambino nella culla, sarebbe più prudente tacere». Spara a zero il presidente del Ppd Fiorenzo Dadò che, con 'laRegione', interviene sulla polemica tra il suo partito e il Plr a seguito dell’elezione della popolare democratica Ghisolfi alla vicepresidenza del Gran Consiglio al posto della candidata ufficiale Ermotti-Lepori. Una polemica che sta raggiungendo temperature incandescenti. E quanto affermato dal presidente del Plr Alessandro Speziali ieri - “le accuse di Dadò nei nostri confronti sono infondate” - hanno gettato altra benzina sul fuoco.
È così? Sono accuse infondate? «Doverlo dire mi spiace molto, soprattutto per i moltissimi liberali radicali perbene, tra i quali tanti amici. Le mie non sono accuse, sono amare constatazioni sul clima di sfiducia che si respira oggi in parlamento. Io sono stato capogruppo per sei anni, assieme a Vitta per il Plr, Kandemir Bordoli per il Ps e Foletti per la Lega. Abbiamo avuto delle divergenze sui temi, ma ci sono sempre state correttezza e lealtà, tra di noi non ci siamo mai raccontati bugie e non abbiamo mai ingannato gli altri. Una situazione come quella che si vive oggi in parlamento, in 14 anni, io non l’ho mai vista», risponde Dadò. Che quando parla di fiducia tradita, afferma che «la questione non è affatto chi è stata eletta, va benissimo che sia stata eletta Ghisolfi, come sarebbe andata benissimo Ermotti-Lepori. L’elezione è stata gestita dai capigruppo, il nostro Maurizio Agustoni e gli altri. Se tutti avessero detto le loro intenzioni in modo trasparente, come hanno fatto sia la Lega sia il Ps, non sarebbe stata umiliata un’ottima deputata come Ermotti-Lepori, perché Agustoni le avrebbe consigliato di ritirarsi. Non si calpestano così le persone, la gravità è anche questa. Ciò mina la fiducia tra i gruppi, proprio in un momento nel quale il Paese ne ha bisogno come il pane. Ha bisogno di fiducia, lealtà e che tutti remino nella stessa direzione: l’ho detto più volte a Speziali, ancora recentemente alla tv. Ma la loro risposta è stata questa».
In un contesto dove «né il Ps, né la Lega, né il Ppd si sono permessi in Gran Consiglio di applaudire quando è stata affossata l’inchiesta sugli abusi sessuali all’interno dello Stato incuranti del dolore delle vittime. Ciò esprime chiaramente la diversità tra i politici, tra chi pensa alle vittorie di Pirro e chi mette le persone al primo posto».
Da questa vicenda c’è il rischio per il Ppd che il proprio capogruppo Maurizio Agustoni ne esca indebolito, ma a nostra domanda Dadò risponde secco che «quando si parla di Agustoni, si parla di una persona onesta, leale e intelligente che gode della mia stima e fiducia. Purtroppo è stato vittima della sua lealtà e mitezza. In politica sono sempre meno le persone che mettono davanti questi valori fondamentali, in particolare quando ci son di mezzo poltrone e interessi. È chiaro che da questa vicenda, è inutile nascondersi, chi l’ha gestita non ne esce bene. In casa Ppd, ma altrettanto in casa liberale. Perché - continua il presidente del Ppd - se è vero che Agustoni, come altri capigruppo, è stato tratto in inganno, c’è qualcuno che non l’ha raccontata giusta e che dovrebbe farsi una domanda sul significato della lealtà».
Speziali dice che il Ppd è un partito in difficoltà e anche su questo Dadò vuole mettere dei puntini sulle i, nel senso che «come tutti gli altri partiti storici abbiamo certamente e da tempo delle difficoltà, le affronteremo assieme alle sezioni. Ma Speziali dovrebbe abbassarsi di due dita, perché la ruota gira per tutti e se guardiamo i suoi risultati non sono per nulla esaltanti come vuole far credere: non è il mio partito ad aver perso il 7% a Lugano, dove tra altro si stanno togliendo i panni da addosso. E neppure a Bellinzona o Locarno dove il Plr ha perso ben il 4%. Se questo è vincere, beato lui».
È inutile girarci attorno, adesso a livello politico gli equilibri si sono rotti. Come affronterà il Ppd quella che si avvia a essere una nuova fase? «Noi collaboriamo attivamente e positivamente con tutti coloro che lavorano in maniera onesta, leale e trasparente - sottolinea Dadò -. Liberali radicali compresi, purché cambino l’atteggiamento nei confronti di tutte le forze politiche, che pur non dicendolo pubblicamente, sono stufe di questo atteggiamento da primi della classe. Ora bisogna individuare i principali punti di intervento mettendo sul piatto i milioni necessari per far ripartire il Paese dal punto di vista turistico, delle piccole e medie imprese, dell’occupazione. Non bisogna avere alcuna paura a fare qualche debito in più. Se il Plr ci sarà bene, se non ci sarà intavoleremo le discussioni con le altre forze politiche. E se necessario, chiameremo la popolazione alle urne».
Proponendo cosa, nel concreto? «Non certo misure placebo come l’apertura di una domenica in più, tanto per dire che si è fatto qualcosa. Occorre riunire tutte le migliori forze e intelligenze del Paese per elaborare un piano di rilancio dell’economia con la P maiuscola, un progetto da almeno cento milioni di franchi: non bisogna avere paura in un momento in cui occorre investire per impedire il tracollo. Capisco che chi sia abituato a un alto tenore di vita e a vini pregiati fatichi un po’ a percepire i reali sentimenti della gente comune, ma nel mondo normale soffrono in troppi e bisogna aiutarli», affonda il presidente del Ppd. Che ribadisce come anche il suo partito parli coi fatti: «Porteremo subito in Gran Consiglio la nostra iniziativa, scritta da me e Giorgio Fonio, per il sostegno all’occupazione degli over 50, bloccata da anni in qualche ufficio nel dipartimento diretto dai liberali radicali. E metteremo in votazione anche la nostra iniziativa popolare delle imposte di circolazione, i ticinesi pagano ingiustamente quelle più alte in tutta la Svizzera ed è il momento di sgravare le famiglie su questa importante uscita annuale».