Il presidente liberale radicale non ci sta a vedere il Plr tacciato di 'inaffidabilità' e commenta: 'Noi parliamo coi fatti, con l'agenda politica'
«Le accuse al nostro gruppo parlamentare sono a dire il vero irriflessive e impetuose». Il presidente liberale radicale Alessandro Speziali a colloquio con ‘laRegione’ reagisce a stretto giro di posta alle dichiarazioni che mercoledì sera il presidente del Ppd Fiorenzo Dadò ha rilasciato a Teleticino, vale a dire che nella vicenda che ha portato all'elezione della popolare Nadia Ghisolfi alla vicepresidenza del Gran Consiglio al posto della candidata ufficiale Maddalena Ermotti-Lepori “è successo qualcosa che dal profilo istituzionale e umano è grave. Per puri e meri giochi di partito è stata massacrata un'ottima deputata. E si è rotta la fiducia tra i partiti”. E il dito di Dadò è puntato sul Plr: “La fiducia ormai si è incrinata, mentre tutti hanno detto quello che facevano e l'hanno mantenuto, il Plr ha detto una cosa e ne ha fatta un'altra. La sua credibilità nei nostri confronti evidentemente è compromesso”.
Speziali, le accuse sono pesanti. Come reagisce?
Guardi, non le nascondo che la reazione del vertice del Ppd ha sorpreso e spiazzato non solo molti liberali radicali, ma anche diverse persone fuori dal nostro partito che hanno scosso la testa, le garantisco non certo nei nostri confronti. Soprattutto perché non siamo in un momento politico dove i cittadini di questo cantone hanno voglia di doversi interessare a questioni molto “di palazzo”. Ad ogni modo, quel che è successo in aula è il risultato di un problema interno al gruppo Ppd che non è riuscito a proporre una candidatura unica e condivisa da loro stessi, e che tutti avrebbero seguito.
Rigetta quindi le accuse di essere stati disonesti?
Restiamo ai numeri. Tra le due candidate donna, ognuna con un proprio profilo di tutto rispetto, si è imposta con un risultato molto chiaro Nadia Ghisolfi, che ha raccolto i voti di quasi 2/3 del parlamento. In tutto questo, il Plr assicuro che non ha escogitato alcuna tresca. La nostra capogruppo ha indicato come la candidatura ufficiale da votare fosse quella della valida collega Ermotti-Lepori. Dopodiché, vista anche la lunga presenza ed esperienza in Gran Consiglio della concorrente e dei suoi contatti, alcuni deputati liberali radicali - così come di altri partiti - hanno preferito optare per Ghisolfi. Sia quel che sia, numeri alla mano, il risultato non sarebbe comunque cambiato.
D'accordo, ma Fiorenzo Dadò non ha girato tanto attorno al concetto: non si fida più di voi. E il voto è segreto, non c'è il rischio che tutti abbiano ragione?
Posso anche umanamente comprendere il momento di difficoltà del Ppd, e trovo che non sia edificante per tutti, per la politica, per le istituzioni mettere il dito nella piaga dei problemi casalinghi altrui, sviscerandoli e rinfacciandoli. Trovo però scorretto cercare in noi il capro espiatorio. E mi dà anche fastidio il tentativo di volerci dipingere come quelli che non sono affidabili. Ho sentito rimproverarci che magari ogni tanto siamo impopolari, o cocciuti, o troppo muscolari a difendere una proposta. Ma quella di essere inaffidabili, sinceramente no.
Come affronterà il vostro partito le sfide che attendono il Ticino soprattutto a livello di rilancio? Adesso gli equilibri sono cambiati, e giocoforza con il Ppd i rapporti non saranno quelli di prima.
Noi parliamo coi fatti, a partire dalla recente proposta condivisa con Cristina Maderni e Alessandra Gianella di aumentare le aperture domenicali e il numero di negozi che possono approfittarne. È stata già accolta positivamente da diversi colleghi di altri partiti, che non hanno nessuna voglia di rappresaglie ma che hanno voglia di collaborare sulle idee giuste e condivise.
Non teme per il futuro quindi?
Il mio invito è quello di riposizionare il dibattito sull’agenda politica e non sui battibecchi partitici, che agitano alcuni nel colosseo della politica, ma poi fuori sul territorio non vengono compresi né accettati. Stiamo provando a rilanciare il cantone e le sfide non mancano. Vogliamo nutrire la fiducia con il Paese e le altre forze politiche affrontando il rilancio dei commerci, schierandoci per l’apertura totale della ristorazione, semplificando le leggi, mettendo le priorità agli investimenti che sono davvero di sviluppo. È così che mi piace riempire le pagine di giornale.