Il presidente dei giudici dei provvedimenti coercitivi sentito dalla commissione parlamentare. Il magistrato d'accordo con la reintroduzione dell'unità
Audizione oggi in commissione 'Giustizia e diritti' del presidente dell'Ufficio del giudice dei provvedimenti coercitivi Maurizio Albisetti. Secondo il magistrato la mole di lavoro con cui è confrontata l'autorità giudiziaria rende necessaria la reintroduzione del quarto gpc, come chiede un’iniziativa parlamentare presentata nel dicembre 2018 dal socialista Raoul Ghisletta e dall’allora deputato (indipendente) e già procuratore pubblico Jacques Ducry. Iniziativa che troverebbe d'accordo la commissione parlamentare, tant'è che vi sono ben cinque relatori: Sabrina Aldi (Lega), Nicola Corti (Ps), Sabrina Gendotti (Ppd). Marco Noi (Verdi) e Giovanna Viscardi (Plr).
Attualmente l'Ufficio del gpc dispone di tre magistrati dopo il taglio di un giudice deciso da Consiglio di Stato e Gran Consiglio nell'ambito della manovra di risparmio, nel 2016, per il risanamento delle casse cantonali. La riduzione era stata avallata in votazione popolare innescata dal referendum lanciato dal sindacato Vpod con l'appoggio dei socialisti. I giudici dei provvedimenti coercitivi sono chiamati fra l'altro a confermare o meno gli arresti ordinati dal Ministero pubblico, a deliberare sulle istanze di proroga della detenzione preventiva o di scarcerazione, queste avanzate dalla difesa degli imputati, e a pronunciarsi sulle richieste di levata dei sigilli.
Sull'eventuale ripristino del quarto giudice la commissione presieduta dal popolare democratico Luca Pagani intende sentire già la settimana prossima il capo del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi.