Ticino

Scuola, con la pandemia il rendimento non cambia

Il Decs: dopo l'insegnamento a distanza e l'aumento delle promozioni l'anno scorso, al post-obbligo nel primo semestre il rischio bocciatura è in linea

Ti-Press
10 marzo 2021
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Le scuole post-obbligatorie stanno reggendo bene l’impatto della pandemia e dei tre mesi di insegnamento a distanza della primavera passata, con un primo semestre dell'anno scolastico in corso che attesta come il tasso di situazioni a rischio bocciatura sia in linea con quello degli anni scorsi. «L’anno scorso c’è stata una percentuale di promozioni alla fine degli anni del post-obbligo decisamente più elevata rispetto a quanto accaduto in altri anni svoltisi in modo ordinario - premette e ricorda davanti alla stampa il direttore del Dipartimento educazione, cultura e sport Manuele Bertoli -. Questo perché abbiamo dato precise indicazioni sulle valutazioni da compiere sul periodo di scuola a distanza». La pandemia e le sue conseguenze rischiavano di avere uno strascico sull’anno scolastico 2020/2021 per almeno due motivi: l’aumento delle promozioni avrebbe potuto corrispondere a maggiori difficoltà alla ripresa delle lezioni; le conseguenze della scuola a distanza avrebbero potuto farsi sentire. Ebbene, «i dati del primo semestre sono buoni, incoraggianti e positivi per gli allievi» commenta Bertoli. «L’assenza di strascichi negativi sottolinea come certamente dal 31 agosto in avanti i docenti hanno raccolto il nostro invito e hanno seguito in maniera ravvicinata e diversa i loro studenti», aggiunge il direttore del Decs. Che afferma come «non vuol dire che tutto è risolto, ma che la scuola nel suo insieme ha potuto assorbire bene quello che certamente è stato un duro colpo ma senza gravi conseguenze. Restano, oltre ai grandi numeri statistici, situazioni particolari e circoscritte su cui si deve concentrare l’attenzione». E, va da sé, «l'impegno e la volontà per svolgere tutto questo anno scolastico in presenza».

‘Un grande ringraziamento ai docenti’

L’aggiunta al caposezione dell’insegnamento medio superiore Francesca Pedrazzini-Pesce annota dal canto suo come «è importante ricordare che questo dato è stato raggiunto grazie all’impegno degli allievi e al lavoro dei docenti che hanno investito molto con i recuperi e si sono dedicati personalmente a sostenere gli allievi più toccati dalle conseguenze negative della scuola a distanza».

Unico neo le scuole medie di commercio

La stessa tendenza, annuncia l’aggiunto alla direzione della Divisione della formazione professionale Oscar Gonzalez, «si riscontra anche nelle scuole a tempo pieno dei centri professionali tecnici e alla Scuola specializzata delle professioni sanitarie e sociali». Una crescita di situazioni a rischio, invece, si registra nelle scuole medie di commercio. Il motivo? «Più elementi concomitanti: in particolare, una parte degli allievi inizia questa scuola come seconda o terza scelta, con conseguenze su motivazione e rendimento. E questi allievi, in particolare quelli con situazioni di fragilità scolastica, hanno sofferto più di altri la scuola a distanza nonostante la promozione dell’anno scorso».