Ticino

Aiuti Covid, arriva anche la prestazione ponte da 8 milioni

Il sostegno cantonale andrà a chi finora non ha beneficiato di alcuna misura, l'onere dell'applicazione sarà dei Comuni. De Rosa: ‘Non è un doppione’

Ti-Press
26 gennaio 2021
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Dopo l'approvazione del credito quadro da 100 milioni per il risanamento degli edifici del Cantone, il parlamento non si è fermato. Quasi otto milioni di franchi: 7,9 per la precisione. A tanto ammonta la cosiddetta prestazione ponte Covid appena approvata dal Gran Consiglio (82 favorevoli, 3 contrari dell'Mps). «Un aiuto finanziario straordinario e limitato nel tempo per permettere a chi la richiederà di uscire da una difficoltà momentanea», afferma il relatore del rapporto commissionale Lorenzo Jelmini (Ppd). La cifra è basata su un numero ipotetico di 3'000 richieste totali, con un coinvolgimento tra le 6'000 e le 7'500 persone e le somme previste dal messaggio governativo: 1'000 franchi per il primo componente dell'unità di riferimento, 500 per ogni ulteriore convivente nella stessa economica domestica. La prestazione potrà essere richiesta fino a tre volte, e sono esclusi coloro che beneficiano già di altri aiuti. Il 75% dei costi sarà coperto dal Cantone, il 25% dai Comuni.

«Il sostegno andrà a chi è rimasto fuori dai sostegni elargiti finora, pensiamo ai lavoratori indipendenti e salariati che non hanno l'indennità di disoccupazione - riprende Jelmini -. Coprirà il fabbisogno e le necessità contingenti per permettere il richiedente a ripristinare l'autonomia finanziaria, per questo unicum in Svizzera dobbiamo ringraziare il capo del Dipartimento sanità e socialità De Rosa». In più, annota il deputato popolare democratico, «l'onere dell'applicazione andrà ai Comuni. Come noto, proprio loro svolgono un importante ruolo di prossimità. In questo momento difficile diventa fondamentale. Rivolgersi ai servizi comunali sarà anche l'occasione per verificare se questa è la prestazione giusta o ce ne sono di più adatte a ogni singola situazione».

Ringrazia il Dss anche il capogruppo socialista Ivo Durisch, dalla cui mozione che chiedeva un fondo sociale per far fronte a situazioni e spese straordinarie prende origine il tutto. «È una situazione di emergenza straordinaria quella che stiamo vivendo - afferma Durisch -, che produce una parallela emergenza sociale. La povertà tocca sempre più persone e a essere colpite sono le fasce più fragili: anziani, donne, persone sole e già chi faceva fatica». Un sostegno fondamentale per il Ps questo, perché «così si aiuta una povertà nascosta che sfugge alle statistiche ufficiali, potremo aiutare chi è in difficoltà prima che precipiti nell'indigenza e scattare una fotografia attuale del grado di difficoltà del Paese».

Il sostegno del Plr è garantito dalla capogruppo Alessandra Gianella: «Lunedì abbiamo votato aiuti importanti per le aziende, oggi per le persone in difficoltà con particolare attenzione agli indipendenti, una categoria molto importante del nostro tessuto economico. Questo intervento vuole evitare una cronicizzazione di difficoltà che se non medicate produrranno costi sociali preoccupanti». Per Gianella «le procedure devono essere semplici ed efficaci, sarà fondamentale informare i cittadini con informazioni chiare». E occorre, comunque, «fare attenzione alle cifre rosse che pagheranno le prossime generazioni, queste cifre non sono messe né a Preventivo né a Piano finanziario».

Un occhio al futuro lo volge anche il leghista Michele Guerra: «Dobbiamo stare attenti a evitare che il peso economico degli aiuti non vada sulle spalle del cittadino già tartassato, ampliamo questi aiuti ed eroghiamoli con forza ma parallelamente stiliamo un piano di rientro rinunciando a ciò che non è più prioritario. Non dovessimo farlo, il governo si troverebbe obbligato a misure come l'aumento delle imposte scaricando su tutti noi il peso della pandemia e degli aiuti». 

«L'idea di questa prestazione è nata osservando la situazione pandemica e osservando il bisogno di cittadini estremamente fragili», spiega il direttore del Dss Raffaele De Rosa. Così «abbiamo proposto non un doppione ma una misura complementare alle numerose misure introdotte in questi mesi. L'evoluzione della pandemia comporterà un aumento delle richieste di aiuto sociale, l'attenzione va mantenuta alta. Sarà importante continuare a fare affidamento, in collaborazione coi Comuni, su strumenti e strutture per offrire il reinserimento a persone in difficoltà. Questa prestazione è rapida ed efficace».

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