Ticino

Covid, aiuto finanziario ulteriore agli indipendenti

È quanto propone il Consiglio di Stato con decreto legislativo urgente per le persone che hanno perso reddito e indennità di disoccupazione

Il consigliere di Stato Raffaele De Rosa (foto Ti-Press)
12 ottobre 2020
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È stata definita “prestazione ponte Covid” dal consigliere di Stato Raffaele De Rosa “complementare al sistema federale e cantonale di sicurezza sociale e agli aiuti puntuali erogati dai Comuni e dagli enti attivi sul territorio”. Una prestazione limitata nel tempo che persegue l'obiettivo di “ristabilire l'indipendenza finanziaria per i lavoratori che si trovano temporaneamente in difficoltà a causa della pandemia di coronavirus, tramite un aiuto puntuale e mirato che copra il fabbisogno e le necessità contingenti”, ha spiegato il direttore del Dipartimento della sanità e socialità.

La prestazione è destinata ai lavoratori indipendenti affiliati come tali a una Cassa di compensazione Avs e ai lavoratori salariati - limitatamente a coloro che non possono beneficiare di indennità ai sensi della legge sull'assicurazione contro la disoccupazione (Ladi) - in difficoltà a seguito delle conseguenze della pandemia. 

I richiedenti devono dimostrare di aver subito una riduzione di reddito: per i lavoratori indipendenti essa corrisponde a una perdita di lavoro senza diritto alla disoccupazione; mentre per i lavoratori indipendenti si traduce in una riduzione del fatturato rispetto alla situazione precedente la pandemia, ovvero a febbraio 2020. 

Sono esclusi dalla prestazione ponte Covid i beneficiari di prestazioni sociali (di sostegno ai redditi e di complemento), quali le prestazioni assistenziali, gli assegni di prima infanzia (Api), le indennità straordinarie di disoccupazione e le prestazioni complementari Avs/Ai nonché i beneficiari di ogni genere di indennità Ladi.

Gli importi massimi della prestazione ponte sono così definiti: mille franchi per il primo componente dell'Ur (unità di riferimento) e 500 franchi per ogni ulteriore convivente nella stessa economia domestica. Il 75% dei costi verranno coperti dal Cantone, mentre il rimanente 25% dai Comuni. 

L'impatto finanziario previsto sarà pari a 7,9 milioni di franchi, di cui 5,9 milioni a carico delle casse cantonali e 2 milioni per quelle comunali. Si ipotizzano 3mila richieste totali.