L'Organizzazione cristiano sociale ticinese mostra le proprie preoccupazioni in questa seconda ondata pandemica
“Le piccole e medie imprese e gli esercizi commerciali e della ristorazione sono certamente i più colpiti da questa crisi pandemia”. A loro “non giova di certo, oltre alla riduzione del giro d'affari, aver dovuto fare i conti anche con i costi degli affitti già troppo impegnativi in tempi formali, impensabili in questo momento”. A fronte di tutto ciò il sindacato Ocst “è seriamente preoccupato che l'immobilismo degli attori coinvolti porti alla chiusura di aziende e, di conseguenza, a una perdita importante di posti di lavoro”. Sulla questione degli affitti commerciali, l'Ocst “sostiene l'introduzione di una soluzione cantonale, come già da più parti richiesto, che chiami in causa locatari, Cantone e Comuni. La decisione del parlamento federale di non intervenire in questo ambito dà adito a una situazione poco chiara e di concorrenza sleale tra chi può contare su un locatore comprensivo e chi su uno inflessibile“.
La preoccupazione dell'Organizzazione cristiano sociale ticinese si allarga al settore sociosanitario: “Occorre prendere misure concrete di sostegno al personale che sta affrontando questo nuovo picco pandemico con alle spalle la fatica fisica e psicologica sopportata nella primavera scorsa”. L'Ocst chiede che “si ascolti con maggiore attenzione il personale e si venga incontro alle esigenze di tutte le lavoratrici e lavoratori che si sono comportati in maniera esemplare in questi mesi”.