Ticino

Crisi post Covid-19, 'sostenere l'apprendistato'

Una mozione del Plr firmata da Caprara e Maderni chiede la creazione di nuovi posti sostenendo le Pmi. L'Ocst lancia un appello ad aziende e autorità

Ti-Press
25 aprile 2020
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Le previsioni per l'economia e i posti di lavoro, in Ticino ma non solamente, sono a tinte fosche tendenti al nero. E in previsione della ripartenza, bisogna “scongiurare il pericolo che la crisi economica post Covid-19 colpisca anche gli apprendisti”. Ne è convinto il Partito liberale radicale, il quale ieri ha inoltrato al Consiglio di Stato una mozione firmata dal deputato e presidente cantonale Bixio Caprara e dalla deputata Cristina Maderni che chiede di “favorire la creazione di nuovi posti per apprendisti in Ticino, sostenendo le Piccole e medie imprese nella gestione amministrativa del processo”.

'Modalità chiare per l'interazione fra Stato e aziende'

Considerando “necessario e importante intervenire a sostegno della formazione duale”, il Plr chiede al Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs) e al governo tutto di “definire delle modalità chiare su come s’intende migliorare l’interazione fra Stato e aziende al fine di discutere, condividere meglio ed eventualmente affinare gli strumenti che già sono a disposizione per promuovere l’apprendistato”. Partendo dai dati, secchi: “Il numero di apprendisti in formazione presso aziende ticinesi si colloca fra le 6’000 e le 6’200 unità per anno, il numero delle aziende formatrici supera quota 2’500”. Numeri importanti, ma “in un contesto di crisi - sanitaria ed economica - è presumibile pensare che le aziende debbano essere sostenute affinché possano garantire al Paese e ai nostri giovani questo importante servizio formativo”.

'Il Cantone definisca quale contributo finanziario è disposto a stanziare'

E quindi, all’Esecutivo Caprara e Maderni chiedono di “confermare la disponibilità dello Stato ad accompagnare le associazioni economiche in questo lavoro” e di riconoscere l’estensione del mandato dell’Associazione della rete di aziende formatrici del Cantone Ticino (Araf) anche ad altre associazioni e per tutti i mestieri legati alla formazione professionale, sgravando così le aziende da impegni amministrativi al fine di potersi meglio concentrare sui temi formativi”. Ma di sostegno economico, si parlava. E quindi, la richiesta al Consiglio di Stato è quella di “definire quale contributo finanziario è disposto a stanziare (oggi i costi sono suddivisi al 50% tra Stato e aziende”.

Caprara: 'Occorre un sostegno alle Pmi. E gli apprendistati siano più snelli e affrontabili per i datori di lavoro'

“Non è una novità il nostro sostegno alla formazione professionale”, esordisce Caprara da noi raggiunto. La novità è, semmai, che “uno degli elementi portati da questa crisi drammatica è il comprendere che abbiamo bisogno come il pane di manodopera qualificata residente in certi settori strategici. Non perché si debba essere contrari ai frontalieri, risorsa preziosissima, ma perché col tempo si rischia da parte dei cittadini una sorta di distrazione verso professioni non solo dignitose ma essenziali”.

Crederci quindi, ma anche investire. “Sì. In questa situazione di crisi abbiamo visto quante pmi stanno rischiando - riprende Caprara -. È difficile che il primo pensiero sia ancora mettersi a disposizione per formare apprendisti quando non è ancora chiaro quale sarà il loro destino”. Questo perché “avere apprendisti richiede molto lavoro anche a livello amministrativo, di accompagnamento, non tutte le aziende possono permettersi queste risorse”. E vanno quindi aiutate queste Pmi, sia dal punto di vista economico “sia semplificando un po’ gli apprendistati. Non è sufficiente dire “formate”, molti sono disponibili ma qualcuno fatica davvero a farlo”.

In più, “negli ultimi anni la formazione professionale ha sempre più messo carne al fuoco, l’apprendistato è diventato più complicato portando alla creazione degli apprendistati biennali, una variante semplificata. Credo che l’apprendistato debba anche smettere di svilupparsi troppo dal punto di vista della densità della formazione”, conclude il presidente del Plr: “Bisogna chiaramente garantire la formazione continua, come la possibilità della maturità professionale, ma occorre smettere di mettere troppa roba negli anni di apprendistato. Gli stessi datori di lavoro rilevano che il costo è eccessivo”.

Preoccupazione anche dall'Ocst: 'Appello ad aziende e autorità per creare più posti possibile'

Preoccupata per il futuro del settore anche l’Ocst. Con una nota di Claudio Isabella e Nenad Jovanovic, si rileva che “è verosimile che questa situazione di crisi economica si estenda nei mesi, se non negli anni a venire. Il rischio reale è che molte ragazze e molti ragazzi non avranno un posto di lavoro per iniziare la formazione all’inizio del prossimo anno scolastico e che in questa situazione si protragga in seguito”. Quindi, l’intenzione è “fare un appello alle aziende per la creazione del maggior numero di posti di tirocinio possibile” e a “tutte le autorità perché questo problema venga affrontato in modo strutturale e vengano introdotti incentivi ad hoc per favorire le aziende formatrici in questo delicato momento economico”.