Procura e nomine, l'avvocato Galfetti: alla commissione è mancato il coraggio di prorogare di un anno il mandato degli uscenti.
Sulla decisione di stamattina della commissione parlamentare 'Giustizia e diritti' - che propone al plenum del Gran Consiglio l'elezione dei diciannove procuratori pubblici uscenti (inclusa la nomina del pg), quindi anche dei pp 'bocciati' dal Consiglio della magistratura, nonché degli otto nuovi candidati – interviene l'avvocato e già deputato Renzo Galfetti, che aveva proposto di prolungare di un anno il mandato dei magistrati uscenti per implementare la riforma del Ministero pubblico. Galfetti formula "due osservazioni positive e una negativa".
"Positivo - annota il legale momò, già membro del gruppo di lavoro sulla Procura nell'ambito della riforma Giustizia 2018 - è indubbiamente il fatto che la commissione, dopo serio approfondimento, abbia ritenuto non validi i preavvisi negativi del Consiglio della magistratura. C’è quindi da sperare che il Gran Consiglio rispetti questo accertamento. Anche se - è inutile nascondersi dietro un dito- quei preavvisi scellerati costituiscono, con la pubblicità che hanno avuto, comunque un grave pregiudizio: dovesse qualche procuratore fra i cinque coinvolti non essere rieletto, il rischio di fondati ricorsi è serio". Pure "positivo è il fatto che la commissione abbia riconosciuto la necessità di una riforma strutturale e organizzativa del Ministero pubblico". Per Galfetti è invece "negativa la confusione delle priorità che paiono poste dalla commissione: se si procede subito con le nomine (e in fretta e furia) si blocca qualsiasi possibilità di riforma per dieci anni perché le nomine sono appunto fissate a dieci anni". Insomma "è mancato il coraggio - a mio parere - di tagliare la testa al toro proponendo una proroga di dodici mesi della situazione attuale per decidere le riforme necessarie. Il risultato è che in luogo di dodici mesi si avranno dieci anni di…gestazione. Sarà comunque il Gran Consiglio a doversi porre questo problema, con la speranza - conclude Galfetti - che il periodo natalizio richiami valori di responsabilità e non atteggiamenti pilateschi e sbrigativi".