Ticino

Il Ps presenta le sue proposte 'tra pragmatismo e rivoluzione'

La Conferenza cantonale socialista approva le 12 rivendicazioni da tradurre in atti parlamentari. Laura Riget: 'Bussola per orientarci e uscire dalla tempesta'

Ti-Press
13 settembre 2020
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«A differenza di quello che molti hanno detto in questi mesi di pandemia non siamo tutti nella stessa barca. Stiamo affrontando tutti la stessa tempesta semmai, ma alcuni lo fanno sui loro panfili di lusso, altri con una barchetta di legno, altri ancora, milioni, in balìa delle onde». È con questa consapevolezza descritta dalla copresidente del Partito socialista Laura Riget alla fine dei lavori che oggi il Ps ha convocato una Conferenza cantonale per stilare un documento - “Gli insegnamenti del coronavirus“ - che sarà, riprende Riget, «la bussola che ci orienterà e aiuterà a superare questa tempesta». 

Le rivendicazioni

Nel corposo testo approvato all'unanimità sono contenute 12 rivendicazioni, frutto dei tavoli di lavoro specifici. Si va dalla socialità, dove la richiesta è quella di “introdurre un reddito di base incondizionato e un'assicurazione generale del reddito”, al lavoro dove invece il Ps chiede di “introdurre il divieto di licenziamento senza giusta causa e il diritto al reintegro professionale”. Ma la lista è lunga: per la sanità i socialisti intendono “creare un Ente case anziani e rafforzare il settore pubblico nella pianificazione ospedaliera”, mentre per quanto concerne l'economia si cercherà di “aumentare la pressione fiscale sul capitale per diminuire la differenza con i costi legati al lavoro umano, al fine di rallentare il processo di sostituzione dei collaboratori con processi robotizzati”.

Pieno sostegno anche al “rendere di competenza cantonale le offerte extra scolastiche con obiettivi formativi, ampliando il messaggio inclusivo della scuola tramite una comunità di apprendimento” e al “favorire un approvvigionamento alimentare e un'agricoltura sostenibili attraverso cambiamenti della tecnica in ambito produttivo, distributivo e nel trasporto delle risorse”. Assieme al riconoscimento “del lavoro di cura e della regolamentazione del telelavoro”, il Ps spera di “introdurre una city card che permetta l'accesso universale ai servizi pubblici per i sans papier”.

Riguardo al federalismo occorre “rivedere la Legge sulle epidemie per favorire una miglior coordinazione tra Confederazione e Cantoni, definendo la suddivisione delle competenze”, e per aiutare le persone della terza età i socialisti propongono di “promuovere una società della cura basata su quattro principi: cura, cooperazione, equità e sostenibilità”. Spazio anche per la solidarietà internazionale - “rinegoziare il Trattato di Dublino ed evacuare il campo profughi di Moria” - e per la digitalizzazione, per la quale il Ps sostiene che si debba “mitigare l'esclusione degli ‘offliner’ permettendo ai cittadini e alle cittadine di avere reale scelta tra il mondo digitale e quello analogico, garantendo tuttavia anche un contatto umano molto diretto”.

L'attacco al ‘neoliberalismo’

Insomma, è tantissima la carne messa al fuoco dai socialisti. «Nei prossimi mesi presenteremo queste rivendicazioni approvate oggi attraverso atti parlamentari, a livello cantonale e scrivendo al Partito socialista svizzero segnalando le rivendicazioni di respiro nazionale e internazionale» informa Riget. E occorrerà «fare in fretta», perché «questa crisi ha messo ancora una volta a nudo le fragilità del capitalismo, accentuando le disuguaglianze già esistenti». Ma la pandemia di coronavirus e la crisi globale che ne è seguita, per la copresidente del Ps «ha mostrato che dopo quarant'anni di neoliberalismo sfrenato e di un sistema economico che cerca di mettere in concorrenza le persone tra di loro, premiando l'egoismo del singolo, solidarietà e senso di collettività esistono ancora». Motivo per cui, secondo Riget «come Ps e fronte progressista dobbiamo continuare a batterci per una società più giusta, dove ci si aiuta. Perché in una crisi, tra sconforto e speranza noi scegliamo la seconda».

‘Rafforzare l'ente pubblico’

E quindi, forti di questa riflessione, i socialisti hanno elaborato questo documento che «presenta correttivi politici che, un po' come il nostro partito, sono un miscuglio tra pragmatismo e rivoluzione, cioè modifiche concrete della legge e nuove grandi utopie». Nei vari capitoli, annota la granconsigliera del Ps, «viene messa in primo pinao l'importanza dell'ente pubblico, per garantire una reale giustizia sociale che non sia solo retorica. Per ottenerla - continua - bisogna avvalersi di servizi di qualità a favore della popolazione e dell'ambiente, servizi che bisogna finanziare con la redistribuzione della ricchezza in maniera adeguata, facendo partecipare maggiormente agli sforzi comuni chi ha mezzi maggiori». Rafforzare l'ente pubblico, conclude, «significa ampliare anche quell'ambito della società che non vuole sottostare a meri ragionamenti di profitto o alla deleteria concorrenzialità del neoliberalismo».