Ticino

Post coronavirus, misure concrete dai partiti

Verdi, Ps, Mps e Udc hanno recentemente presentato mozioni: da una sorta di reddito di base al sostegno in particolare del personale sanitario

Proposte al governo per ripartire (Ti-Press)
16 aprile 2020
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Come affrontare il futuro, ancora incerto, segnato in modo indelebile dall'emergenza coronavirus? Nel recente passato i partiti ticinesi hanno presentato, idee, riflessioni, piani di rilancio e atti parlamentari su quello che, secondo loro, bisognerebbe fare nelle prossime settimane o mesi per far fronte alle conseguenze negative generate dalla pandemia. Chiaramente, vi è particolare enfasi sugli aiuti finanziari a imprese e popolazione duramente toccate dalla crisi legata al Covid-19. Ma anche il sostegno al personale sanitario e la sostenibilità ambientale hanno trovato spazio nell'ampio spettro di proposte per il post coronavirus.

Settimana scorsa avevamo già fatto il punto sulle proposte dei partiti volte a rilanciare il Cantone. Nel frattempo ne sono arrivate altre come quelle dei Verdi che oggi hanno tenuto una conferenza stampa virtuale, presentando un pacchetto di atti parlamentari per una ripartenza "basata su una società sostenibile", si legge in una nota. Concretamente, il partito ecologista ha presentato quattro mozioni nelle quali chiede al Consiglio di Stato "un sostegno transitorio incondizionato" per tutta la popolazione per i prossimi sei mesi, una regolarizzazione dei cosiddetti 'sans papier' e un'amnistia per il lavoro nero, sostenere "prevalentemente progetti e iniziative" a favore dell'ambiente e promuovere il settore primario locale. 

I Verdi chiedono un reddito di base fino alla fine dell'anno

Per i Verdi è quindi in primo luogo necessario istituire una sorta di reddito di base limitato nel tempo, ovvero fino alla fine dell'anno. Concretamente si tratta di 1'000 franchi al mese per gli adulti e 500 franchi per i minori. Ciò dovrebbe "permettere a tutti indistintamente di potersi rialzare con un po' più di agio, a complemento per esempio degli indennizzi federali già ricevuti". Chiedono inoltre al governo "di fare uno studio delle conseguenze finanziarie, sociali e economiche di tale sostegno". Inoltre, anche il personale domestico dovrebbe beneficiare degli aiuti finanziari concessi da Confederazione e Cantoni. 

Il partito ecologista propone poi di regolarizzare "tutti gli stranieri" residenti in Svizzera (da almeno 5 anni per le famiglie e da 10 per le persone sole) e che sono stati finanziariamente indipendenti da almeno 5 anni. Visto che molti 'sans papier' "fanno spesso capo al lavoro nero", un'amnistia in quest'ambito permetterebbe di "regolarizzare la propria posizione lavorativa senza conseguenze sul piano penale e amministrativo".

La terza mozione domanda al governo "di legare gli investimenti strutturali che verranno effettuati per risollevare l’economia ticinese a condizionalità sociali ed ecologiche e di indirizzarli prioritariamente a sostegno di iniziative e progetti che permettano di diminuire gli impatti della nostra società sull’ambiente, in particolare a livello climatico, e di preservare e ripristinare la qualità degli ecosistemi". Concretamente, i Verdi chiedono di raddoppiare i crediti già esistenti, ad esempio per sostenere la mobilità elettrica e incentivare i sistemi energetici sostenibili. Propongono poi, tra l'altro, anche deduzioni fiscali per chi non ha l'auto e di potenziare il trasporto pubblico e la mobilità dolce.

Infine, il partito ecologista ha anche un occhio di riguardo per gli agricoltori locali: chiedono al Consiglio di Stato di "riconoscere anche semi e piantine tra i beni di prima necessità", di "riaprire i mercati settimanali" nel rispetto delle regole di igiene e di distanza, di sensibilizzare "al consumo locale e consapevole" e di promuovere nuove offerte turistiche "che avvicinano alla natura".

Il Ps: evitare che gli infermieri abbandonino la professione

Oggi anche il Partito socialista ha presentato due nuovi atti parlamentari. Con un'iniziativa parlamentare generica chiede l'adozione di una legge volta a promuovere e assicurare "ancora meglio e in numero potenziato la formazione di personale qualificato a disposizione del settore ospedaliero e di altri settori sociosanitari del Canton Ticino", si legge in una nota. Con una mozione domanda poi al Consiglio di Stato "di agire conseguentemente sui contratti di prestazione ospedalieri e con altre eventuali misure volte a ridurre l’abbandono precoce della professione infermieristica in Ticino". Il Ps ricorda infatti che nel 2017 il 46% degli infermieri ha lasciato il proprio lavoro, perché insoddisfatto, ad esempio della troppa burocratizzazione, della gestione dei problemi di esaurimento o del salario.

L'Mps vuole più protezione per il personale 

Pure il Movimento per il socialismo si è schierato a sostegno del personale sanitario: con una recente mozione chiede di tutelare maggiormente la salute di queste persone, molto esposte durante l'emergenza coronavirus. Come? Distribuendo "migliori dispositivi di protezione", come maschere chirurgiche. Il personale sanitario e degli istituti sociali dovrebbe inoltre poter fare il test Covid-19 gratuitamente. Le persone vulnerabili che lavorano nel settore dovrebbero poi poter rimanere a casa, continuando a percepire il salario. Infine, l'Mps chiede controlli ("almeno una volta al mese") in tutte le strutture sanitarie e gli istituti sociali per verificare il rispetto di tempi di lavoro e pause. 

Udc a sostegno dei piccoli imprenditori

Pochi giorni fa l'Udc ha dal canto suo presentato una mozione volta a sostenere le piccole imprese di persone, come ditte individuali, società in nome collettivo e società in accomandita semplice. Concretamente si tratta di quegli imprenditori indipendenti (come i tassisti) colpiti indirettamente dalla pandemia. Una risposta in questo senso è tuttavia arrivata oggi da Berna, visto che il Consiglio federale ha deciso di ampliare il diritto all'indennità di perdita di guadagno anche a questa categoria di lavoratori. 

La strategia di uscita dalla crisi del Plr

Recentemente anche il Plr ha presentato la sua "strategia globale di uscita dalla crisi". Ciononostante, quest'ultima non è finora stata accompagnata da atti parlamentari concreti, perché "la loro procedura richiede troppo tempo", aveva indicato il partito all'inizio del mese in una nota. La strategia si basa comunque su diverse richieste che vanno dalla riapertura dei negozi e delle scuole "il più presto possibile" a una maggiore protezione dei gruppi a rischio, passando dall'autorizzazione dei viaggi d'affari a una maggiore efficienza e flessibilità del sistema sanitario. 

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