Angelo Trotta (Att): 'Per alberghi o impianti di risalita sarebbe l'anno giusto per rimanere aperti anche in novembre o riaprire nel periodo natalizio'
È sotto gli occhi di tutti: i turisti in Ticino sono arrivati, riempiendo strade, negozi, bar, ristoranti e naturalmente alberghi. «Per luglio ci aspettiamo i numeri dell’anno scorso e agosto è iniziato molto bene», conferma a ‘laRegione’ Angelo Trotta, direttore dell’Agenzia turistica ticinese (Att). L’attenzione è ora già rivolta al futuro prossimo: se la situazione epidemiologica lo permetterà, «l'idea è quella di mantenere aperte le strutture fino a novembre o farle riaprire per il periodo natalizio», permettendo così ai visitatori di continuare a fare «passeggiate o giri in bicicletta» anche durante la stagione autunnale e invernale.
In generale, per quest’anno il bilancio è ovviamente negativo: tra gennaio e giugno i pernottamenti sono calati del 54%. Ma poteva andare anche peggio visti i numeri registrati a marzo (-60%), aprile (-93%) e maggio (-72%) a causa dell’emergenza coronavirus. I primi segnali di ripresa sono stati registrati a giugno (-32%): «Durante questo mese a livello nazionale il calo dei pernottamenti è stato del 62%. Malgrado tutto, abbiamo quindi ottenuto il risultato migliore in Svizzera», sottolinea Trotta. «Per luglio non vi sono ancora dati ufficiali, ma praticamente tutti gli attrattori affermano che il mese è stato positivo. Ci aspettiamo quindi i numeri dell’anno scorso e magari anche qualcosina in più. Per quanto riguarda agosto, il mese è iniziato bene, ma ora temiamo un calo dovuto alla riapertura delle scuole in diversi cantoni: molte famiglie sono infatti già rientrate a casa».
Ovviamente anche la clientela è cambiata: a visitare il cantone sono stati in «grande maggioranza svizzeri. Sono in particolare arrivati molti più romandi e tantissime famiglie», rileva il direttore dell’Att. «Inoltre, la clientela è parecchio più giovane e si ferma per più tempo». Insomma, nessuna toccata e fuga per un giorno o per il weekend: «La gente è veramente venuta in vacanza in Ticino, scegliendo il nostro cantone come destinazione estiva e balneare». E a beneficiarne è tutto il settore: «Per luglio anche GastroTicino si è detta molto soddisfatta» e a ciò va poi aggiunto che «essendo i visitatori per la maggior parte elvetici hanno anche più potere d’acquisto». È invece «crollato» il numero di turisti stranieri, in particolare quelli cinesi, mediorientali e statunitensi. «Una clientela che per noi era relativamente importante».
Dopo il periodo positivo delle scorse settimane, ora Angelo Trotta sta già pensando ai prossimi mesi: «Speriamo che la clientela che solitamente arriva in autunno (un po’ più benestante e matura) non abbia paura di venire in Ticino». La speranza è ovviamente accompagnata da una chiara strategia: «Lanceremo una terza ondata pubblicitaria che coprirà tutta la Svizzera e, per la prima volta quest’anno, anche il sud della Germania per mantenere i flussi turistici fino a ottobre». L’intenzione, non nuova, è poi quella di «destagionalizzare» l’offerta: «Con un sondaggio abbiamo chiesto a tutti gli attrattori turistici (ristoratori, albergatori, impianti di risalita, navigazione e così via) se sono disposti a rimanere aperti più a lungo e a quali condizioni. L’idea è quella di mantenere le strutture operative anche in novembre (quando di solito chiude quasi tutto) o di eventualmente riaprirle per il periodo natalizio (dal 15 dicembre fino al 10 gennaio)». Anche grazie al clima solitamente non troppo freddo, il Ticino è infatti «una destinazione molto competitiva» pure in inverno. Mesi durante i quali il cantone può essere adatto «per fare, ad esempio, passeggiate o giri in bicicletta». Tutto però dipenderà dalla volontà degli attori in gioco: «Un albergatore è libero di chiudere o rimanere aperto e la stessa cosa vale, ad esempio, per un ristorante o per un impianto di risalita». Tuttavia, «quest’anno sarebbe il momento giusto» per fare questo passo, «anche perché le strutture sono rimaste chiuse per quasi tre mesi e ciò permetterebbe quindi di recuperare, almeno in parte, gli introiti persi». Ovviamente, tutto dipenderà anche dalla situazione epidemiologica: «Se arriverà una seconda ondata, risprofonderemo nel baratro».
Anche per l’estate prossima il direttore dell’Att ha le idee chiare: «Premettendo che dal punto di vista sanitario si torni alla normalità, ricominceremo innanzitutto a cercare di attrarre turisti non svizzeri che solitamente rappresentano circa il 35% della clientela. Il secondo obiettivo è quello di tornare alla normalità nell’ambito del turismo legato ai congressi, seminari o matrimoni che solitamente costituisce il 20% delle presenze. Infine, punteremo ancora di più sul target svizzero, in particolare romando, per cercare di fidelizzare questa clientela, facendola poi tornare anche in futuro. La speranza è che quest’anno si siano trovati bene e siano stati tratti bene». In questo senso i segnali sembrano positivi: «Rispetto al resto della Svizzera siamo relativamente competitivi a livello di prezzi. Inoltre, malgrado le strutture siano rimaste chiuse a lungo e che la domanda è stata molto alta in luglio, mi sembra che in generale tutto il settore si è comportato egregiamente, ad esempio non aumentando i prezzi. E questo è lodevole, soprattutto dopo aver perso parecchi mesi», conclude Trotta.